Ogni Festival di Sanremo è un po’ uguale e diverso dall’altro, ma il prossimo si preannuncia davvero unico e irripetibile. Il motivo è presto detto: ammesso che dal 2 al 6 marzo 2021 Sanremo si faccia davvero (col covid-19 il condizionale è più che mai un obbligo), questo sarà il primo festival in onda in pandemia, durante uno dei momenti più difficili della nostra storia recente. Per questo, già si profila come un evento di (ri)coesione collettiva, la celebrazione catodica della vera unità nazionale d’Italia, una unione social e musicale al di là di tutte le restrizioni e distanze del caso…e del caos.
In più il conduttore Amadeus è stato bravo. È stato bravo l’anno scorso, debuttando al timone di una edizione che tra liti e Che succede? si è imposta da record. Ed è stato già bravo pure quest’anno, mettendo insieme un cast che promette share e scintille.

Le quote e i nomi che devono esserci ci sono tutti, e solo per i Big parliamo di ben ventisei rappresentanti: gli aficionados Francesco Renga, Arisa, Annalisa, Malika Ayane, Max Gazzè, Noemi, tutti rientranti ormai nella categoria “tradizione” (facciamocene una ragione). La veterana Orietta Berti. Il ritrovato Bugo, che dopo l’exploit dell’anno scorso era impossibile farsi scappare “di nuovo”. L’outsider Fedez, in coppia con Francesca Michielin, e già vincitore in pectore. Lo Stato Sociale per il cazzeggio, Irama perché è il ragazzo che piace anche alle nonne, Fasma e Ghemon perché sono rapper. E poi la folta schiera di debuttanti, seguitissimi da giovani, meno giovani, più o meno indie o mainstream: i vincitori morali di X Factor 2017 Maneskin, la vincitrice di Amici 19 Gaia, la rivelazione musicale italiana del 2020 Madame, Fulminacci, Random, Coma_Cose, Colapesce e Dimartino, La Rappresentante di Lista, Willie Peyote, Gio Evan, Aiello. E infine il gruppo romagnolo degli Extraliscio guidato da Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e rigorosamente mascherato, già candidato di default all’ultimo posto in classifica per eccesso di originalità.
Per il resto, che dire? È spuntata persino l’ipotesi di una nave da crociera per ospitare pubblico e cast durante i giorni della manifestazione, in modo da garantire una “bolla sanitaria” al largo della città dei fiori, dove tenere in isolamento la platea di 300-400 persone e gli artisti. Non fantascienza, ma “solo” il nostro, folle e incredibile festivàl.