Doloroso, triste, appannato di lacrime. Il film di Pablo Larrain dedicato a Maria Callas, presentato alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, intitolato semplicemente Maria, perché dopo la Madonna forse La Callas è la Maria più famosa dei nostri tempi, è un omaggio alla cantante, incredibilmente sofferto.
“Sono un fan di Maria Callas da quando ero bambino – ha detto il regista in conferenza stampa – crescendo mi sono stupito di come non ci fossero film sulle cantanti d’opera e quando ho deciso di farne uno dedicato alla Callas ho avuto la fortuna di coinvolgere Angelina. Il film è che è una celebrazione della sua vita, del suo lavoro e della sua musica naturalmente.”

La fortuna di avere Angelina Jolie perché solo una Diva come lei poteva sostenere il peso di interpretare un’altra Diva, poteva azzardare a interpretarla, cantare, anche lei, le arie che hanno reso famosa La Callas.
“Diva è una parola con connotazioni molto negative – commenta lei, magrissima, evanescente, i lunghi capelli biondi a coprire una schiena nuda piena dei celebri tatuaggi, il viso fragile eppure deciso – ma io ho imparato proprio dalla Callas il significato vero di questa definizione, la Casta Diva. Lei era una delle persone che hanno lavorato di più per la sua carriera, i compositori che hanno creato la musica d’opera sanno cosa significa.”
“Una diva non esiste senza un grande lavoro alle spalle – aggiunge Pablo Larrain – significa essere una perfezionista, Maria Callas era una tale perfezionista che se alle prove uno degli altri cantanti perdeva una parola lei abbandonava la sala, la sua regola era la disciplina, senza sei fuori.”
Disciplina e perfezionismo anche per la Jolie che ha cantato fin dalle prime immagini del film.Il regista insiste con i primi piani stretti sul suo viso, la sua celebre bocca.
“Ero molto nervosa all’idea di affrontare questo ruolo – ha spiegato Jolie – ho studiato canto lirico per 7 mesi, Pablo è molto esigente e quando lavori con lui devi dare il massimo. Ho iniziato chiusa in una piccola stanza poi Pablo mi ha portato alla Scala. La mia preoccupazione era non deludere i fan della Callas, il resto non mi interessa.”

Per il resto Angelina Jolie intende tutto il parlare che si è fatto di una sua candidatura all’Oscar per questa interpretazione così particolare. Perché non solo interpreta la Callas negli ultimi giorni della sua vita, in un andirivieni di momenti reali e flashback, visioni del passato e illusioni sul presente, insieme tristi e commoventi, ma canta grazie ad un compromesso tecnico innovativo in cui la sua voce è stata registrata mentre ascoltava la Callas in cuffia e poi mixata facendo prevalere la sua nei primi piani e quella della Callas nelle scene rievocative in teatro. Il film infatti racconta gli ultimi sette giorni della vita della cantante, morta a 53 anni il 16 settembre del ‘77 e unisce momenti nel suo appartamento parigino a visioni del suo passato, i suoi successi nei teatri di tutto il mondo, Covent Garden, Met, La Scala, la Fenice di Venezia dove tutto è cominciato nel ‘59, il tormentato amore con Aristotele Onassis.

“Ora in casa si sente molta opera, dice sorridendo sempre Jolie – l’hanno ascoltata così a lungo che ora la apprezzano e spero che in molti dopo questo film si avvicineranno alla lirica. Io ero piuttosto punk prima, e amavo molto i Clash. Ma quando la tua vita è così piena di dolore e disperazione a un certo momento ci sono alcuni suoni che toccano meglio questi sentimenti. E l’opera è l’unico suono che spiega questo dolore.”
Un accenno vago ad una vita personale complessa, l’ex marito Brad Pitt con cui i rapporti sono talmente difficili che lui arriverà a Venezia solo sabato per evitare incontri.

“Sono stata lontana dal set perché avevo bisogno di stare di più con la mia famiglia – ha detto lei – e in questo periodo ho maturato una gratitudine per il fatto di essere una artista. Quello che credo di condividere con la Callas è la vulnerabilità – ha aggiunto – Per interpretarla ho visto delle registrazioni di lei che insegna e dice che la prima cosa che devi fare è non pensare a come ti senti ma ascoltare la musica e capire cosa vuole trasmetterti il compositore e solo alla fine puoi ascoltare le tue emozioni. Penso che ci siano pezzi di questo film che parlano alla vita delle persone più di quanto si possa immaginare. Quando ho superato la difficoltà della musica mi sono concentrata su di lei in quel periodo, lei nella sua cucina con i suoi aiutanti Bruna e Ferruccio lei che prova ancora a cantare e i critici crudeli che la attaccano”.
“Nessuno sa veramente cosa sia la vita delle persone famose – spiega Larrain dando forse una chiave di lettura dei i suoi tre film dedicati alle grandi icone del ‘900: Jackie (con Natalie Portman), Diana in Spencer (con Kristen Stewart) e ora Maria – una vita apparentemente stupenda ma spesso molti difficile. Dietro le porte di casa nessuno sa veramente cosa succede e noi non sappiamo come sia stata la vita in quella cucina con Bruna e Ferruccio ( Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher) . La Callas per il 90% della sua vita sulle scene ha interpretato delle tragedie è morta sul palco, io e lo sceneggiatore ci siamo chiesti come fare un film che rispecchiasse la tragedia di una vita trascorsa a cantare per gli altri, prendersi cura degli altri quando solo alla fine poteva pensare a se stessa.
Nei panni della sorella della soprano, Valeria Golino, Haluk Bilginer interpreta Aristotele Onassis, che le spezzò il cuore lasciandola per Jackie Kennedy.