Non è esattamente un’esordiente, il suo nome gira ormai dall’inizio del decennio. Probabilmente non vi dice nulla, ma basta ascoltare il tormentone 212 del 2011 per ricredersi istantaneamente. Eppure si è dovuto attendere il novembre del 2014 per il suo debutto ufficiale su LP, Broke With Expensive Taste. Nel mezzo ritardi, invettive, smentite, ritardi, litigi con discografici e parallelamente, una costante crescita dell’hype per una delle artisti più promettenti di New York. Azealia nasce nel maggio del 1991 a New York e cresce nel cuore di Harlem, sulla 152nd tra Amsterdam Avenue e Broadway. Orfana di padre da quando ha due anni, ha due sorelle, si divide tra le tentazioni tipiche della strada e la rigida e matriarcale figura materna, un’impiegata vendite in un magazzino. Azealia frequenta per tutto il suo percorso degli istituti privati cattolici, ma riesce a coltivare la sua passione per le arti performative, inizialmente da ballerina per il National Dance Institute.
Si esibisce alla Fiorello H. La Guardia High School of Music and Art and Performing Arts, frequentata da Nicki Minaj, una delle star del pop contemporaneo cui Azealia è stata subito accostata per mood, timbro e attitudine. Bisessuale dichiarata, look da maschiaccio, abbinamenti tipici di quell’estetica black che fino a qualche anno fa era accostata agli hipster etnicamente più contaminati, ad Azealia piacciono Beyoncé e Aaliyah, le piace rappare e per finanziarsi le registrazioni delle sue rime tiratissime, va a lavorare per un breve periodo da Starbucks. I suoi testi sono espliciti, sboccati e pieni di allusioni, quando si esibisce il linguaccio del corpo è da popstar navigata. Non a caso si accorge di lei, durante uno showcase di un evento della Nike a East Village, l’influente icona black e tastemaker del mondo hip hop, Vashtie Kola, consulente di fashion, regista, produttrice, dj, che tra i tanti ha collaborato con Justin Bieber, Kendrick Lamar, Big K.R.I.T o Joey Bada$$. Il suo acronimo degli esordi, Miss Bank$, la avvicina alla XL Recordings, etichetta londinese colpita dal suo singolo d’esordio Gimme A chance. La Banks dovrebbe registrare un disco con la potente label indipendente, il suo pezzo arriva a un guru dei producer inglesi, Diplo, ma le tracce faticheranno a convincere i manager. Lei non è un personaggio molto diplomatico e l’accordo sfumerà, come spesso succederà nella sua breve e inquieta carriera. Si trasferisce per un periodo a Montreal, abbandona lo pseudonimo e, di ritorno a New York, si riduce squattrinata a lavorare in uno strip club del Queens e a vendere portachiavi in un bar jazz di Manhattan. Il momento non è dei migliori.
Nel 2011 arriva la svolta con il singolone già citato, 212, accompagnato un riuscitissimo video girato da Vincent Tsang in bianco e nera, con Azealia che da vera ragazza cool del ghetto rappa e balla con una t-shirt di Mickey Mouse davanti a un muro di mattoni rossi. La Banks diventa improvvisamente un’icona, un fenomeno da classifica che però convince anche la critica indipendente e specializzata, da Pitchfork ai redattori della guida 1001 Songs You Must Hear Before You Die che nell’edizione 2012 la aggiornano includendovi questo brano. L’EP 1991 esce per Interscope che investe su di lei due milioni di dollari, i suoi show funzionano e fruttano molto. Tutto sembrerebbe prendere la piega giusta, ma il famigerato LP d’esordio con in cabina di regia il potentissimo produttore Paul Epworth (Adele, Coldplay, Florence & the Machine, John Legend ) non vedrà mai la luce.
Così come non va in porto la sua inclusione nella compilation Cruel Summer curata nel 2012 da Kanye West. Altre tracce scuoteranno l’immaginario mainstream americano e nord-europeo, NEEDSUMLUV, Liquorice e Yung Rapunxel sono delle hit spietate, ma la Banks a inizio 2013 inizia ad avere dei problemi legati al suo tweet senza filtri. Dà del “finocchio” al noto blogger Perez Hilton perché scrive di preferire Angel Haze (che abbiamo incontrato qui) a lei. Poi a Baauer che disapprova il suo remix del tormentone planetario Harlem Shake. Le associazioni LGBT la criticano spesso, lei non riesce a tenere a freno la lingua, ma la sua popolarità cresce sempre di più. L’esordio sembra avvicinarsi quando annuncia un altro singolo, Atm Jam, registrato con l’onnipresente Pharrell nella primavera del 2013. Lo presenta per la prima volta al Glastonbury Festival e diventa l’ennesima hit della sua breve e intensa storia di rapper per i dancefloor.
Il 2014 è l’anno buono, senza major e senza Interscope finalmente programma l’uscita del suo primo LP che di fatto contiene il meglio di tutte le sue produzioni, hit incluse e una bizzarra collaborazione con Ariel Pink, monumento del songwriting più eccentrico della scena indipendente. Ha dovuto fondare un’etichetta, la Azealia Banks Records, per farlo uscire, ma le recensioni sono ovunque ottime. Per imparare a controllarsi e a relazionarsi con colleghi e boss, c’è sempre tempo. In fondo Azealia ha solo 23 anni.