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May 15, 2015
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Young Thug, l’astro nascente dei ghetti di Atlanta

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 4 mins read

Il suo LP ufficiale d'esordio vedrà la luce il 28 agosto ma con Barter 6, rilasciato ad aprile e già terzo mixtape negli ultimi  due anni e primo distribuito dal colosso Atlantic, il ventiduenne Jeffrey Williams aka Young Thug sembra sempre più uno degli eredi più credibili al trono di Lil Wayne.  Non a caso voleva intitolare questo album Carter 6, come nel tentativo di creare un’ideale continuità tra la nota serie di cinque LP Tha Carter (vero cognome di Wayne). Per ovvi motivi ne è nata una diatriba tra Lil Wayne e Birdman, mentore di Thug e suo boss di label, la Cash Money Records. Tra i due non correva buon sangue per vecchie beghe tipiche del mondo hip hop, ma alla fine ha prevalso il buon senso e il giovane e ambizioso Jeffrey ha abbassato la testa. Nel titolo dell'album la parola Carter si è trasformata in Barter (nella tradizione gang spesso la lettera C è sostituita dalla lettera B).

Non contento dello smacco, però, ha dimostrato la sua passione maniacale per il suo mito d’infanzia, lanciando il primo show promozionale del suo tour a Hollygrove, New Orleans, l’area che ha dato i natali a Lil Wayne, distrutta come molte altre zone dall’uragano Katrina nel 2005.

In comune con la sua icona Jeffrey Williams ha certamente le origini piuttosto umili. Nato in una delle strade più povere di Sylvan Hills, Atlanta, ha dieci fratelli di cui solo uno più giovane e da piccolo si trasferisce con la famiglia in una delle zone più malfamate della città, tra i project di Jonesboro South. “Tutto ciò che trovate di sbagliato in me proviene da lì” ha ammesso rievocando storie di abuso di droghe, spaccio incontrastato, violenze e crimini assai frequenti in quei contesti urbani. Jonesboro oggi non esiste più, è stato abbattuto nel 2008 come molti altri grigi complessi abitativi della città della Georgia. 

È la situazione di estremo disagio che spinge Jeffrey nel mondo dell'hip hop. I titoli dei suoi primi tre mixtape hanno un titolo emblematico, I Came From Nothing, proprio a rimarcare le origini molto umili della sua famiglia. Le sue coordinate musicali sono ovviamente ancorate al southern hip hop di cui sembra uno dei pochi eredi, a livello compositivo. Il suo flow è a tratti sgraziato, dissonante, tra dialetti e inevitabile slang di strada. Grazie a quel trittico di mixtape, tutti pubblicati tra 2011 e 2012, riesce a far parlare di sé sul web e nei circuiti underground di Atlanta. Il primo ad accorgersi di lui è quello che presto diventerà un suo fratello inseparabile, Gucci Mane che lo coinvolge nella sua label 1017 Brick Squad Records, etichetta distribuita da Asylum/Atlantic. Il quarto mixtape, 1017 Thug, segna la prima svolta con una netta maturazione a livello di produzione. Arrivano subito recensioni positive da stampa specializzata e non, e posizioni onorevoli in molte classifiche di fine anno. Lo stesso vale per brani come Picacho o Danny Glover, remixato da star quali Waka Flocka Flame e Nicki Minaj. 

Dopo ottimi riscontri nei suoi primi live davanti a platee di una certa ampiezza, si rimette subito a scrivere, ma il 2014 non inizia certamente nel migliore dei modi. A febbraio è arrestato per diverse violazioni del codice della strada e possesso di sostanze stupefacenti. I problemi con la legge non gli ostacolano la strada verso la firma con la potente Cash Money Records di Birdman che conferma i primi accordi di intesa con la giovane promessa del southern hip hop. Intanto si accorge di lui Kanye West con cui registra dei brani. Finisce nella compilation Mass Appeal Vol. 1 grazie a una traccia registrata insieme a Freddie Gibbs e ASAP Ferg e poi in quella della Cash Money in autunno, con Take Kare, dove compare tra i featuring proprio l'idolo Lil Wayne. 

Pitchfork lo osanna, Rolling Stone lo definisce la voce più esaltante del mondo hip hop contemporaneo. Poi all'inizio di quest'anno, dopo le beghe legate al titolo dell'album, Barter 6 ne ha confermato le doti di prolifico ed eccentrico rapper di strada, la sua voce sospira, urla, abbaia e graffia, nonostante l'uso diffuso di auto-tune. L'agognato esordio ha un titolo impronunciabile,  Hy!£UN35 (tradursi con “HiTunes”), non uscirà come avrebbe sognato per la mitica Cash Money, ma per la 300 Entertainment. Nonostante ciò, Young Thug, troverà come sempre il modo di rialzare la testa: il mito di Lil Wayne sembra sempre meno lontano e non è solo una questione di provenienza e tatuaggi.

Lo trovate su Facebook e su Twitter. 

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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