Molti articoli in questi due giorni sono stati aperti, o chiusi, con una delle celebri battute pronunciate dal meraviglioso Gene Wilder. Lo farò anch’io, la mia è: “Rimetta a posto la candela!”. Mi ha fatto sempre tanto ridere. “Put the candle back!”, frase banale e in sé per nulla divertente, ma data la situazione (lui catapultato in un vano segreto dietro la libreria girevole da un’inconsapevole Inga), la comicità isterica di Wilder (la sua voce imperturbabile che arriva da dietro la libreria e poi la sua faccia schiacciata tra lo stipite e gli scaffali), e la sua stessa scrittura impeccabile (la sceneggiatura infatti è firmata da Wilder insieme a Mel Brooks) hanno reso questa e altre sequenze memorabili, in quel memorabile, esilarante, cinico, irriverente, strambo capolavoro che è Young Frankenstein, da noi conosciuto come Frankenstein Junior.
Diretto da Mel Brooks e basato su un’idea originale dello stesso Wilder, che lo propose a Brooks che però lo definì “cute” ma nulla più, e ci vollero un bel po’ di tempo e una serie di fortunate coincidenze perché il progetto venisse finalmente realizzato, nel 1974.
Ci volevano senz’altro il talento geniale e strampalato di Mel Brooks e l’accoppiata casuale e magnifica con Marty Feldman, ma ci voleva soprattutto Gene Wilder a rendere Frankenstein Junior quel film culto, quel capolavoro di comicità intelligente e grottesca che conosciamo a memoria, di cui ricordiamo lunghe sequenze e citiamo battute, tanto sciocche quanto assolutamente perfette. Un’accurata parodia del genere, o più correttamente, una vera e propria rivisitazione del romanzo di Mary Shelley, un horror che inanella risate piuttosto che grida di spavento, come una parodia del genere è l’altro film che Brooks stava girando lo stesso anno, e che uscì quasi contemporaneamente a questo giovane Frankenstein, Blazing Saddles (Mezzogiorno e mezzo di fuoco), anche questo interpretato da Wilder, anche questo un grande successo. Il terzo film a cui Wilder e Brooks lavorano insieme, ma il primo in ordine di tempo, è Willy Wonka & the Chocolate Factory (Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato), film troppo cupo dietro all’apparenza grottesca e fantasiosa, troppa inquietudine nello sguardo folle e visionario di Wilder così come dietro ai piccoli umpa lumpa, e il film non fu un successo: Roald Dahl (autore del romanzo su cui il film è basato) si arrabbiò non poco e la critica lo snobbò bellamente. Eppure con gli anni, pure Willy Wonka è diventato un cult, fino a portare Tim Burton a farne un remake con un Johnny Depp che è bravo ma, ahimè, non è Gene Wilder.
Gene Wilder è scomparso la mattina del 29 agosto 2016, a 83 anni. Mancava dagli schermi da oltre vent’anni, era malato da tempo, e ben pochi in tutti questi anni hanno scritto di lui. In questi giorni ne hanno scritto tutti, giustamente, e si possono trovare facilmente informazioni sulla sua vita e la sua carriera, notizie e date, stralci di interviste e frammenti di biografia, c’è tutto per chi volesse approfondire o anche solo ricordare. Anche se penso che il miglior modo sia guardare e riguardare uno dei suoi tanti film, in cui ritroviamo qual grande attore che è stato, dai primi corsi alla Bristol Old Vic Theater School in Inghilterra agli HB Studios e poi all’Actor Studio di New York, fino a Broadway e al cinema che lo ha reso famoso.
Gene Wilder è stato anche regista e romanziere, ma è come attore che è rimasto nei nostri cuori. Per qualche ragione (e la ragione penso sia quella di aver scelto la commedia e non il dramma) nessuno penso lo abbia mai accostato a Pacino o De Niro, senza scomodare poi i grandi attori inglesi. Eppure, pensateci un attimo: quanti sono i film resi memorabili proprio dalla sua recitazione e da quell’inconfondibile sguardo? The Producers (Per favore non toccate le vecchiette), Willy Wonka, Everything You Always Wanted to Know About Sex* (*But Were Afraid to Ask) (Tutto quello che avreste voluto sapure sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)), Frankenstein Junior, Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Silver Streak (Wagon-lits con omicidi), The Frisco Kid (Scusi dov’è il West?), The Woman in Red (La signora in rosso), See No Evil, Hear No Evil (Non guardarmi: non ti sento), e tutti gli altri. Tra tutti i film interpretati da Gene Wilder ne avete visto almeno uno, e ne ricordate a memoria almeno una scena, e ne potete citare almeno una battuta. Anzi, secondo me probabilmente due. Non di molti attori si può dire la stessa cosa.
Un’ultima nota per dire che Frankenstein Junior (che parlando con molte persone in questi giorni capisco essere il preferito tra i suoi film) è stato un grande successo in tutto il mondo ma straordinariamente grande solo in Italia; è infatti il DVD più venduto di tutti i tempi, il film è stato studiato, analizzato, scomposto, citato, grazie anche a un impeccabile e riuscitissimo (per una volta) lavoro di traduzione e doppiaggio. A questo proposito, si trovano delle informazioni interessanti sulla versione italiana del film sul sito Internet di Rai Media.
“Taffetà”, caro Gene Wilder.
Guarda la scena della candela in Frankenstein Junior, in italiano: