Si è spento all’età di 78 anni David Lynch, lo scrittore e regista che ha raccontato un’America bucolica ma al tempo stesso macabra. La sua morte è stata annunciata dai familiari sulla sua pagina Facebook:
“È con profondo rammarico che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come direbbe lui, “Tieni gli occhi sulla ciambella e non sul buco”. … È una bella giornata con un sole dorato e un cielo azzurro per tutto il percorso”.
Nato nel Montana, Lynch aveva frequentato la Pennsylvania Academy of Fine Arts dal 1965 al 1969. Durante l’accademia aveva realizzato il suo primo cortometraggio, Six Men Getting Sick, nel 1967; aveva poi proseguito gli studi nel 1970 presso il Center for Advanced Film Studies dell’American Film Institute. Lì aveva scritto e diretto il suo primo lungometraggio, Eraserhead (1977).
Il primo successo fu l’uscita nel 1980 di The Elephant Man, un dramma ispirato alla vita di Joseph Merrick che fruttò otto nomination agli Oscar, di cui due per Lynch (scrittura e regia). Da lì in poi la carriera di Lynch fu un susseguirsi quasi ininterrotto di successi: da Dune (1984) al dramma erotico Blue Velvet (1986), prima di quella che critica e pubblico riconoscono unanimemente come la sua opera magistrale: la serie TV Twin Peaks dei primi anni ’90.
Nonostante numerosi premi internazionali e altrettante nomination agli Academy Awards, Lynch ha ricevuto il suo primo e unico Oscar, un Academy Honorary Award, nel 2019.
In agosto il regista aveva rivelato di soffrire di enfisema dopo aver fumato per molti anni e di non uscire più di casa per paura di contrarre il COVID-19.