Non ha convinto quest’anno Michel Franco che si è presentato al festival del cinema di Venezia ’78 con “Sundown”, film in Concorso, di cui ha curato sia la regia che la sceneggiatura. Un film ambientato ad Acapulco, dove si sviluppa la crisi intimistica di un uomo oltre i suoi sessant’anni. Franco ci aveva abituati a film di denuncia sociale come il “Nuevo Order” del festival ’77 di Venezia dove ha vinto Gran Premio della Giuria 2020.
Neil, il protagonista dal film interpretato da Tim Roth, in profonda crisi esistenziale, si sente come anestetizzato da tutto ciò che gli accade intorno; la morte di sua madre, la sofferenza della sorella sono eventi che sembrano scivolargli addosso. È un uomo stanco della vita, stanco di scegliere, di dover essere protagonista della sua stessa vita, l’apatia verso tutto e tutti lo avvolge. Trova ristoro e conforto baciato dai forti e violenti raggi del sole di Acapulco e fra le braccia di una giovane ragazza autoctona. Neanche un evento triste come la morte di sua madre o la sconvolgente e tragica morte di sua sorella, la solitudine dei suoi nipoti e il loro bisogno di aiuto, riescono a scuoterlo. Paradossalmente è in cerca di pace dove la pace non c’è, Acapulco è attualmente uno dei posti più pericolosi e violenti della terra. “Con questo film volevo testimoniare la trasformazione di questa citta; da piccolo ho trascorso qui molte vacanze e non esistevano pericoli. Oggi Acapulco è diventato un epicentro di violenza” ha dichiarato Michel Franco.
Ha lavorato sul gioco degli opposti il regista, come del resto aveva già fatto con il uso ‘Nuevo Order’. Anche qui il regista descrive la classe sociale alta di una ricchezza sconfinata e la classe bassa della società che vive di espedienti e di violenza. Due realtà che vivono in modo parallelo e che si incontrano e intrecciano solo nelle occasioni di criminalità.
La povertà endemica causa violenza ma come può capirlo un uomo straricco come il nostro Neil? No, Neil sembra non accorgersene anche quando uomini vengono ammazzati sotto i suoi occhi. Apatico a tutto si sposta, senza degnare agli eventi tragici una minima riflessione, tanto è assorbito dal proprio estraniamento dalla realtà.
Acapulco è il posto dove la Violenza vince sulla ricerca di Pace ma Neil sembra non capirlo. E sarà la violenza di una ulteriore tragica notizia che deciderà il destino del protagonista. Il film dura solo 83 minuti una scelta saggia del regista come saggia la scelta di filmare superbi esterni in posti incantevoli donati dalla natura. Ma Venezia si appettava di più da Michel Franco.