Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Spettacolo
April 14, 2015
in
Spettacolo
April 14, 2015
0

Emigrazione: La prima fuga dei cervelli italiani

Gianna PontecorbolibyGianna Pontecorboli
Time: 5 mins read

Esuli, rifugiati o emigranti? Quando si parla dell'emigrazione intellettuale italiana negli Stati Uniti alla fine degli anni '30, e soprattutto di quella ebraica, i termini si confondono spesso. A cercar di chiarire la questione da un punto di vista storico, però , e' stata nei giorni scorsi Alessandra Gissi, ricercatrice di Storia Contemporanea all'Università di Napoli ''L'Orientale”. Durante un'interessante conferenza al Calandra Italian American Institute della CUNY, la studiosa ha spiegato perché, a suo giudizio, i professori arrivati per motivi politici o dopo l'emanazione delle leggi razziali devono essere considerati parte di una ben piu' vasta corrente migratoria.

La Voce di New York le ha fatto alcune domande.

Lei dice che gli intellettuali ebrei furono emigranti e non esuli. Quali sono le differenze, da un punto di vista storico, tra i due gruppi?

Gli aspetti particolarmente drammatici della loro vicenda, soprattutto il feroce antisemitismo, sembrano aver provocato il radicarsi dell’uso di termini come esiliati o rifugiati. Due termini che dicono molto ma non tutto, e che vengono adoperati, talvolta, in maniera così casuale e interscambiabile da rendere necessaria qualche riflessione. Non è tanto che mi interessi una definizione rispetto ad un’altra, quel che mi interessa è l’analisi dei percorsi di questa mobilità. Come l’emigrazione non sia stata esclusivamente la risposta ad un’eccezionale povertà o a condizioni di sovrappopolamento e che, soprattutto, non sia stata dettata unicamente dai meccanismi di push/pull del mercato internazionale è ormai fuori di dubbio. La decisione di emigrare è stata anche una scelta personale, un progetto individuale o familiare elaborato da un’articolata gamma di protagonisti, ispirata a logiche e strategie – non solo economiche – socialmente differenziate. Ebbene, l’intellectual wave che raggiunse le coste statunitensi tra le due guerre mondiali, sospinta dalla terribile temperie europea, non rappresentò un’eccezione. Alcuni esempi dimostrano chiaramente che le persecuzioni politiche e razziali si intrecciarono spesso con motivazioni di altro tipo. E le categorie interpretative delle migrazioni risultano particolarmente utili per analizzare il fenomeno.

Alessandra Gissi

Alessandra Gissi

Perche' ci sono state delle remore a riconoscere gli intellettuali ebrei come migranti?

Intanto bisogna specificare che non tutti erano ebrei, c’è stata una componente di antifascisti che hanno ricevuto maggiore attenzione ma dopo i provvedimenti antiebraici del 1938 certamente la maggioranza era composta da ebrei.

Non c’è dubbio che le cifre di questa ondata migratoria appaiano minori se paragonate a quelle della grande emigrazione che aveva drenato la popolazione di molte regioni italiane tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Per questa ragione la storiografia italiana può essere stata indotta a considerare il fenomeno, se non ininfluente, certo difficilmente leggibile con le categorie interpretative delle migrazioni. Al tempo stesso, lo stereotipo dell’emigrante – cafone senza fortune e senza progetto – così testardamente coltivato prima che venissero elaborate interpretazioni più avvertite, ha reso lungamente improponibile l’idea che si potesse parlare di emigrazione anche per gli intellettuali espatriati negli anni tra le due guerre mondiali. I «professori» apparivano inconciliabili con l’idea (sbagliata) di miseria e subordinazione legata alla Grande Emigrazione. Ne è derivata una negazione pregiudiziale delle somiglianze in virtù delle macroscopiche differenze, ha trionfato una macroanalisi che ha perso l’occasione di una micro-osservazione dei percorsi individuali.

Tra gli ebrei che scelsero l'America ci furono grandi nomi e giovani sconosciuti. Che cosa, a suo giudizio, accomunava i due gruppi?

Le difficoltà. Tranne rarissimi casi anche intellettuali, scienziati molto noti hanno faticato a realizzare un progetto migratorio reso molto difficile da tante situazioni contingenti.

E che cosa li divideva?

A volte la disponibilità economiche ma soprattutto la vastità dei network relazionali e professionali. Questi network, sono degni di interesse ma anche difficili da indagare in un’esperienza migratoria che non dà vita a comunità dense e coese socialmente. L’importanza cruciale delle relazioni personali – in quanto canali di trasmissione delle informazioni – nella ricerca di un posto di lavoro o, in questo caso, di una borsa di studio o di un contratto annuale risulta evidente. Le relazioni personali di chi ha deciso l’emigrazione ne influenzano sovente la destinazione, ma più spesso costituiscono un capitale cruciale sia per il successo del progetto anche quando ci si rivolge a organizzazioni apposite – come era ad esempio l’Emergency Committee in Aid of Displaced Foreign Scholars – sia per l’inserimento in un mercato del lavoro che, inevitabilmente, per i nuovi venuti – ma soprattutto per le donne – è all’inizio del tutto opaco come accade spesso ai migranti.

Il fatto di aver taciuto nelle loro autobiografie i mestieri più umili che furono costretti a fare li accomuna, in qualche modo, ad altri gruppi di emigranti?

Non tutti lo nascosero ma la maggior parte riprendono a “scrivere il loro curriculum vitae” solo quando hanno raggiunto una posizione che reputano degna di quella di partenza. Nel libro di Lewis Coser,Refugee Scholars in America: Their Impact and Their Experiences (Yale University Press, New Haven-London 1984) si cita la moglie di un professore di zoologia arrivato dall’Europa che raccontava, sconsolata: «Mio marito è stato uno stimato professore, la cui opinione è sempre stata apprezzata. Adesso è solo un immigrato, uno delle migliaia di immigrati arrivati in America in cerca di impiego e di una occasione per ricominciare una vita in terra straniera».

Inoltre il sistema di valori europeo, lo status di cui godevano i professori universitari, ad esempio, erano diversi, e i motivi di disagio erano frequenti, spesso incomprensibili agli occhi dei colleghi statunitensi. Alvin Johnson ricorda che «fu un boccone duro da mandar giù», per alcuni accademici europei, «accettare di insegnare in una scuola di educazione per adulti» come era la New School for Social Research.

Che cosa distingue l'esperienza degli uomini da quella delle donne?

In generale si riconoscono all’intellectual wave alcune caratteristiche peculiari: la tendenza ad essere una migrazione familiare con una sostanziale parità negli arrivi di uomini e donne; un’età media decisamente più elevata di quella della grande emigrazione di massa e, infine, una netta propensione per l’insediamento nei centri urbani. Tuttavia, l’analisi della presenza femminile suscita alcune riflessioni.

La prima, quella che complica un modello di migrazione familiare che appariva consolidato, è che si sono mosse verso gli Stati Uniti donne sole, non sposate, né accompagnate. Le donne che prendono parte a questo flusso migratorio non sono soltanto persone che seguono. In più, il progetto di una migrazione è spesso legato all’attitudine e alla familiarità con precedenti esperienze di mobilità individuale. Dunque, una identica condizione di partenza, ovvero la persecuzione antisemita, non determina una totale sovrapponibilità dei percorsi femminili rispetto a quelli maschili. Le donne trovano una maggiore difficoltà ad approdare negli Stati Uniti ma soprattutto a penetrare le fitte maglie del mercato del lavoro intellettuale, perché sono meno specializzate, si trovano nei ranghi universitari meno strutturati, con una posizione più incerta e un’identità professionale fluida e meno definita.

Tuttavia, spesso gioca a favore delle immigrate, anche nella fase dell’integrazione, il ricco bagaglio di conoscenze linguistiche, più consueto nell’istruzione femminile e talvolta superiore a quello dei loro colleghi maschi.

 


Gianna Pontecorboli è l'autrice del libro  America, Nuova Terra Promessa. Storie di ebrei italiani in fuga dal Fascismo. (Brioschi, 2013). 

Da leggere anche "La storia invisibile degli ebrei italiani in America…"

Share on FacebookShare on Twitter
Gianna Pontecorboli

Gianna Pontecorboli

Genovese,laureata in storia economica, Gianna Pontecorboli ha una lunga carriera di corrispondente dagli Stati Uniti. Attualmente lavora per Il Corriere del Ticino e Lettera 22

DELLO STESSO AUTORE

Intervista a Dello Strologo: “Difendiamo l’opposizione lasciata sola in Israele”

Intervista a Dello Strologo: “Difendiamo l’opposizione lasciata sola in Israele”

byGianna Pontecorboli
Al Centro Primo Levi di NY, la storia “da raccontare” della casa editrice Adelphi

Al Centro Primo Levi di NY, la storia “da raccontare” della casa editrice Adelphi

byGianna Pontecorboli

A PROPOSITO DI...

Tags: Alessandra GissiCalandra Instituteebreiemigrazione italianaintellettuali italiani in America
Previous Post

13 Modi per fare a meno della pena di morte e creare una società che rispetti la vita

Next Post

Le mani dei bambini nei campi di tabacco americani: lavoro minorile, sfruttamento, malattie

DELLO STESSO AUTORE

L’influenza della comunità ebraica nell’Italia medievale riconosciuta in un libro

L’influenza della comunità ebraica nell’Italia medievale riconosciuta in un libro

byGianna Pontecorboli
A New York la “Anne Frank Exhibition” per spiegare l’Olocausto ai giovani

A New York la “Anne Frank Exhibition” per spiegare l’Olocausto ai giovani

byGianna Pontecorboli

Latest News

Trump, triste quello che sta succedendo con Russia e Ucraina

Trump, triste quello che sta succedendo con Russia e Ucraina

byAnsa

Trattato globale sulla plastica, il tempo stringe: scontro tra visioni opposte a Ginevra

byAlessandro Farruggia

New York

Duplice omicidio all’Università di Colorado Springs: indaga la polizia

Two Fatal Shootings Shatter Months of Calm in Chelsea, Hell’s Kitchen

byDaniele Di Bartolomei
Il Chrysler Building torna sul mercato: in vendita una leggenda di NY

Il Chrysler Building torna sul mercato: in vendita una leggenda di NY

byDania Ceragioli

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post

Il viadotto “Imera” verrà eliminato col tritolo. Al suo posto una bretella e l’ospedale

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?