Era tra i film più attesi del concorso e non ha deluso le aspettative, Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), nuovo lungometraggio di quel Martin McDonagh che qualche anno fa, proprio qui al Lido, aveva presentato il sorprendente Tre manifesti a Ebbing.
Ambientato su una remota e aspra isoletta davanti alle coste irlandesi all’inizio del ‘900, The Banshees of Inisherin è segnato da quel mix di commedia e malinconia che da sempre, da In Bruges (2008), caratterizzano il cinema del regista e sceneggiatore britannico. Qui la vicenda principale è quella dell’immotivata fine dell’amicizia tra Colm (Brendan Gleeson) e Padraic (Colin Farrell), per decisione del primo e senza ragioni plausibili.
All’interno della ruvida comunità dell’isola va in scena quindi questa guerra privata, dal sapore quasi beckettiano per la sua paradossale assurdità, un’escalation di schermaglie che vede via via coinvolti i vari personaggi che compongono il mosaico sociale della piccola cittadina, persone che fino al giorno prima bevevano una pinta insieme e ora si combattono incapaci di trovare un modo di dialogare, via via dimenticandosi anche come e perché sia iniziato il conflitto.
Un’allegoria della stupidità umana, resa ancora più efficace dai colpi di cannone che si odono al di là del mare, dove è in corso la guerra civile irlandese, un conflitto in cui, per bocca degli stessi personaggi del film, non si sa più chi combatte con chi e perché, e che vede scontrarsi popoli che per secoli hanno vissuto pacificamente insieme. Da questo mare di idiozia, si salva solo la sorella di Padraic, Siobhàn, perfettamente interpretata da Kerry Condon, che non a caso prende le distanze da questi “stupidi e noiosi uomini”.
Film di grande intelligenza, The Banshees of Inisherin è anche un piccolo gioiello di scrittura, con dialoghi strepitosi, in grado di essere nerissimi e divertenti, segnati quell’umorismo sconsolato, imparentato con i grandi commediografi britannici, che fa di McDonagh uno dei più interessanti e acuti scrittori di cinema di oggi e rende questo suo ultimo film il nostro favorito per il Leone d’oro.