Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Spettacolo
June 11, 2014
in
Spettacolo
June 11, 2014
0

Storie di ordinaria mafia a Palermo. Il film di Pif e la verità con gli occhi di un bambino

Il film di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, presentato alla rassegna di cinema italiano del Lincoln Center

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 6 mins read

Pier Francesco Diliberto, in arte Pif, non è un pifferaio magico. È invece il regista di un film che, pur ricordando tanti morti ammazzati,  riesce a divertire, a farti piangere, disperare e poi, miracolosamente, anche sperare. Pif è nato e cresciuto a Palermo, e anche chi scrive ha vissuto (dall’età di sei anni) nella capitale della Sicilia. Questo film non lo potevo proprio perdere, complimenti a Open Roads, la magnifica rassegna del ­Lincoln Center, per aver incluso la prima opera di Pif tra i film italiani da portare quest’anno a New York.

La mafia uccide solo d’estate che abbiamo visto sabato e potete ancora vedere giovedì, descrive la “mattanza” di poliziotti, carabinieri, politici, imprenditori, giornalisti e giudici che avvenne a Palermo negli anni Settanta-Ottanta fino alle stragi di Capaci e Via d’Amelio del ’92 dove persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La storia degli uomini della legge che cadono sotto i colpi della mafia mentre chi comanda a Roma non si sconvolge più di tanto (“Preferisco i battesimi ai funerali” rispose Giulio Andreotti a chi gli chiese perché non si fece vedere a Palermo per i funerali del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa) viene raccontata da Pif con lo stile tutto suo, da MTV. Il regista palermitano, trapiantato da anni a Milano dove appunto fa il conduttore-giornalista in una trasmissione di successo di MTV, al suo film dà quello stesso ritmo che lui si è inventato per far televisione, in cui fa divertire mentre informa. Una scelta precisa di stile, anche perché di set cinematografici Pif ne ha frequentati e con pezzi grossi del cinema italiano, come racconta nella bella intervista a Chiara Spagnoli Gabardi. 

All’inizio, almeno a chi scrive, questo ritmo da commedia tv, fa uno strano effetto dato il tema trattato, ma dura poco. La storia che racconta Pif è più forte di questo stile poco cinematografico. E come riuscì a Roberto Benigni che con La vita è bella affrontò l’Olocausto rischiando di far solo ridere ma alla fine commosse e vinse l’Oscar, anche a Pif riesce un film che pur buffo, sa raccontare la tragedia di una città lasciata indifesa a subire una violenza mafiosa che, si capisce, non disturbava più di tanto l’Italia degli ultimi anni di guerra fredda.

Il film di Pif quindi racconta Palermo in balia della mafia attraverso sguardi e pensieri del piccolo Arturo (Alex Bisconti), bambino timido che cresce scoprendo che nella sua città chi perde la testa per le “femmine” rischia di morire e che sa riconoscere il boss Toto Riina senza averlo mai visto prima. Merito di Pif, che intreccia la storia delle violenze mafiose con la storia d’amore del piccolo Arturo (una volta cresciuto è interpretato dallo stesso Pif) per la compagna di scuola Flora (interpretata dalla piccola Ginevra Antona e poi, una volta cresciuta, da Cristiana Capotondi) è di farci riconoscere e celebrare tutti i grandi eroi di quella lunga stagione di violenza. Si tende infatti in Italia a credere che a Palermo le grandi stragi di mafia siano avvenute agli inizi degli anni Novanta, con l’uccisione di Falcone e Borsellino. Ma prima di loro e per almeno 15 anni, sono in tanti coloro che muoiono senza che lo Stato sappia come (o voglia veramente) fermare quella mattanza. E se sicuramente Carlo Alberto Dalla Chiesa è un nome troppo importante per essere facilmente dimenticato, tanti altri che vengono uccisi dalla mafia  sono persone di immenso valore civile ma che ormai pochi ricordano. Così grazie a Pif, il pubblico italiano può accorgersi di un certo Boris  Giuliano, il commissario ucciso il 21 luglio del 1979 al bar del cinema Lux, in via Di Blasi, a pochi passi alla parallela via Federico Pipitone, la strada dove quattro anni dopo, sempre a luglio, viene ucciso il giudice Rocco Chinnici, con una autobomba potente come quella di nove anni dopo in Via D’Amelio (strada molto più periferica rispetto alla via Federico, che invece si affaccia alla centralissima Via Libertà).

Giuliano, che porta lo stesso cognome del più famoso bandito di Montelepre, merita di essere ricordato come un grande eroe dei siciliani liberi. Quel commissario che aveva scoperto i traffici di droga tra la Sicilia e New York, Pif ce lo mostra come un affettuoso palermitano che offre le iris al cioccolato al piccolo Arturo, prima di venire ucciso proprio in quel bar così familiare. Ed ecco quindi anche Rocco Chinnici, il giudice che inventò il pool antimafia e che fu il maestro e protettore di Falcone, Pif ce lo mostra simpatico e incuriosito dal piccolo Arturo mentre se lo ritrova sotto casa intento a corteggiare l’amata Flora, la compagna di scuola che vive proprio nello stesso palazzo del giudice, in quella portineria che poi salta in aria il 29 luglio del 1983. Nel film di Pif non ci sono tutti, perché i morti di mafia di quegli anni sono troppi per entrare tutti in un film, ma qui vogliamo ricordare anche il coraggioso Antonino Saetta, magistrato che condannerà i mafiosi killer di Chinnici, e che verrà a sua volta ucciso col figlio a Caltanissetta nel 1988.

A Palermo e dintorni, in quegli anni, era mattanza continua. Il giudice Cesare Terranova, il presidente della Regione Piersanti Mattarella e il segretario regionale del PCI Pio La Torre, gli ufficiali dei carabinieri Giuseppe Russo, Emanuele Basile e Mario D’Aleo, i poliziotti Beppe Montana e Antonio Cassarà, l’imprenditore Libero Grassi,  e altri poliziotti ancora, come Nino Agostino ed Emanuele Piazza, agente del Sisde che solo l’intervento di Giovanni Falcone fece riconoscere come un poliziotto vittima della mafia dopo la sua scomparsa, quando ancora lo stato si ostinava a far finta di nulla  lasciando circolare la voce che il cacciatore di latitanti fosse scappato con una “femmina”.

Tanti e tanti altri ancora che ovviamente mancano nel film di Pif: troppi i nomi da ricordare insieme a tutti quei poliziotti caduti mentre scortavano i giudici massacrati. Sicuramente con La mafia uccide solo d’estate (titolo ripreso dalla risposta che il padre del piccolo Arturo da per rassicurare il figlio sul pericolo mafioso a Palermo) emerge chiaramente, mentre si sorride a qualche battuta e si vedono i mafiosi di Riina mangiare panini mentre “scannano cristiani”,  che tutte le vittime, anche quelle che non si vedono (come la moglie dell’agente Nino Agostino, Ida Castelluccio,  incinta e uccisa accanto al marito perché evidentemente sapeva quello che non doveva), che qualcuno aveva deciso che a Palermo lo “show” doveva andare avanti. Già, mentre la mafia scannava, la vita continuava come se fosse tutto “normale”. Almeno per Beirut, in quegli stessi anni,  si riuniva il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma per Palermo in Italia si faceva finta di nulla. E così si andava a scuola, si giocava a pallone, si usciva con il primo amore, si passava in vespino da via Isidoro Carini, il 3 settembre 1982, dove pochi minuti dopo avrebbero massacrato Dalla Chiesa e la moglie Manuela Setti Carraro… Già, forse per questo la Mafia uccide solo d’estate, così i palermitani potevano distrarsi facendo il bagno a Mondello, all’Addaura o a Sferracavallo, senza che a quei tanti Arturo e Flora venisse in testa per anni di gridare basta, ribellatevi o andate via da questa città di morte.

Pif, col suo piccolo grande film, ricorda a generazioni di palermitani che hanno fatto malissimo a far finta di nulla, a crescere figli e nipoti cercando di esorcizzare la mafia come fosse un pericolo per gli altri. Le scene finali del film, quelle dei funerali delle vittime, e della folla di palermitani che finalmente grida contro la mafia e anche contro lo “stato complice”, danno forti emozioni a chi c’era o a chi avrebbe voluto esserci.

Così Pif chiude il film con Arturo che finalmente con accanto la sua amata Flora diventa padre, ma invece di ignorare la realtà per proteggere il figlio, con lui  ancora piccolissimo in braccio, già fa il tour di tutti i luoghi di Palermo dove sono caduti gli eroi che si sono battuti, perché è non dimenticando Boris Giuliano o Rocco Chinnici che si combatte la mafia.

Infine, questo film ci fa applaudire Pif anche per la figura del giornalista Francesco (interpretato da Claudio Gioè). Il piccolo Arturo ne è affascinato e vuole seguirne le orme e si capisce che Francesco è un giornalista che dà fastidio ai potenti, che vien messo “allo sport” per questo. E tocca a Francesco dire al piccolo Arturo che il giornalista non deve farsi piacere ai potenti, ma semmai infastidirli, il giornalista deve essere “un rompicoglioni!”. A Palermo negli anni di cui parla il film di Pif, la mafia ha ucciso giornalisti veri, come Mario Francese, ma quei ricordi e il messaggio non sono solo per chi è cresciuto in quella città. Per scongiurare che a Roma continuino a susseguirsi altri Andreotti – il piccolo Arturo, prima affascinato dal sette volte premier, ne capirà finalmente il ruolo cinico –  il messaggio che Francesco Diliberto, in arte Pif, lancia attraverso la figura di Francesco è chiarissimo.

 

 

Share on FacebookShare on Twitter
Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

DELLO STESSO AUTORE

L’Afghanistan senza donne al lavoro verso l’abisso, l’ONU spera ancora nei talebani

L’Afghanistan senza donne al lavoro verso l’abisso, l’ONU spera ancora nei talebani

byStefano Vaccara
Dieci anni visti da New York, si continua ancora più forti

Dieci anni visti da New York, si continua ancora più forti

byStefano Vaccara

A PROPOSITO DI...

Tags: antimafiaBoris Giulianocinemacinema italianoCommissario Boris Giulianoeroi antimafiaGiovanni FalconeLincoln CentermafiaOpen RoadsPalermopizzovittime della mafia
Previous Post

Speciale Open Roads / L’ultima ruota del carro: intervista al regista Giovanni Veronesi

Next Post

Cristianità in Cina, la moltiplicazione dei cattolici e dei protestanti continua

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Fabrizio Di Michele: “Il Consolato oggi è più efficiente”

Fabrizio Di Michele: “Il Consolato oggi è più efficiente”

byStefano Vaccara
Lana Zaki Nusseibeh: “Israele deve essere parte integrante del Medio Oriente”

Lana Zaki Nusseibeh: “Israele deve essere parte integrante del Medio Oriente”

byStefano Vaccara

Latest News

Trump e la pornostar Stormy Daniels: presentate le prove a un grand jury

Trump e la pornostar Stormy Daniels: presentate le prove a un grand jury

byAlessandro D'Ercole
Allarme ludopatia a New York: colpiti soprattutto gli adolescenti

Allarme ludopatia a New York: colpiti soprattutto gli adolescenti

byLa Voce di New York

New York

Allarme ludopatia a New York: colpiti soprattutto gli adolescenti

Allarme ludopatia a New York: colpiti soprattutto gli adolescenti

byLa Voce di New York
Megattera morta si arena sulla spiaggia di Long Island

Megattera morta si arena sulla spiaggia di Long Island

byPaolo Cordova

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post

Padoan e l'Italia dei miracoli

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the and the .

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?