“A 20 anni amavo già il cinema italiano, ma davanti al Gattopardo restai di stucco. Non ero pronto per un film del genere, dove ogni fotogramma catturava l’anima dei personaggi”, ha detto Martin Scorsese, sottolineando quanto Luchino Visconti abbia influenzato generazioni di registi e lasciato una traccia indelebile all’interno del cinema mondiale.
Nato nel 1906 in una nobile famiglia milanese, amico di Togliatti e membro del Partito Comunista Italiano, cattolico e apertamente omosessuale, Luchino Visconti ha segnato la storia del cinema italiano creando, con la sua arte, ponti tra mondi inconciliabili tra loro.
Grazie a Luce Cinecittà e Film Society, tutto il cinema di Visconti sarà in sala al Lincoln Center, a partire dalle versioni restaurate di “Ossessione” e “Morte a Venezia”. Grazie al ritrovamento di vari materiali, il restauro di “Ossessione”, film d’esordio di Visconti liberamente ispirato a “Il postino suona sempre due volte”, viene presentato nella versione di 140 minuti rispetto a quella di 93 a cui il film era stato ridotto nel 1943 dalla censura fascista. Viene anche presentata una ristampa dal negativo originale di una nuova copia in 35mm di “Ludwig” nella versione di 237 minuti mai vista dai Visconti.
Dopo la tappa Newyorkese, la retrospettiva continuerà a viaggiare arrivando all’ Harvard Film Archive di Cambridge, al Toronto International Film Festival (TIFF), al Pacific Film Archive dell’ Università di Berkeley, alla National Gallery of Art di Washington, al Museum of Fine Arts di Houston, all’ American Cinematheque di Los Angeles e al Gene Siskel Film Center di Chicago.