Lo sfondo della Firenze trecentesca colpita dalla peste è il nuovo set del film di Paolo e Vittorio Taviani, ottant’anni e passa a testa, dopo il successo di Cesare deve morire, docudrama dello spettacolo allestito a Rebibbia, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino.
“Ieri come oggi, la peste può presentarsi con mille facce. Le angosce contemporanee, dalla minaccia del terrorismo jihadista, all’emergenza sbarchi, al clima di sfiducia che c'è oggi in Italia. Abbiamo in sostanza pensato che la peste è tornata più subdola e mascherata dalla crisi economica e sociale in cui viviamo”, sottolineano i due registi nella conferenza stampa di presentazione del film.
In Meraviglioso Boccaccio, come nel Decameron, dieci giovani, sette donne e tre uomini, si rifugiano in campagna per combattere l’orrore di una città devastata dalla pestilenza. Per passare il tempo, decidono di raccontarsi ogni giorno delle brevi storie. Come in Kaos, film del 1984 ispirato all’opera di Pirandello, la scelta dei Taviani cade su cinque novelle che hanno in realtà̀ un unico vero protagonista, l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Badesse lussuriose, cavalieri vendicativi, frati loschi, fanciulle furbe, mariti gelosi e amanti disposti a tutto. Le passioni umane senza tempo governate dell’Amore, una forza in sé sana e positiva, che, secondo il Boccaccio, è assurdo e vano frenare o reprimere. “Ma anche il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di qualsiasi epoca”, aggiungono i Taviani.
Ambientato in una villa nei pressi di Certaldo, terra di origine di Giovanni Boccaccio, il film dei fratelli Taviani, seppur a tratti troppo didattico, è marcato dalla bellezza degli scenari, suggestivi e autentici, e da una notevole raffinatezza estetica, evidente soprattutto nella fotografia. E conferma ancora una volta la tendenza dei Taviani a recuperare nei testi classici una verità storica e morale necessaria a comprendere l’oggi. “Il nostro intento era soprattutto fare un film senza tempo. Il nostro Boccaccio è più attuale di quel che si creda. E poi avevamo voglia di avvicinarci ai nostri giovani e a questo presente brutale che li esaspera, tra disoccupazione e precarietà. Li incontriamo nelle nostre strade o in giro per il mondo. Perché nonostante le difficoltà, solo loro possono essere il punto di partenza per la rinascita morale”.
Eppure Meraviglioso Boccaccioè solo l’ultimo titolo di una lunga serie. Mentre negli Stati Uniti gli studi sul poeta fiorentino sono diventati ormai una piccola industria, la versione cinematografica del Decameronpiù apprezzata nel Nord America rimane l’adattamento rivoluzionario firmato da Pier Paolo Pasolini nel 1971. La versione che Pasolini mette in scena tende a raffigurare un'umanità incolta e rozza, priva di una coscienza di classe ma capace di vivere ogni istinto basilare senza colpe e senza rimorsi. Per questo lo scrittore scelse di spostare l’ambientazione del film dalla Toscana a Napoli perché, a suo parere, era l’unica città che aveva deciso di mantenere forte la propria identità. Il film fu perseguitato dalla censura per la presenza di alcune scene di nudo integrale maschile e per i temi trattati.
“Ma non si possono fare paragoni. In tempi di battaglie per la liberazione sessuale, Pasolini ha costruito il suo bellissimo Decameron con l’intento di abbattere i molti tabù moralistici e preconcetti bigotti. Il nostro non è un film casto. E’ sensuale, di una sensualità sotterranea e così più coinvolgente. Meraviglioso Boccaccio è figlio dei nostri giorni e assomiglia solo a se stesso”, concludono i due registi.