Producer, artista multimediale, rapper innamorata del noise, Edge Slayer si è fatta conoscere a New Orleans grazie a eventi al party per “streghe weird” Séancé, una serata innovativa e coraggiosa dedicata all’universo trans afro-americano in una delle città simbolo delle diseguaglianze e delle perduranti condizioni di emarginazione degli Stati Uniti degli anni Dieci.
La sua è un’esperienza vissuta in prima persona che ha trasformato in un evento di emancipazione e denuncia politica, un inno all’amore e alla libertà che non prescinde dal divertimento, come nel pride alternativo da lei organizzato in città, il Barbie’s Inferno fatto di sbriluccicanti installazioni all pink ispirate alle case di specchi dei parchi dei divertimenti.
Tra retaggi da antiche stregonerie molto comuni da quelle parti, rituali pagani e un immaginario queer dissacrante e innovativo, Edge Slayer e altri attivisti LGBTQ+ hanno posto le basi per feste molto partecipate che hanno fatto da rampa di lancio per performer, attori, cantanti, ballerini e rapper dei quartieri che stanno resistendo a una gentrification comunque molto più lenta e graduale di altre metropoli americane.
Di Edge Slayer, che oggi si è trasferita a Los Angeles, non sia sa granché. Nata nella Louisiana rurale, è cresciuta e studiato a St. Louis, in Missouri, da genitori originari di New Orleans. Dopo il diploma nel 2014 ha deciso di tornare nello Stato che le ha dato i natali entrando subito in contatto con la scena musicale sperimentale di New Orleans ed entrando in pianta stabile in un inedito coro queer. Grazie a questa esperienza diventa una delle figure più influenti e creative tra gli eventi del Pride cittadino che dopo nove anni di parate spontanee solo nel 1980 è diventato una manifestazione ufficiale autorizzata. Un po’ come nella tradizione dello storico Mardi Gras, anche il Pride di New Orleans è un’esplosione multiculturale di colori che invade le strade del Quartiere Francese.
Parallelamente Edge Slayer che dalla madre ha ereditato la passione per l’arte inizia a esporre e a organizzare mostre e installazioni nella sua nuova città. Al centro della sua ricerca artistica c’è il corpo femminile e l’iconografia black riletta, in una celebrazione radicale e appassionata del mondo trans afro-americano: “L’idea di vederti come una dea quanto sei una trans sovrappeso e nera è di per sé radicale”, ha dichiarato in una delle sue prime interviste.
La sua icona e musa ispiratrice è Lady Chablis, attrice, scrittrice e drag performer scomparsa nel 2016, che scopre guardando per caso da giovanissima “Midnight In The Garden Of Good And Evil”. A quest’immaginario tipicamente drag, Edge Slayer salda lo spiritualismo tipicamente americano e, nelle sue produzioni, un approccio molto noise e sperimentale che rilegge in chiave futuristica l’R&B, sulla scia di artiste black che vi abbiamo presentato in questa rubrica come Kelela, Abra e Tierra Whack.
L’esordio musicale di Edge Slayer, l’EP omonimo del settembre del 2018 uscito sulla britannica Objects Limited, stupisce la critica specializzata per il suo ambizioso e potente mix di sonorità black immerse in produzioni ambient, harsh noise e momenti da clubbing tipicamente bass della cultura di New Orleans e dell’eclettica scena elettronica delle grandi città del Sud degli Stati Uniti. Le atmosfere sono oscure, torbide, distopiche, mentre le parole sono naturalmente un rabbioso grido di libertà dell’universo queer afro-americano in una cultura profondamente sessista e machista che non risparmia nemmeno l’universo LGBTQ+ nelle difficili realtà di Stati come la Louisiana.
Dopo appena un anno, mentre il suo nome è iniziato insistentemente a circolare tra magazine e soundcloud grazie a tracce forti e visionarie come More Femme e Roll Me One come arriva il nuovo singolo “She Don’t Text Back’ / ‘Spell Check” come primo tassello di un nuovo EP C00CHI3 che vedrà ufficialmente la luce nel gennaio del 2020 distribuito dalla berlinese Interference Patter.
Questo doppio singolo, due tracce eteree e accattivante brano future R&B dal beat southern trap, non può che lasciare presagire grandi cose.
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