
Gino Rivieccio, comico raffinato, attore brillante, autore, sceneggiatore, show man televisivo, è stato definito il gentleman della comicità. Napoletano doc e una laurea in legge, ha scelto la comicità graffiante, elegante. La sua fonte di ispirazione? Il grande Walter Chiari. La sua è una lunga carriera brillante tra teatro, cinema e tv. Gino Rivieccio si rivela essere anche uno scrittore molto attento al sociale, alla sua terra con un capitolo scritto nel libro del prof. Antonio Giordano su Terra dei Fuochi. Tifoso azzurrissimo del Napoli, opinionista televisivo, è di scena a Palermo con Sandra Milo in “Mamma ieri mi sposo” e sta preparando la sceneggiatura di un film con Gustavo Verde e la moglie Alessandra D’Antonio. Innamorato della Sicilia, Palermo è la sua seconda città. Gino Rivieccio, eccolo a La Voce di New York.
Gino, sei stato definito il gentleman della comicità…
“Sì, una definizione che mi piace molto probabilmente dettata dalla mia estrazione teatrale, ma anche dai maestri che ho frequentato. La scurrilità non rientra nel mio Dna e di conseguenza non faccio nessuna fatica ad essere come sono. E poi le mie origini professionali nel lontano 1979 risalgono a Nino Taranto, De Vico, Luisa Conte, Dino Verde. D’altra parte, penso che dovrebbe essere la normalità per un comico, strappare una risata senza turpiloquio, bersagliare ma senza calunniare, senza offendere. Sempre graffiando, ma con garbo. Una volta sono stato definito da un tuo collega “comico di parola e non di malaparola”. Un’espressione che ho apprezzato molto”.
La tua comicità ci riporta ai grandi del passato penso a Alighiero Noschese. Quali sono i personaggi a cui sei più affezionato?
“Hai nominato un mio concittadino come il grande Alighiero. Sicuramente lui è stato tra quelli che ho amato di più e poi ho avuto la fortuna di crescere in teatro e in tv col suo autore: Dino Verde. Ma diciamo che quello a cui più mi sono ispirato è stato il grande Walter Chiari che per tanti motivi è colui al quale mi sento più vicino. Senza saperlo Walter è quello che mi ha insegnato di più a stare in scena e dietro le quinte. Una vita a 360 gradi che ho sempre ammirato. E quando penso che è morto in una fredda notte prenatalizia da solo in un residence di Milano davanti alla tv, mi viene una grande tristezza”.
Una lunga carriera, la tua, tra grandi show televisivi e teatro. Che progetti hai?
“Per la prossima stagione la ripresa di due spettacoli che quest’anno mi stanno dando grandissime soddisfazioni. Parlo di “ cavalli di ritorno “ un One Man Show che ha debuttato e ha registrato il tutto esaurito ogni sera al teatro Diana di Napoli lo scorso ottobre e della commedia “Mamma…ieri mi sposo” insieme a Sandra Milo, Fanny Cadeo e Marina Suma, Ettore Massa. Sarò anche al Napoli Teatro Festival con un lavoro drammatico di Fortunato Calvino “Fuoriscena”, senza contare la sceneggiatura di un film ambientato tra Napoli e il Trentino Alto Adige che sto scrivendo insieme a mia moglie e a Gustavo Verde”.

A Palermo sei a teatro in “Mamma ieri mi sposo” con Sandra Milo: tu il figlio e lei la mamma…
“Sì, è una storia originalissima perchè narra i sotterfugi, le bugie di un uomo di 50 anni che nasconde alla mamma di avere una moglie e nel contempo cela alla moglie di avere ancora la mamma. Un vaudeville ricco di colpi di scena, e ritmi frenetici che incalzano e si susseguono. Il pubblico si diverte tanto e soprattutto tributa alla Milo il giusto e doveroso riconoscimento: l’affetto e la stima per quella che è stata ed è ancora un’icona del cinema italiano. Questa commedia esalta il rapporto tra me e Sandra, d’altra parte con una come Sandra è difficile non andar d’accordo!”.
Che sensazioni ti ha dato questa città e cosa hai portato con te? È la città di Falcone e Borsellino, oggi Capitale della Cultura, la porta d’Oriente…
“Io amo Palermo, l’ho sempre detto se tornassi a nascere e a Napoli non ci fosse posto, direi alla cicogna di posarmi a Palermo. Ritrovo tante cose che mi appartengono e poi quello che mi ha colpito è la vivacità, la fertilità culturale che si respira soprattutto tra i giovani in quella che legittimamente è stata proclamata la capitale della cultura per il 2018, una capitale che dopo gli attentati del ‘92 e del ‘93 ha avuto la forza di rialzarsi e combattere con tutte le voci possibili la mafia. E’ proprio vero: le idee di Falcone e Borsellino grazie a queste voci camminano sulle gambe di tanti palermitani. Ed io da uomo del sud oltre che da uomo di legalità non posso che esserne felice!”.
Napoli e i 5 sensi, ti va di fare questo gioco? Partiamo dall’udito…
“Ma certo dai divertiamoci, sentire la voce di Pino Daniele, di Eduardo, dei vicoli, voci che mi mancano quando sono fuori”.
L’Olfatto…
“Respirare gli odori, in particolare quelli dei piatti che si cucinano in casa di cui senti gli odori mentre sali le scale. Non credo esista al mondo un’altra città dove nei palazzi senti e capisci cosa sta cucinando la signora del terzo piano”.
La vista…
“Il mare, faccio fatica a vivere dove non si vede il mare”.
Il tatto…
“e devo anche toccarlo…”
Il gusto…
“Il gusto dei napoletani credo sia unico e quando parlo di gusto mi riferisco anche all’eleganza di certi quartieri. Il vero signore napoletano lo individui dalle scarpe e dagli abiti. Penso a Monetti, ad Attolini, ai grandi stilisti e alle grandi sartorie che hanno reso ancora più nobile questa città”.
Sei molto attento al sociale, tuo un capitolo nel libro “Campania Terra di Veleni”di Antonio Giordano, oncologo e scienziato napoletano che si batte da anni per Terra dei Fuochi.
“Sì un tema che mi sta molto a cuore e di fronte al quale non bisogna mai abbassare la guardia. Un tema che riguarda tutti, in particolari i nostri figli e i nostri nipoti. Spero che il Parlamento inasprisca le pene in materia: mi piacerebbe vedere dei provvedimenti restrittivi alla stregua di quelli emanati nei confronti degli stragisti. Perchè in alcuni casi si tratta di strage. E se in Trentino mi sembra che ci si ammali per cancro tre volte di meno rispetto alla Campania un motivo c’è. E probabilmente anche noi cittadini campani faremmo bene a riflettere davanti a questi dati”.
La tua passione per il calcio ti vede non solo tifoso ma opinionista televisivo. Al ritiro del Napoli 4mila persone hanno assistito al tuo spettacolo. Gino…lo vinciamo?
“Fai bene a non nominare quella parola. Lo vinciamo? Ormai a Napoli è la parola d’ordine. Salgo su un taxi e il tassista mi fa : “ Signor Gì, c’a facimme? “…Vado alle poste e l’incaricato mi fa: “ Gì, c’a facimme?”. Che dirti? Sento che è l’anno giusto. Juventus permettendo. Anche perchè temo che se non si vince quest’anno dovremo aspettare ancora molto. E allora, sì, io ci credo. Ma non farmi dire quella parola…magica”.
E non la diciamo…