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November 20, 2015
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November 20, 2015
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Dal Sudafrica a Brooklyn, il synth pop da classifica di St.Lucia

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 4 mins read

Non c'è ancora un titolo o una data per il secondo LP in uscita a inizio 2016 per Columbia Records, ma è bastato un singolo a presa rapida, Dancing On Glass, per rilanciare il progetto St. Lucia fondato a New York appena tre anni fa. Il brano, uscito a fine ottobre, ha arrangiamenti e un'estetica smaccatamente anni Ottanta cui è difficile resistere e il video, girato da Noah Paul, ha guadagnato 40.000 visite in meno di una settimana.

Il nome rievoca un immaginario caraibico, quello dell'ex colonia francese a sud della Martinica oggi tra i paesi delle Antille ancora parte del Commonwealth britannico. In realtà le origini della band sono quasi agli antipodi e la scelta del nome è assolutamente casuale.

Dietro al moniker si nasconde infatti un compositore di origine sudafricana, il trentaduenne Jean-Philip Grobler, nato e cresciuto in quel di Johannesburg. Il nome è quello di una piccola località costiera nel cuore di un parco naturale sudafricano. Jean-Philip decide di scegliere il nome tracciando una linea a occhi chiusi dalla sua città natale a un punto a caso della cartina. E così nasce St. Lucia, nome che, convince subito Grobler, non solo per il fascino esotico, ma perché da bambino era solito andare in gita proprio a St. Lucia.

Pur vivendo in un'area ben lontana dai riflettori del pop internazionale, il giovane sudafricano coltiva la sua passione musicale fin da piccolo. Tra le sue icone preferite ci sono Fleetwood Mac, Michael Jackson, Peter Gabriel e Madonna, ma la sua formazione musicale è tutt'altro che improvvisata. Fin da bambino entra nel prestigioso Drakensberg Boys Choir School, una vera istituzione della città, e per forza di cose le sue prime esperienze da performer sono legate a generi più tradizionali e accademici, dall'opera alla musica classica contemporanea. In Sudafrica c'è ancora il regime d'apartheid e molti generi “sovversivi” non sono nemmeno venduti nel Paese. Grazie all'esperienza nel coro, però, gira il mondo, assimila influenze e contaminazioni che faranno da background al progetto che avrebbe fondato qualche anno più tardi negli States. 

Prima della fuga a New York, però, c'è una parentesi ancora più decisiva nella vita di Jean-Philip che alla fine del liceo si trasferisce a Liverpool per studiare musica. Nella città inglese conosce quella che sarebbe diventata, un decennio più tardi, sua moglie e tastierista, Patti Beranek. I due hanno tante cose in comune, tra cui la passione per Radiohead, Massive Attack e Goldfrapp.

Decidono che Brooklyn fa al caso loro, creano un piccolo studio casalingo e nonostante l'ampia e spietata concorrenza in una delle zone musicalmente più prolifiche del pianeta, l'ascesa di St. Lucia è velocissima. Di lavoro, Jean-Philip è impiegato in The Lodge che si occupa di licenze e diritti d'autore per musiche usate in TV show e film. Nel frattempo costruisce il suo EP d'esordio omonimo che convince subito una delle label più influenti e stimate di New York, la Neon Gold, già decisiva nel successo di artisti emergenti (oggi fenomeni commerciali) come i Vampire Weekend, Lana Del Rey, Passion Pit, Icona Pop, Tove Lo o Ellie Goulding. 

La vena pop sintetica non può lasciare indifferenti, le melodie sono fresche e dall'evidente potenziale mainstream. E arriva la Columbia a mettere gli occhi sul progetto di Jean-Philip, stampando il secondo EP September e distribuendo l'LP d'esordio, When The Night uscito a ottobre 2013. Nel frattempo il tour di spalla a Ellie Goulding inizia a far circolare il nome e i videoclip September ed Elevate, molto curati e suggestivi, ricevono ottimi riconoscimenti in termini di streaming e critica sul web. I remix molto estivi, da happy hour, curati per Passion Pit, Foster The People e Charlie XCX e un altro tour di spalla a una band sulla cresta dell'onda, i Two Door Cinema Club, fanno il resto. Il nuovo album, a detta di Jean-Philip sarebbe stato ispirato da viaggi nel mezzo del deserto, il singolo ha un'atmosfera di tutt'altra natura quindi è davvero difficile fare previsioni. Prodotto da Chris Zane, già al lavoro con due band affini al sound di St. Lucia, come i Passion Pit e Holy Ghost!. Tra i co-producer figura un altro alchimista delle sonorità più fresche e sbarazzine del pop newyorchese, come Jack Antonoff (Bleachers) e Tim Pagnotta (Neon Trees). Se ci saranno anche solo altri due brani come Dancing On Glass, l'ascesa verso il mainstream è praticamente assicurata. Non ci resta che attendere.

St. Lucia è su Facebook, Twitter e Instagram.

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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