Attenti a prendere il nuovo film di Nick Cassavetes con le molle. Dietro le spoglie della commedia ridanciana si cela una riflessione piuttosto interessante e per nulla scontata sull’essere donna oggi. Che non si tratta di una banale pochade ma di qualcosa di più profondo, lo si capisce fin dalle prime scene: il ritmo non è indiavolato come il genere pretenderebbe, le gag o le battute non si ripetono senza soluzione di continuità. Al contrario assistiamo a uno studio di caratteri, ovviamente femminili, insolito e sorprendentemente lucido.
Il film ci mostra all’inizio due modi opposti di essere donna (non ragazza) oggi: da una parte l’avvocato in carriera che ha tutto sotto controllo tranne la capacità di connettersi veramente col prossimo (Cameron Diaz), dall’altra la casalinga abituata, ormai fin troppo abituata, al suo mondo ovattato. La collisione tra questi due modi di vivere e lo studio dell’energia che tale attrito sprigiona, il tutto causato da un marito irrimediabilmente fedigrafo, è la parte migliore di The Other Woman. Quando poi alle due si aggiunge la bellona di turno, venti anni più giovane e tre taglie più procace, ecco che la riflessione sul tempo che passa e su come accettarne le conseguenze impreziosisce ulteriormente il discorso di Nick Cassavetes. Regista che comunque non dimentica che si tratta di una commedia, e che quindi si deve ridere.
Più che la prima star del lungometraggio, Cameron Diaz, pepata ma non irresistibilmente cattiva come era successo qualche anno fa con Bad Teacher, la grande regina del progetto è Leslie Mann, filo conduttore che lega The Other Woman con altre commedie dolceamare di introspezione psicologica e sentimentale, quelle di suo marito Judd Apatow. È la Mann la mattatrice assoluta di questo film, irresistibile quando all’inizio deve dipingere l’ingenuità e la bontà d’animo della moglie tradita, malinconicamente dolce, invece, nella seconda parte, una volta presa coscienza che il suo matrimonio è una bolla di sapone ormai pronta a scoppiare.
Quando la commedia è ben fatta, quasi sempre riesce a far ridere riguardo temi verso cui invece si dovrebbero provare sentimenti opposti. È il caso The Oher Woman, film molto attento a trovare un equilibrio nei toni, capace di insinuare nello spettatore più dubbi e riflessioni che certezze superficiali. Basterebbe questo per meritare una visione in sala. Il valore aggiunto, come già ampiamente scritto, è la splendida quarantaduenne Leslie Mann, una delle migliori attrici comiche americane uscite fuori dagli ultimi dieci anni di cinema.