Una bellissima serata di apertura, quella di giovedì sera all’Italian Cultural Institute di New York, per celebrare il grande Michelangelo Antonioni nel suo centenario. L’omaggio al regista italiano che ha caratterizzato il cinema a livello mondiale, organizzato in collaborazione con il Museum of Moving Image, la Casa Italiana Zerilli Marimo’ NYU, il Queens College City University e Cinecitta’ Luce di Roma, è iniziato ieri sera e durerà fino all’8 Aprile. Il progetto prevederà una serie di giornate dedicate ai lavori di Antonioni, con dibattiti e proiezioni dei suoi film più famosi, in diverse location di Manhattan.
“Homage to Michelangeno Antonioni” è iniziato con la visualizzazione del film Le amiche (1955), introdotto dal prof. David Forgacs del dipartimento Contemporary Italian Studies della NYU, studioso ed esperto di cinema ed in particolare del lavoro del regista italiano.
“Non voglio dilungarmi, perché so che quando c’è in programma la visione di un film, il pubblico non attende altro!” ha iniziato così il suo discorso il prof. Forgacs “fatemi spendere due parole però sul perché è doveroso celebrare Michelangelo Antonioni e sul film che andremo a vedere stasera, Le amiche (1955)”. Antonioni inizia ad essere conosciuto come regista di film, con l’Avventura (1960), con cui ottenne la candidatura a Cannes, ma che gli costò anche molte critiche da parte del pubblico. “Molti pensavano infatti, che non si trattasse neanche di cinema, ma alla giuria invece piacque molto”. “Antonioni” ha continuato il prof. Forgacs “viene spesso considerato solo come un regista degli anni ‘60, quando si pensa a lui infatti, si fa subito riferimento a film come La notte (1961), l’Eclissi (1962), Deserto Rosso (1964), che sarà anche oggetto di questo festival celebrativo e che è previsto in proiezione il prossimo week-end”.
In realtà però, Antonioni inizia come documentarista negli anni ‘30, ma per il cinema il suo momento di produzione massima è stato proprio tra gli anni ‘60 e ‘70. La caratteristica comune dei suoi lavori è che lasciano sempre un contenuto da sviluppare allo spettatore, che può essere un significato, un mistero, qualsiasi cosa. Un’altra particolarità dei suoi film sta nell’inserimento di qualcosa d’inspiegabile all’inizio, per mantenere alta l’attenzione del pubblico, spesso creando anche similarità dei personaggi tra un film e l’altro, cosa che Antonioni è riuscito a fare utilizzando talvolta anche gli stessi attori. Nel caso del film Le amiche (1955), che comincia con il tentato suicidio di Rosetta una delle protagoniste, lo spettatore è catturato fin dal principio: vuole sapere perché.
“Questa è soltanto una delle abilità di Antonioni, nel mettere i suoi personaggi in una cornice, muovendoli in modo da creare una tensione psicologica: un tratto distintivo del suo modo di fare cinema. E’ molto difficile spiegare o analizzare a parole il contenuto dei suoi film. Questa è una cosa che anche lui stesso ha ribadito tante volte quando intervistato, quando diceva, io non posso “verbalizzare” i miei film, sono un artista visuale, lavoro col cinema, il cinema non può essere tradotto in linguaggio verbale”. Il film Le amiche (1955) riassume certamente tutte queste caratteristiche, ispirato al romanzo di Cesare Pavese Tra donne sole (1949), costituisce una sorta di manifesto dell’indipendenza femminile. Ambientato nella città di Torino, il film racconta di quattro donne autonome e disinibite, che avendo raggiunto l’indipendenza economica, gestiscono molto liberamente la vita privata, uscendo fuori dagli schemi tradizionali della figura della donna italiana. Il film è stato decisamente rivoluzionario all’epoca, sia per la storia che per quello che racconta. Un affascinante ed imperdibile viaggio nel cinema di Antonioni quindi, quello offerto nella città di New York questa settimana, per i prossimi eventi in programma si rimanda al sito http://www.iicnewyork.esteri.it/IIC_Newyork