Lunedì 28 giugno, alle ore 19 locali, le arie d’Opera italiane si sono diffuse nell’aria di Central Park, il polmone verde di New York: una boccata d’ossigeno open air per gli amanti della cultura e dell’arte. Il titolo dell’edizione 2021, “Rebirth”, simboleggia proprio la rinascita degli spettacoli dal vivo nella Big Apple dopo il buio dell’arte causato dalla pandemia. Ideatore e Direttore Musicale del progetto Opera Italiana is in the Air, che promuove la diffusione del patrimonio operistico italiano nel mondo, è Alvise Casellati, figlio della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, considerato uno dei talenti emergenti a livello internazionale, innovatore e manager nel mondo dello spettacolo.

Nella suggestiva cornice neoclassica del Naumburg Bandshell, il Maestro è salito sul podio per dirigere un’orchestra formata da elementi del Metropolitan Opera e della New York Philharmonic, uniti per l’occasione in unica formazione, e le star del Metropolitan Jennifer Rowley, Stephen Costello e Gabriella Reyes, in un contesto informale, particolarmente adatto a stabilire una vicinanza emotiva fra gli esecutori e il pubblico, complice la potenza espressiva della musica operistica italiana.

A presentare l’evento è stato Myles Miller, giornalista di WNBC-TV, vincitore di due Emmy Award. Il format del galà lirico, inaugurato al Central Park nel 2017 e replicato nello stesso scenario nei due anni successivi davanti a migliaia di persone, sperimentato con grande successo anche al Regatta Park di Miami e in diverse storiche location italiane come la Galleria Umberto I a Napoli, il cortile del Castello Sforzesco a Milano e Piazza di Siena a Villa Borghese a Roma, oltre all’intento divulgativo, si propone edificanti finalità, mediante un programma di Responsabilità Sociale che avvicina la musica a persone che vivono in situazioni di sofferenza.

Maestro, da dove nasce l’idea di Opera Italiana is in the Air?
“Il progetto nasce nel 2016, dalle conversazioni avute a New York con la Foundation fo Italian Art and Culture – spiega Alvise Casellati a La Voce di New York – in cui ci chiedevamo cosa si potesse fare di innovativo per rivitalizzare l’Opera italiana. A volte si ha la sensazione che la musica classica sia relegata in una nicchia, quantomai lontana dai giovani. L’obiettivo di questa operazione è quindi quello di portare l’Opera fuori dai teatri, in the air, e offrire, attraverso eventi gratuiti, l’opportunità a tutti, a partire dai giovani, di partecipare e scoprire la bellezza di questo mondo. I concetti cardine dell’iniziativa sono accessibilità e inclusività, oltre al desiderio di condividere il nostro DNA, perché non dobbiamo dimenticare che l’Opera è nata in Italia cinquecento anni fa”.

I giovani sono stati coinvolti anche nella compagine orchestrale?
“L’obiettivo è stato proprio quello di creare un’orchestra di giovani talenti locali che fossero affiancati da guide esperte, coinvolgendo le prime parti del Metropolitan Opera e dietro di loro degli studenti; invitare delle grandi star ma anche astri nascenti della lirica, con l’intenzione di mostrare alle persone che l’Opera è giovane, e può tornare ad essere pop music come è stata nella sua epoca d’oro. Per questo si è scelto un contesto vivace e creativo come il Central Park, in cui si può ascoltare l’Opera vestiti informalmente, garantendo nel contempo agli ascoltatori un’altissima qualità esecutiva, la stessa che troverebbero nei grandi teatri d’Opera. Mettere insieme cultura e intrattenimento, è possibile”.

Quali autori si è scelto di privilegiare nel repertorio?
“In questa edizione, intitolata “Rebirth”, dedicata appunto alla rinascita artistica e culturale, abbiamo voluto rendere omaggio a Enrico Caruso, uno dei più grandi tenori al mondo, di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Abbiamo pensato di onorarlo elaborando un programma che comprendesse tutta la musica che lui ha cantato. Da “L’Elisir d’amore” di Donizetti a “La Bohème” di Puccini, fino ad arrivare alla canzone napoletana “Core ‘ngrato”, che veniva cantata da Mario Lanza, nato proprio nel 1921, anno della morte di Caruso. D’altra parte, Caruso aveva un rapporto privilegiato con l’America, e in particolare con la città di New York. Per aver lottato contro dei ricattatori, si è trovato a collaborare con la Polizia ricevendo un premio come “Honorary Captain of the New York Police Force”. Nel programma c’è anche un omaggio all’“Aida” verdiana, per i centocinquantanni della prima, e non può mancare un omaggio a Dante Alighieri, per il 700° anniversario della sua scomparsa con l’aria “O mio babbino caro” da “Gianni Schicchi” di Puccini. Gianni Schicchi, come si sa, è un personaggio presente nell’Inferno dantesco. Infine, ci sarà un’incursione nella musica contemporanea con la compositrice diciassettenne Mondriana Villegas, studentessa del New York Philharmonic’s Very Young Composers Program”.

In un momento di felice rinascita delle attività artistiche dopo l’oscuramento dovuto alla pandemia, quali finalità si propone il progetto?
“Con la pandemia i musicisti sono mancati per un anno e mezzo dai teatri, e questo ha rappresentato un grande vuoto per l’arte. Per questo il concerto del 28 giugno è ancora più significativo: sarà il primo evento operistico e con grande orchestra a New York dopo la pandemia. Durante le prove si è avvertita una grande emozione fra i musicisti del Metropolitan Opera e i loro studenti, che si sono rincontrati per suonare insieme. Ed è stato emozionante anche per me, che ho messo insieme questo progetto, riportando la musica nelle loro vite dopo tanto tempo”.

Qual è invece la valenza sociale di Opera Italiana is in the Air?
“Soprattutto in momenti come questo, diventa ancora più importante fare qualcosa per aiutare gli altri attraverso un progetto di responsabilità sociale. Quest’anno Opera Italiana is in the Air ha una partnership con il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, uno dei principali centri d’eccellenza mondiali nella lotta contro il cancro, dove la musica, attraverso la musci therapy, è utilizzata come strumento per salvare vite. Il progetto si aprirà infatti con il Rising Voices Choir del MSK’s, costituito da persone sopravvissute al cancro, che canteranno l’inno nazionale americano. Il concerto sarà inoltre trasmesso in streaming ai pazienti e a tutto il personale sanitario dell’Ospedale. La musica quindi non è solo cultura e non è solo un modello di vita, perché ci insegna che senza la fatica quotidiana non si arriva da nessuna parte, ma è anche un mezzo attraverso il quale ci prendiamo cura della nostra anima. In altre città la finalità sociale si è raggiunta con altre collaborazioni, per esempio a Milano abbiamo portato la musica in un istituto per anziani, perché ritenevamo che rappresentassero una delle categorie sociali più colpite dalla pandemia”.

Quali sono gli sponsor dell’evento?
“Anche quest’anno, come sempre, Opera Italiana is in the Air ha avuto un grande sostegno da parte del Consolato Generale d’Italia a New York e dell’Istituto Italiano di Cultura, che trasmetterà l’evento sulla sua piattaforma digitale www.stanzeitaliane.it. Il concerto sarà anche trasmesso in streaming sul canale YouTube di Opera Italiana is in the Air. Altri sponsor sono Intesa San Paolo, la Foundation for Italian Art&Culture, The Alexander Bodini Foundation, ACP Group, ENI, Bracco e Ferrero”.

L’Italia è la Patria del Belcanto. Quali valori può trasmettere al mondo la grande Opera italiana?
“Le Opere contengono in sé tutti gli elementi della vita umana. Tutti i sentimenti dell’uomo vi sono rappresentati: c’è l’amore che trionfa, ma è presente anche la crudeltà. L’Opera non è solo emozione suscitata dal bel canto, ma contiene in sé un elemento culturale importante, in quanto induce delle riflessioni su temi esistenziali importanti. Pensiamo al tema di un’Opera come “Attila” di Giuseppe Verdi, scritto anche con l’intento di fomentare un sentimento di ribellione contro il nemico. Anche se oggi il nemico è il Covid, non è più un invasore “straniero”. Oppure pensiamo a “L’elisir d’amore” di Donizetti, una delle Opere più divertenti dell’Opera Buffa italiana, dove si rappresenta il tema dell’amore in tutte le sue sfaccettature. Nell’Opera è possibile ritrovare tutti i risvolti dell’animo umano, perché la storia muta, le cose si evolvono, ma i sentimenti umani sono gli stessi oggi come duemila anni fa”.

Crede che l’Opera contenga elementi di modernità tanto da riuscire a parlare alle nuove generazioni?
“I sentimenti umani, come dicevo, sono universali, non mutano con la storia. La modernità è data dagli esecutori. Siamo noi che trasferiamo l’Opera ai tempi d’oggi, cercando di renderla attuale. Il fatto che ci siano così tanti giovani che suonano e che cantano è una dimostrazione del fatto che l’Opera è contemporanea, e quindi attuale”.
Crede che questa iniziativa possa rinsaldare ancora di più i legami fra l’Italia e la città di New York all’insegna della musica?
“Io credo che l’Opera sia un’opportunità, il miglior biglietto da visita dell’Italia in tutto il mondo, non solo a New York. In ogni Paese del mondo si parla una lingua diversa, ma la musica è un linguaggio universale che unisce i popoli. Portare la bellezza della nostra Opera, che è insita nel nostro DNA, e la nostra cultura, la considero una delle cose più importanti al mondo”.