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February 12, 2022
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Megan Fairchild e “The Ballerina Mindset” per danzare al New York City Ballet

Intervista alla prima ballerina della prestigiosa compagnia newyorchese che demistifica il balletto e incoraggia a non snaturarsi per il successo

Maria Sole AngelettibyMaria Sole Angeletti
Megan Fairchild e “The Ballerina Mindset” per danzare al New York City Ballet

Megan Fairchild-The Nutcracker, NYCB. ( Credit Pic: NYCB)

Time: 5 mins read

Se c’è una ballerina capace, abituata a comandare il palco in esibizioni di virtuosismo senza sforzo, è Megan Fairchild: la prima ballerina, dal 2005, del New York City Ballet.

Nata a Salt Lake City, una volta star di Broadway, madre di tre figli, studentessa MBA della NYU Stern. Inizia a ballare alla tenera età di 4 anni, le punte diventano la sua forza e la sua più grande sfida, che la porteranno a eseguire i balletti più duri da interpretare: quelli del coreografo fondatore della compagnia, George Balanchine (Variazioni Donizetti, Rubies, Tchaikovsky Pas de Deux, Lo schiaccianoci), quelli pieni di salti e passi veloci, quelli per cui i più vengono scartati, quelli per cui i talenti, come lei, restano.

Nel suo corpo, snello e flessibile, danza come nessuno, con il suo gioco di gambe scintillante, la musicalità e il fraseggio brillante. Sul palco, dà l’impressione che nulla possa turbarla, ma non è sempre stato così: quella inalterabilità era insicurezza, repressione delle critiche più dure, era paura nascosta in svenimenti improvvisi, era turbamento dell’anima, erano vuoti dolorosi per la fame  – il peso è uno degli aspetti più severi da gestire per le ballerine – ed era frustrazione per la competizione.  

“The Ballerina Mindset”
How to Protect Your Mental Health While Striving for Excellence. Author: Megan Fairchild.

Il balletto che agli occhi del pubblico può sembrare affascinante e senza sforzo, richiede una disciplina estenuante e sfinente, e diventare prima ballerina della compagnia più importante del mondo, richiede impegno fisico e mentale che combina atletismo d’élite, abilità artistica e prestazioni di resistenza.

Non è uno scherzo. Megan Fairchild, dopo aver combattuto duramente, è riuscita a far danzare la consapevolezza su processi, che il più delle volte portano alla distruzione psichica. E lo racconta con arguzia, apertura e schiettezza corroborante in The Ballerina Mindset, edito da Penguin Life. Un piccolo volume sottile e ben scritto, dove condivide tutta la saggezza che ha imparato nella sua quasi ventennale carriera. E con la testa, il cuore e i piedi allineati- perfettamente- sulla sbarra, in una frenetica giornata newyorkese, racconta qual’è stata la chiave, che le ha permesso e le permette di mantenerli sani e felici. 

 

Riavvolgiamo il nastro della tua prodigiosa storia professionale: come ti è apparsa la strada della danza? 

“Non sono sicura di aver mai pensato che sia stata lei a trovarmi. L’ho cercata, prima io, dentro molte strade, diverse e sbagliate, che non mi appartenevano e in modo naturale si sono allontanate da me. Poi, a otto anni, quando per la prima volta ho visto il balletto – Lo schiaccianoci – è stato lui a chiamarmi. Ho subito pensato: perché non sono su quel palco? Ero gelosa, e da questo sentimento è scaturito un desiderio irrefrenabile. Era qualcosa che dovevo fare. E così ho iniziato a ballare e tutto è diventato più semplice. E ho trovato la mia strada. L’ho trovata nella facilità che provavo mentre danzavo e nel duro lavoro. Ci siamo trovate, e non ci siamo più lasciate”. 

La franchezza del tuo saggio, non inganna, rivela con imperturbabile disciplina la durezza di questo mestiere. Quanto è davvero distorto il fascino che ruota attorno al balletto?

“Ho scritto questo libro alla me giovane: quando era così stressata prima di un’esibizione, che l’unica cosa a cui pensava era buttarsi dalla finestra. Semplicemente non riesco ad essere bugiarda. Tempo fa ero alle prove dello Schiaccianoci, e per qualche motivo stavo lottando con le mie paure. E così, ad alta voce, ho detto: ‘Posso sorridere, ma non è quello che sento’. Ho imparato a riconoscere i miei sentimenti autentici”.  

Sei deliziosamente umana e questo ti rende un’eroina in tutù e pantofole. L’umanità rende tutto più bello e leggero.

“Esatto, e l’ho voluto scrivere. È giusto che le persone capiscano che sono solo un normale essere umano – ci pensa un istante – davvero bravo nel balletto. Lavoro solo duramente ogni giorno per qualcosa che mi appassiona. Mi piace pensare che la mia vita non sia poi così dissimile dalle tante vite nel resto del mondo. L’unica differenza è che trascorro molto tempo ad allungare i muscoli e a scaldare le parti del corpo. A parte questo sono ‘pretty regular‘”.  

Ansia, stress estremo, perfezionismo, paura del fallimento e del rapporto con il cibo. Come li hai messi a tacere e quanto è stata dura la lotta per raggiungere l’equilibrio nel successo?

“Ho imparato a capire cosa conta per essere una brava ballerina e ho messo a tacere quello che distrae. L’obiettivo è sempre stato quello di essere in grado di padroneggiare ciò che faccio e allo stesso tempo godermi il viaggio. Come? Ho modificato tutte le cose che non funzionavano per me, e sono rimaste solo quelle che mi permettono di vivere, il mio spazio mentale, nel miglior modo possibile, e così ballo al meglio”. 

“I giovani ballerini non devono snaturarsi per avere successo”. Megan Fairchild ( Credit Pic: NYCB)

Quali sono le cose che hai mantenuto? 

“La meditazione che ha placato l’ansia, e l’esperienza. Lei si, che mi ha insegnato come avere fiducia in me stessa”. 

Hai sofferto di svenimenti improvvisi dovuti alla forte ansia. Cerco di entrare in empatia con quei pesi, ma sento una pressione, così forte, che non mi permette di far uscire parole a riguardo. È così che ti sentivi?

“No, l’esatto contrario. Non ho mai perso le parole, ma lo stress che sentivo prima degli svenimenti era così forte che non riuscivo a smettere di parlare. Un’energia molto nervosa”.

Un’energia sicuramente diversa da quella che vivi nella veste di mamma: tre figli – due gemelle date alla luce ad aprile – ma questo non ti ha frenata, nel rimettere subito body e scarpette, per ballare molti dei ruoli più impegnativi della compagnia. Ecco, la ballerina Megan cosa dice alla Megan mamma?

“Le dico che ‘Three kids is no joke!‘ E che sono la stessa persona: non riesco a spegnere il mio lato materno. Ho lo stesso atteggiamento quando sono a lavoro e a casa con i miei piccoli. I colleghi spesso dicono che sono molto premurosa. È vero, sono protettiva con i  più giovani, come se fossero miei figli”.

L’intento del libro è di demistificare il balletto. Lo hai scritto anche per i giovani ballerini che sognano il grande palco?

“Assolutamente. Questo è decisamente l’obiettivo. Per i giovani ballerini affinché capiscano che non devono snaturarsi per avere successo, e per tutti affinché vedano quanto siamo umani”.

Megan Fairchild, The Nutcracker, NYCB. ( Credit Pic: NYCB)

Qual è la maggior ricompensa di essere la prima ballerina in una delle più grandi compagnie di balletto al mondo?

“Ascoltare gli applausi del pubblico dopo la fine di un balletto. Lo spettacolo si sviluppa in un tempo ben definito, che condivido con gli spettatori, e arrivare, insieme, alla fine della performance è significativo. Mi aiuta a voltare pagina e a ritrovare il rigore necessario per lavorare il giorno dopo”.  

Qual’è il consiglio che più ti senti di dare per ballare nella vita senza il dramma?

“Siamo tutti capaci di cose incredibili, ma il segreto è togliersi dalla testa il pensiero ossessivo di voler far cose grandiose e perfette, è la strada da percorrere che è mirabile”. 

È veramente possibile al New York City Ballet?

“Certo! Basta non voltare lo sguardo alla competizione. La motivazione non devi cercarla in chi ti circonda, ma in te stesso, nel tuo potenziale. E allora si che realizzerai grandi cose.” 

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Maria Sole Angeletti

Maria Sole Angeletti

Tra i libri di diritto ha capito che la sua vera passione sono le parole. Si occupa di New York, cultura e fa interviste. Content creator, social media director e autrice di podcast.

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