In molti l’hanno scoperto qualche giorno fa, intervistato dal celebre comico e star del web Nardwuar che l’ha intervistato per il suo format. E infatti DaBaby non è esattamente quello che per motivi anagrafici oggi potremmo considerare un artista di primo pelo. Finalmente, dopo quattro anni di instancabile attività, in studio e sui palchi, a marzo è arrivato il suo delicato e atteso battesimo del fuoco.
Baby On Baby, distribuito da Interscope, non ha deluso le attese, entrando subito nella prestigiosa top100 di Billboard conquistando un venticinquesimo posto molto lusinghiero, soprattutto se consideriamo quanti album da classifica siano usciti dall’inizio del 2019. Buona parte dell’hype, dietro a questo disco di mezzora o poco più di musica, si deve certamente alla presenza di ospiti di alto profilo, come Offset dei Migos (in “Baby Sitter), il loro protetto del Queens, Rich The Kid (“Best Friend“), e l’erede più famoso e seguito del dirty south rap di Atlanta, Rich Homie Quan (“Celebrate”).
Dicevamo di DaBaby che non è un rapper giovanissimo, ma Jonathan Kirk., vero nome di DaBaby, resta comunque uno dei rapper under 30 più promettenti dell’East Coast.
Nato nel 1991 in una delle città del Midwest più prolifiche musicalmente, per lo meno in ambiti distanti dal rap come Cleveland, da piccolo si è trasferito con la sua famiglia in North Carolina dove è cresciuto e ha iniziato a costruire già da adolescente la sua carriera artistica.
In realtà, come molti suoi coetanei, da giovanissimo Jonathan entra nei giri meno raccomandabili dei quartieri meno raccomandabili di Charlotte. Lui racconta quel periodo come un aspetto inevitabile della “street life” di tanti giovani della sua generazione: una vita al limite, fatta di continui problemi con la giustizia e l’hip hop che diventa un’ancora di salvezza. Ovviamente Jonathan ascolta tonnellate di rap, i suoi idoli sono 50Cent ed Eminem, ma è la scoperta di LIl Wayne a indirizzarlo definitivamente verso la carriera di MC. Senza promozione, agenti o altri contatti, dopo appena un mese di prove, nel gennaio del 2015 pubblica online il mixtape NonFiction scegliendo un nome d’arte altisonante, Baby Jesus. Il risultato è sorprendente: con centinaia di migliaia di ascolti in meno di un mese. Sarebbe troppo tardi per proporsi nella fitta programmazione di showcase per artisti emergenti del SXSW, ma Jonathan non si perde d’animo così prenota un volo in autonomia per Austin e grazie all’esplosione virale del suo mixtape di debutto riesce a piazzare un suo live in 7 eventi della celebre rassegna texana. È qui che mette in mostra la sua travolgente carica di performer con migliaia di persone che si ritrovano a cantare in coro Baby Jesus, la sua prima irresistibile hit.
Da quel momento in poi Jonathan, adotta un nuovo nome di battaglia. Il suo debutto a nome DaBaby esce nell’autunno del 2016,. A God’s Work Resurrected, titolo del mixtape, faranno seguito tra inizio del 2017 e fine del 2018 altri otto mixtape, mentre i suoi live show conquistano nuovi adepti in ogni angolo degli States e soprattutto la firma di un contratto con Interscope.
È ancora la cronaca a rischiare di interrompere prematuramente la sua ascesa. Nel novembre del 2018 è circondato da alcuni malviventi mentre va a fare un giro da Walmart insieme alla sua famiglia (Jonathan convive e ha due figli). Dal battibecco deriva uno scontro a fuoco e la morte del diciannovenne Jalyn Domonique Craig. Il caso è presto archiviato, così DaBaby può preparare senza pensieri la promozione del suo album di debutto. Due singoli molto riusciti, accompagnati da altrettanti videoclip preparano bene il terreno: Walker Texas Ranger, traccia che chiude il disco, a capodanno del 2019 e Suge (Yea Yea), il cui video è messo online nei giorni dell’uscita di Baby On Baby. Come già dimostrato nella sua sterminata serie di mixtape, DaBaby si defila dalle tendenze trap da classifica, avvicinandosi ai momenti più southern di Migos e Rich Homie Quan e dei maestri del genere.
Il suo nome d’arte è uno dei più brutti e meno riusciti della recente storia musicale, ma lo spessore artistico e il suo innato talento da performer che sa quando farsi prendere sul serio lasciano prefigurare grandi cose per il futuro di questo ragazzo dell’Ohio cresciuto nel torpore del North Carolina.
Segui DaBaby su Twitter, Instagram e SoundCloud.
Ascoltalo su Spotify.