“Il tonno percepisce così bene l’arrivo dell’equinozio e del solstizio che l’uomo stesso può imparare da lui senza avere bisogno di usare le tavole astronomiche. Questo animale si ferma dovunque lo sorprenda il solstizio d’inverno e in quello stesso luogo se ne rimane immobile a passare i suoi giorni fino all’arrivo dell’equinozio”, asseriva Plutarco. Tra le alture che dominano la città di Trapani, con il mare che da lontano taglia l’orizzonte e il cielo che si colora al tramonto, sfumando tra i colori degli alberi che delimitano distanze, si è tenuta a Valderice la cerimonia di lancio di “Nun è tempu di mattanza”, brano scritto da Giuseppe Vultaggio e cantato da Alberto Silvestro che racconta la storia della mattanza dei tonni in Sicilia, in provincia di Trapani. La presentazione dell’evento, patrocinato dal comune di Valderice, si è svolta all’interno della splendida cornice del Molino Excelsior; struttura architettonica fondata nel 1904 da Vincenzo Gervasi, in cui si lavorava il grano dell’Agro ericino e anche quello d’importazione estera, inattiva agli anni 70 e successivamente diventato un Museo.
La ‘Mattanza’ del tonno rosso è una tecnica tradizionale di pesca che consiste nella brutale uccisione del tonno, finito nelle reti denominate ‘camere della morte’. L’animale viene prima colpito ad arpionate e successivamente a colpi di mazza. L’Associazione Culturale “L’Anfora di Calliope” realizza da anni progetti socioculturali nell’ambito del turismo, dello spettacolo, della comunicazione, dell’animazione, dell’arte in generale con particolare riferimento alla letteratura, la poesia, il teatro, la musica e la danza. Un impegno costante e certosino che mira alla valorizzazione di servizi culturali, artistici e soprattutto alla promozione del territorio. Nel corso delle attività programmate per il 2019, il direttivo ha deciso di realizzare un videoclip sulla Mattanza -realizzato dal collettivo AURORA di Claudia Piazza e Luigi Mannina- su un tema molto in voga in questi giorni per la probabile ripresa dell’attività nei nostri mari. Vultaggio, poeta, autore, attore e regista teatrale trapanese. descrive una Mattanza nuova, più cruenta e meno rispettosa del mare e delle sue creature rispetto al passato. Una guerra silenziosa che traghetta in mare nuovi “Tonnaroti” con una visione molto distante da filosofie del passato atte a preservare la natura. Il testo, in lingua siciliana, vuole mettere in evidenza la Mattanza di un tempo con la differenza che potrebbe esserci nei nostri giorni, in cui la sacralità e il rispetto del mare verrebbero meno dinnanzi agli interessi di natura economica che si evidenziano al grido di “Ammazza ammazza ammazza!”.
Nel corso del convegno si è parlato anche di una mattanza che silenziosamente si consuma tra le mura domestiche e che macchia di lividi il volto di donne che vorrebbero essere soltanto amate. La violenza contro le donne, una piaga sociale ancora presente nella nostra società. Secondo i dati Istat, infatti, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) lo stupro (652 mila) e tentato stupro (746 mila). “Nun è tempu di mattanza” è una storia antica raccontata con un linguaggio moderno e che ha come unico obiettivo quello di aprire un varco nella memoria cementificata di coloro che non hanno mai vissuto quegli anni e che oggi, invece, rappresenta per molti altri l’ossatura morale di un’isola che vuole recuperare i propri vascelli dismessi, ormeggiati a riva, su cui poggiano ancora i gabbiani che aspettano in silenzio il vecchio marinaio pronto a raccontare storie di uomini e di mare. Il progetto non ha fini di lucro ma ha lo scopo unico di proteggere la storia e le tradizioni riguardo il mondo delle tonnare e dei tonni, che in Sicilia hanno rappresentato un importante mezzo di sostentamento per molteplici famiglie. Le parole di Vultaggio sono state interpretate dal cantante e attore trapanese Alberto Silvestro, voce storica di gruppi folkloristici e compagnie teatrali, accompagnato dalle voci femminili di Giusy ed Enza Fanara ed Enza Fontana. Il brano è stato arrangiato da Gianluca Almanza e mixato e masterizzato da Giuseppe Ernandez presso lo studio Impronte Musicali di Erice.
Noi abbiamo intervistato in una video intervista gli autori di quest’opera: