Torino si presenta alla Big Apple. La città che negli ultimi decenni si è trasformata da capitale dell'industria a capitale della cultura arriva a New York per far conoscere anche da questa parte dell'oceano le sue ricchezze e la sua vasta offerta culturale. Nasce con questo obiettivo l'iniziativa Torino Ideas che ha portato a New York un ricco calendario di eventi legati alla città sabauda. E ha portato anche il sindaco di Torino, Piero Fassino, che in questi giorni sta partecipando a incontri e presentazioni per far conoscere e apprezzare la sua città.
Fin dalla seconda metà degli anni '90, quando la crisi dell'industria automobilistica costrinse la ex capitale d'Italia a ripensare i propri modelli economici, Torino ha fatto della cultura una vera e propria risorsa e ha creato un sistema che mette in rete realtà pubbliche e private, musei, fondazioni, gallerie, teatri, cinema. Un assaggio di tutto questo è stato portato a New York per queste giornate torinesi iniziate con una mostra eccezionale: dal 25 ottobre, alla Morgan Library sono esposti nove disegni di Leonardo Da Vinci e sette dei suoi studenti, in prestito dalla Biblioteca Reale di Torino. Tra i disegni del maestro, che resteranno esposti fino al 2 febbraio, ci sono il celebre Codice sul volo degli uccelli, esibito di recente anche allo Smithsonian Museum di Washington, e lo Studio per l’Angelo della Vergine delle Rocce, noto come il Ritratto di fanciulla, logo della Biblioteca Reale.

Piero Fassino al Moma PS1 durante il simposio Gran Torino
Nel cartellone torinese non manca neanche l'arte contemporanea cui il 30 ottobre è stato dedicato il simposio Gran Torino, al MoMa PS1, durante il quale il sistema dei musei torinesi si è presentato agli americani. “Torino ha una tradizione di sperimentazione in campo artistico – ha detto il sindaco della città, Piero Fassino – E oggi è una delle capitali europee dell'arte contemporanea e questo è stato possibile grazie a una strategia in cui la cultura ha un ruolo centrale”.
Con un approccio poco italiano e molto americano, Torino ha creato e stimolato collaborazioni e sinergie tra settore pubblico e privato. Ne è un esempio la fondazione CRT che da anni finanzia lo sviluppo del sistema artistico acquistando opere per istituzioni come il Museo di Rivoli. “L'obiettivo della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT – ha spiegato il presidente Fulvio Gianaria, durante la presentazione al PS1 – è di contribuire allo sviluppo della scena artistica e allo stesso tempo creare un rapporto tra l'arte e la collettività. Anche in questo momento di crisi crediamo che si debba continuare a investire in cultura non solo perché crea opportunità di sviluppo, ma anche perché di sicuro in Italia alla crisi economica non è corrisposta una crisi di creatività”.
Il sistema dell'arte contemporanea torinese. È protagonista anche di un video proiettato a Times Square fino al 3 novembre: su uno dei grandi schermi di una delle piazze più famose al mondo, quattro volte all'ora passano le immagini di 30 sec of Torino – City of Art (qui sotto), prodotto dalle fondazioni CRT e De Fronaris e dedicato alle bellezze dell'arte torinese dal Barocco all'Arte Povera.
Ancora arte contemporanea per la mostra The Cities Out My Window: New York and Torino in corso fino al 30 novembre alla Birreria di Eataly (altra importante creazione torinese che a New York ha ormai trovato casa). L'esposizione raccoglie alcuni disegni dell'artista Matteo Pericoli che, dopo aver vissuto per 13 anni a New York si è trasferito a Torino dove ha proseguito un progetto iniziato con il New York Times in cui ogni settimana “fotografava” con i suoi bozzetti la vista dalla finestra della casa di un personaggio noto.
Altro pezzo importante del sistema cultura a Torino è il teatro, con istituzioni di alto livello dove trovano spazio tradizione e sperimentazione. A New York, il 30 e il 31 ottobre è andato in scena lo spettacolo Sette Opere Morali, tratto dalle Operette Morali di Giacomo Leopardi, su adattamento di Mario Martone e Ippolita di Maio, e presentato dall'Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con la Scuola d'Italia Guglielmo Marconi e il Teatro stabile di Torino.
Giovedì 31 ottobre l'Istituto di Cultura ha ospitato un seminario dedicato al sistema universitario e delle start up torinesi con l'obiettivo di avviare un confronto tra New York e Torino sulle strategie per facilitare l'innovazione e lo sviluppo e la crescita di nuove idee imprenditoriali, soprattutto nell'ambio delle nuove tecnologie.
Infine, in un cartellone di eventi legati alla città in cui l'industria cinematografica italiana ha mosso i primi passi, non poteva mancare un omaggio al mondo del film e in particolare al regista Francesco Rosi delle cui opere il MoMa ospita in questi giorni una rassegna con pellicole restaurate, selezionate dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Torino Ideas cerca insomma di raccontare, in ogni aspetto, una città in trasformazione che ha trovato nella cultura la sua principale risorsa. E sicuramente sul modello Torino c'è tanto da dire e forse New York avrebbe anche qualcosa da imparare (v. l'intervista de La VOCE con il sindaco, Piero Fassino). Dispiace solo che a molti degli eventi organizzati in questi giorni, come purtroppo avviene spesso quando arrivano a New York delegazioni per promuovere il Bel Paese, ci fossero più italiani che americani. E se l'idea era quella di presentarsi all'America, forse c'è da perfezionare la strategia, almeno quella di comunicazione. Gli eventi presentati in questi giorni hanno a nostro avviso risentito della mancanza di un piano di comunicazione complessivo che veicolasse l'immagine di Torino dietro le singole iniziative. Forse non proprio un'occasione mancata, ma un potenziale espresso solo a metà.