Il 2018 è appena iniziato, ma il suo album Ephorize, uscito il 5 gennaio, è già sulla bocca di tutti.
C’è chi parla di “dirty rap”, chi più esplicitamente di “sex rap” per il contenuto dei suoi testi che ricorrono raramente a eufemismi nell’addentrarsi in dettagli più intimi e torbidi, ma CupchakKe è riuscita a catturare l’attenzione della stampa specializzata e dei fan del genere grazie a brani ad altissima intensità. Produzioni dal gusto contemporaneo, trap, spunti reggaeton e irresistibili passaggi da dancefloor. Provate a immaginare a una Nicki Minaj underground più marcia, alle eredi della scuola M.I.A. che vi abbiamo raccontato su queste pagine o a una risposta americana alle icone grime made in UK come Lady Leshurr, Ms Banks e Nadia Rose.
Elizabeth Eden Harris, vero nome di CupcakKe, nasce nel maggio del 1997 a Chicago e come molti suoi coetanei di Chicago South Side, cresce in un contesto sociale tutt’altro che semplice. La piccola Elizabeth non ha il padre, vive nei suoi primi anni di vita nel degrado degli antichi project di Parkway Garden, dov’è cresciuta, per menzionare uno dei personaggi più celebri, Michelle Obama. Per qualche anno trova rifugio in una casa di accoglienza per senzatetto, vivendo esperienze al limite spesso rievocate nei momenti più narrativi e crudi delle sue canzoni.
La scuola, la stessa di una delle star dell’hip hop contemporaneo, Chief Keef, costituisce per lei l’unica ancora di salvezza grazie alla poesia, disciplina alla quale si appassiona fin da piccola, prima che un’insegnante la spingesse ad adattare i suoi versi in musica. Per forza di cose, l’immaginario musicale di riferimento per una millennial afro-americana è quello del rap. Le sue icone, come per molti suoi coetanei cresciuti in quella generazione, sono 50 Cent, Lil Kim e Da Brat, da lei spesso menzionati nelle sue prime interviste.
Dopo la classica gavetta nel coro della chiesa della sua zona, Elizabeth si discosta piuttosto bruscamente dai panorami gospel e dai temi religiosi e pubblica su Youtube il suo primo video, dai contenuti piuttosto espliciti, nel 2012. Il brano si intitola Gold Digger, diventa un piccolo caso web, ma è presto eliminato perché qualcuno si accorge che CupcakKe, suo nome di battaglia, ha solo quindici anni. Per fortuna il suo canale, che in pochi anni, conquisterà più di duecentomila iscritti, resta online.
L’anno chiave è il 2015: in autunno esce un altro video molto forte, a partire dal titolo, Vagina, pubblicato sempre su Youtube, cui fa seguito, sempre a tema un altro singolone dal titolo ancora più esplicito. Entrambi i brani saranno inclusi nel suo mixtape d’esordio Cum Cake che vedrà la luce all’inizio del 2016. In pochi mesi Elizabeth diventa uno dei nomi più chiacchierati della scena femminile hip hop. Se ne accorge persino Rolling Stone che lo segnala a fine anno, tra i migliori mixtape del 2016. Nelle stesse settimane, la prolifica CupCakKe fa uscire il primo album in studio, il promettente Audacious, un lavoro dai connotati più politic, tra atti d’accusa alle forze dell’ordine in brani come Picking Cotton e brani-manifesto dell’orgoglio omosessuale in brani come LGBT .
La svolta comunque arriva nel marzo del 2017, grazie al suo featuring in Lipgloss, traccia inclusa dalla nuova icona pop Charli XCX nell’acclamatissimo mixtape Number 1 Angel e al secondo album in studio a nome CupcakKe, Queen Elizabitch, che mette ancora una volta il mostra il talento di MC della giovane di Chicago South Side.
Dopo l’uscita dei devastanti singoli Exit e Cartoons i tempi diventano presto maturi per il terzo album, Ephorize, che sembra finalmente consacrare la voce simbolo dell’emancipazione queer afro-americana, in uno dei contesti urbani più violenti e difficili degli Stati Uniti del nuovo secolo.
CupcakKe è in tour negli USA in queste settimane, seguila su Facebook, Twitter e Instagram.