Quando tre anni fa vi parlavamo di una giovanissima popstar, in pochi si sarebbero immaginati il successo planetario di un personaggio come Billie Eilish, assurta in pochissimi mesi a icona internazionale per milioni di giovanissimi, e non solo, di ogni parte del mondo. Anche Gracie Abrams, appena un anno più giovane, viene da una famiglia tutt’altro che comune.
Suo padre è J.J. Abrams, produttore di Star Trek, di svariati blockbuster e serie americane, co-regista dei primi due episodi di Lost e soprattutto tra i fautori dell’ambiziosa riesumazione di Star Wars, di cui ha diretto gli ultimi due capitoli della trilogia sequel (Il Risveglio della Forza e L’ascesa di Skywalker).
La madre è l’influente Executive PR Katie McGrath, originaria del Maine, e storica assistente del senatore democratico Ted Kennedy. I due che tuttora sono due grandi sostenitori e finanziatori del partito democratico americano si sono conosciuti a New York negli anni Novanta per poi trasferirsi sulla costa opposta a Los Angeles e hanno, oltre a Gracie, altri due figli, Henry, ventiduenne, e August, quattordicenne.
L’erede della Katie McGrath and J.J. Abrams Family Foundation, la rinomata associazione filantropica di famiglia, è cresciuta in un background privilegiato sotto tutti i punti di vista, ma alle radici della sua recente ascesa online c’è un altro episodio chiave.
Non ci è lecito sapere quanto sia stato merito o meno delle conoscenze e della fitta rete di pubbliche relazioni della madre, ma la popstar neozelandese più famosa del mondo – Lorde, proprio lei – si è imbattuta in uno dei tanti video caricati sui suoi profili social e ha mandato un direct a Gracie scrivendo “Send me this mp3”.
Dai condivisioni e ai report di Lorde si è scatenato un veloce passaparola web che trasformato Gracie Abrams in una delle voci più chiacchierate e promettenti del web.
Gli ascolti di Gracie sono molto eterogenei e svariano da The 1975 a Tyler, The Creator e la sua formula è fatta di canzoni pop molto semplici e minimali, con un approccio che qualche tempo fa sarebbe stato etichettato come “bedroom pop”, le ha regalato i primi paragoni con la sua coetanea Clairo e le prime ballad di Lorde, sullo stile del debutto Pure Heroine che la fece esplodere ormai sette anni fa.
Non a caso l’uomo dietro il successo dell’esordio di Lorde, il neozelandese Joel Little (produttore pluripremiato già al lavoro con Imagine Dragons, Taylor Swift, Ellie Goulding, Khalid e Shawn Mendes) ha adocchiato subito la giovane Abrams lavorando a 21, terzo singolo dopo Mean It e Stay, usciti entrambi nel corso del 2019.
Tra gli altri credits del singolo, pubblicato a febbraio in una delle ultime settimane di normalità prima della pandemia, spicca Sarah Aarons, cantante e autrice che a soli ventisei anni figura a sua volta tra i credits di tracce e album di Childish Gambino, Halsey, SZA, Justin Timberlake, Demi Lovato, Camila Cabelo, MØ, David Guetta, giusto per fare qualche nome.
Il singolo è la traccia ideale per quel mood da quarantena diventato quasi un meme per le milioni di dirette web di artisti più o meno affermati cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. 21 è jn brano positivo, a suo modo intimo, non troppo uptempo che si presta a facili riproposizione ad altissimo potenziale social. Sullo stesso stile, ancora più intimo e “bedroom”, l’ultimo singolo, I Miss You I’m Sorry, uscito l’8 aprile e che già oggi ha più di due milioni di streaming.
Non ci stupiremmo di ritrovare in uno dei prossimi teen drama targati HBO o Netflix un nuovo brano di Gracie Abrams.
Intanto segnatevi questo nome e per farvi un’idea seguitela su Instagram e su Spotify
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