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June 4, 2013
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Il Bel Paese secondo i giovani statunitensi

Stefano De CupisbyStefano De Cupis
Il panel della presentazione del sondaggio “L’Italia secondo i giovani americani”. Foto @Fondazione Italia USA

Il panel della presentazione del sondaggio “L’Italia secondo i giovani americani”. Foto @Fondazione Italia USA

Time: 3 mins read

La Fondazione Italia USA ha organizzato a Roma in data 3 giugno 2013, presso la Camera dei Deputati, Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, un meeting inerente alla presentazione del sondaggio “L’Italia secondo i giovani americani” realizzato dalla Fondazione Italia USA in collaborazione con Loyola University di Chicago. 

Hanno partecipato all’evento, moderato da Giampiero Gramaglia, consigliere per la comunicazione dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), introdotto dal Presidente della Fondazione Italia USA, Lucio D’Ubaldo e dalla Prof.ssa Anne Wingenter del John Felice Rome Center – Loyola University di Chicago, i giornalisti Angela Abbrescia (Ansa), Gaetano Barresi (Giornale Radio Rai), Pino Buongiorno (Panorama), Moreno Marinozzi (SkyTg24) e Philip Pullella (Reuters). 
Prima di immergersi nell’atmosfera internazionale che si respirava nella Sala del Refettorio, dato che si passava dall’inglese all’italiano molto frequentemente, è bene illustrare brevemente cosa sia la Fondazione Italia USA. Quest’ultima è una istituzione indipendente e apartitica, che ha l’obiettivo principale di promuovere e testimoniare il legame di amicizia tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America e pertanto dei rispettivi cittadini.

Il sondaggio “L’Italia secondo i giovani americani” è giunto alla sua terza edizione come ha affermato il moderatore Giampiero Gramaglia, pertanto bisogna subito sottolineare il valore e l’importanza che questa indagine porta con sé. Il sondaggio (che può essere scaricato direttamente dal sito della Fondazione: http://www.italiausa.org) intitolato in inglese “American Students’ Thoughts on Italy” è composto da ben 44 quesiti che spaziano dalla cucina alle automobili, dai problemi alle opportunità in Italia e cosi via.

Dopo una rapida introduzione del panel dei partecipanti e delle loro relative esperienze in Italia e negli States, si è passato ad analizzare il sondaggio che ha destato molto interesse da parte del pubblico selettivamente invitato. Dalla lettura sono emersi dati incoraggianti sotto alcuni aspetti, ma non altrettanto per altri, tuttavia questo è del tutto plausibile dato il difficile periodo che l’Italia – come del resto anche altri paesi – sta affrontando.  
I quesiti presi in considerazione erano davvero tanti ma non potendoli riportare tutti lo scrivente ne ha preferiti alcuni forse più d’impatto per l’audience e i nostri cari lettori.

Dall’inchiesta si è riscontrato che gli intervistati americani che non sono mai stati in Italia e che desiderano fortemente visitarla sono il 97,12%. L’elemento che attrae principalmente uno studente americano a venire in Italia è il cibo (28,77%) seguito dalla diversità culturale (21,74%), dall’imparare una lingua differente (13,66%) e dalla moda italiana (10,88%). Al quesito n.16 che chiedeva di scegliere in quale paese si volesse vivere dopo gli USA, il 18,04% ha risposto l'Italia, portandoci al secondo posto sotto il Regno Unito (26.12%). Altro indice positivo è quello inerente al vino, secondo ben il 49,22% dei giovani americani, l’Italia ne è il miglior produttore al mondo. Dal sondaggio però sono emersi anche alcuni punti negativi, ad esempio, l’incarcerazione di Amanda Knox, che ha scoraggiato non di poco molti connazionali dallo studiare in Italia secondo 81,12%. Punto degno di nota è quello inerente la possibile fusione FIAT – Chrysler. Per la quasi maggioranza dei giovani americani questa possibile fusione potrebbe portare benefici per entrambi le economie, proprio come il rafforzamento delle relazioni tra i due paesi che si verrebbe a creare. Tuttavia l’83,53% afferma che il quartier generale della FIAT-Chrysler dovrebbe essere in USA e non in Italia. Infine per concludere il sondaggio, da quest’ultimo si sono riscontrate alcune lacune, una su tutte la conoscenza della Commissione Europea e che le scarpe tipiche degli italiani siano gli stivali di cuoio… ma sorvoliamo.

Comunque sia si è trattato di un sondaggio davvero interessante per meglio comprendere come viene relativamente vista l’Italia oltre oceano, e dobbiamo dire che ci siamo difesi piuttosto bene. A conclusione dell’evento è stato chiesto a ogni membro del panel cosa invece fosse piaciuto degli USA e cosa no. Per i pro la maggior parte ha annoverato la capacità degli USA di riprendersi, rinnovarsi e il loro ritorno alla produzione manifatturiera nazionale (es. Apple); mentre ciò che ha deluso è stato la riforma sanitaria, la regolamentazione delle armi e il fatto che Guantanamo sia ancora aperto.  

L’evento è terminato con una conclusione degna di nota del Presidente della Fondazione Italia USA, Lucio D’Ubaldo che molto diplomaticamente ha ammesso che benchè l’Italia si sia trovata -e si trovi tutt’ora- in una situazione difficile sia nell’ambito politico che in quello economico-sociale occorra partendo da noi singoli cittadini riuscire a ribaltare questa negatività che viene trasferita di continuo alla massa. Bisogna agire, cominciando dalla nostra creatività ammirata nel mondo per l’imprenditoria, la cucina raffinata, la scienza ed il design, tutti elementi che ci permettono di creare ponti con altri paesi e culture, oltre a rafforzare legami esistenti proprio come quello solido tra l’Italia e gli Stati Uniti.

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Stefano De Cupis

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