L’appuntamento è per il 3 dicembre, come sempre a Houston. La città texana si appresta ad accogliere la settima conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo, confermandosi punto di ritrovo per la l’iniziativa promossa e organizzata dal COMITES (che comprende gli Stati del Texas, Oklahoma, Louisiana, Arkansas) in collaborazione con il Chapter South West dell’ISSNAF (Italian Scientist and Scholars in North America Foundation) e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia.
Protagonisti indiscussi della convention sono i ricercatori italiani impegnati in vari campi delle scienze biomediche, della Medicina e della Fisica, negli studi umanistici, in Ingegneria, nella Geologia e nel campo aerospaziale, invitati a presentare le loro relazioni e i loro interventi nell’iniziativa culturale italo-americana. Ma gran parte del merito va ascritto a Vincenzo Arcobelli, presidente del COMITES di Houston e vero motore della manifestazione. Promotore di corsi di lingua Italiana presso alcuni Enti Privati, per bambini e per studenti delle scuole medie superiori e di college, con l’incentivo di borse di studio, dell`arte e della cultura italiana attraverso concerti di opera e mostre, organizzatore di convegni sulla storia italiana, della Festa della Repubblica, promotore del Made in Italy (dai prodotti enogastronomici a quelli della ceramica), sostenitore del recupero del Museo Italiano di New Orleans e della Cappella Votiva di Hereford dei prigionieri italiani della Seconda Guerra Mondiale, Vincenzo Arcobelli si è impegnato a fondo anche per promuovere l’approvazione da parte dello Stato del Texas (con voto unanime) del 2 di Giugno come Italian National Heritage Day.
«La mia storia di migrante – spiega Vincenzo Arcobelli – è cominciata quasi 20 anni fa, quando dopo aver servito le Forze Armate prima presso la Brigata Paracadutisti Folgore e successivamente per 3 anni e mezzo in qualità di Ufficiale con l`Aeronautica Militare decisi di esplorare nuove opportunità, nuove esperienze nel mondo professionale. A Dallas ho trovato un club di americani di origine italiana che si chiama Italian Club di Dallas: all’inizio è stato un punto di riferimento per vari eventi ed incontri con altri connazionali. Negli anni mi impegnai a costituire localmente associazioni come il CTIM, l’Associazione dei Siciliani in Texas e successivamente a livello nazionale la Confederazione dei Siciliani del Nord America. Per la prima volta in Texas si riuscì a lavorare per avere ufficialmente ed istituzionalmente un organo di rappresentanza degli italiani, il Comites. Nel 2004 le prime elezioni per la nostra circoscrizione divennero una realtà. Da 7 anni con orgoglio ed impegno sono presidente dell’organismo, e ringrazio sempre i miei connazionali elettori per la loro fiducia e tutti i membri del Comitato».
Arcobelli diede vita al Convegno dei ricercatori italiani nel 2004 quando ancora vi era il Ministero per gli italiani nel Mondo. Negli Stati Uniti mancava un evento che potesse mettere assieme connazionali affermati nei diversi campi di professione,per dare a loro un riconoscimento ed un tributo meritatissimo.
«Ebbi l’idea – prosegue il presidente del Comites – di proporre al Comitato degli italiani all’estero della circoscrizione consolare di Houston, che comprende gli Stati dell’Arkansas, Louisiana, Oklahoma e Texas, di organizzare per la prima volta la conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo. Sostenuti dal Comites e dal Consolato Generale d’Italia, partimmo con la prima edizione a Dallas, con la partecipazione di 8 speakers ed un pubblico di circa 120 persone. Subito capimmo delle potenzialità che una manifestazione di tale prestigio potesse avere nella comunità in generale. Così il secondo anno si spostò l`evento a Houston, cuore dell’industria petrolifera, della medicina, dell’aerospazio, dell’energia e tecnologica a livello mondiale».
Coadiuvato da un comitato diretto dal medico Andrea Duchini, Arcobelli è riuscito negli anni a far crescere esponenzialmente la manifestazione, ottenendo i patrocini da diversi ministeri, dall’Ambasciata d’Italia a Washington, sostegno morale da aziende e laboratori di ricerca, e il plauso di personalità italiane di grande spessore, come gli astronauti Nespoli e Vittori.
«Quest’anno in maniera logica e pensando alla continuità ed al futuro di questa manifestazione si è voluto coinvolgere più direttamente come co-organizzatori l’ISSNAF, Fondazione composta da molti ricercatori che risiedono in Nord America. Nel corso degli anni si è incrementato il networking , si è creata un’anagrafe dei ricercatori nella nostra circoscrizione e quindi successivamente a livello nazionale, sono nate collaborazioni tra esperti dello stesso settore, ed in alcuni casi proposte di lavoro, si è venuta a creare una certa realtà sempre in crescita e con enormi opportunità».
I promotori dell’evento hanno siglato due protocolli d’intesa tra l’Università di Palermo e quella del Texas, nel campo della medicina e della letteratura e cultura. Sono nate inoltre collaborazioni con Prometeo Network, con Sbarro Institute di Philadelphia, con i professionisti Italiani di Boston e l’Issnaf, che lo scorso 5 novembre ha costituito proprio a Houston il “chapter” del Sudovest.
«Dopo sei edizioni – precisa ancora Arcobelli – siamo riuscito a far capire alle Autorità competenti l’importanza delle risorse che vengono messe in campo con il lavoro e le capacità dei nostri professionisti e ricercatori, imprenditori e industriali residenti all`estero al servizio del Paese Italia. Infatti al Parlamento ci sono alcune proposte di legge, scaturite dai nostri convegni: tra queste vi è la creazione di un Albo/Anagrafe dei Ricercatori Italiani all’Estero. Un grazie va al Console Generale Nava e ai suoi predecessori per averci ospitati nel corso degli anni e per l`attivo sostegno affinché questa edizione si potesse realizzare. Un grazie anche all’Ambasciatore Giulio Terzi e al prof. Devoto per essere stati sin dal primo momento entusiasti e vicini a questo evento, all`amico Duchini, ai membri del Comites, all`ingegner Papi e a Manuela Tentoni, alla commissione giovani e a a tutti i volontari che hanno contribuito per il successo di queste manifestazioni. Un sentito e particolare pensiero e tributo va alle donne e agli uomini, personale militare e civile, che hanno sacrificato la propria vita durante missioni di ricerca e sperimentazione».