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October 28, 2013
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October 28, 2013
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Viaggio nel wild side di New York in 10 canzoni

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 5 mins read

La prima volta che ho sentito parlare de La VOCE di New York ho pensato a Lou Reed. Per molti sentire parlare di una voce di New York è sentire la voce di Lou Reed e delle sue narrazioni prive di filtri e finzioni letterarie su temi, luoghi e anonimi protagonisti, legati indissolubilmente alle strade della Grande Mela.

Dal Beth El Hospital di Brownsville, Brooklyn dove è stato messo alla luce 71 anni fa alla sua casa di Southampton, Long Island, dove si è spento serenamente il 27 ottobre, in seguito alle complicazioni seguite al trapianto di fegato dello scorso maggio. Passando per Freeport, Long Island dov'è cresciuto, per il Lower East Side di Manhattan dov'è nata la leggenda dei suoi Velvet Underground, Midtown, dove sulla 47esima Est l'amico Andy Warhol aveva aperto la celebre Factory e il West Village dov'è andato a vivere da “adulto”.

Ecco una selezione di 10 brani da cui trasuda lo spirito contraddittorio delle strade newyorchesi viste da Lou Reed.

I'm Waitin' For The Man / Lexington Avenye & 125th Street (1967)

Folgorante boogie che segue il classico Sunday Morning dall'album di esordio dei Velvet Underground. È il viaggio verso Harlem di un consumatore assiduo di eroina “con 26 dollari in mano”, in spasmodica attesa del pusher dei brownstone tra la 125esima e Lexington Avenue, un tempo crocevia dello spaccio, ora una delle aree più moderne e vivibili di Spanish Harlem.       

​                 https://youtube.com/watch?v=MOmZimH00oo

 

Run! Run! Run! / Union Square e 47th Street (1967)

La striscia di strade che dalla 47esima Est di Midtown scivola verso Union Square era ai tempi tutto fuorché una rassicurante meta turistica di grandi catene, uffici finanziari e bar costosi. Prima della gentrification la 42esima dalle parti di Grand Central era un crocevia di contrabbandieri, prostitute e spacciatori. E Teenage Mary, Margarita Passion, Seasick Sarah e Beardless Harry sono gli pseudonimi di tossici più o meno noti di un'allucinata narrazione che ricorda Selby Jr e Burroughs, uno dei padri putativi e ispiratori di Lou Reed che dal 1965 divide con John Cale un appartamento semi-fatiscente su Ludlow Street.           

 

 

Perfect Day / Central Park (1972)

Il significato e la genesi di uno dei brani più intensi e famosi scritti dal Lou Reed sono sempre stati avvolti nel mistero. Tra chi nel giorno perfetto trascorso con la partner a dare da mangiare agli animali allo zoo bevendo sangria , ha associato l'eroina e chi invece, la compagna di allora e futura moglie Bettye Kronstadt. Lo sfondo del brano pare comunque essere quello del decadente Central Park di inizio anni Settanta, come raccontato dai collaboratori dell'album Transformer da cui è tratta, tra cui l'amico David Bowie.                      

 

Walk On The Wild Side / Manhattan (1972)

Holly Woodland, attrice transgender nei film di Warhol Trash e Women in Revolt, l'attrice Candy Darling già al centro del brano Candy Says, Joe Dalessandro attore e icona gay maschile warholiana, Joe Campbell e la drag queen Jack Curtis strafatti di speed sono i protagonisti dei flash della celebre elegia notturna da “Transformer”. Dal Lower East Side, attraverso il Village e Union Square dove si è trasferita dal 1968 la Factory di Warhol, i fumi notturni del lato oscuro di New York accompagnano la solitudine e l'alienazione dei cinque personaggi in cerca di varie fortune fino alla decadente Harlem dello storico Apollo Theater: “New York City è il posto dove dicono di fare un giro nel lato selvaggio”.  

 

Sally Can't Dance (1974) / St. Mark's Place

Oggi una strada popolata di buffet e take away asiatici, un tempo il luogo simbolo della New York alternativa dell'East Village e della scena punk della seconda metà degli anni Settanta che ruotava attorno al leggendario club CBGB sulla Bowery. La giovane Sally vagabondava per le strade attorno a St.Mark's Place, dandosi alla danza e alla recitazione, ma muore di overdose e “non può più ballare”. Una storia come quelle dei numerosi personaggi anonimi dalle alterne fortune che popolano i testi di Lou Reed. Oppure, secondo alcuni, Edie Sedgwick, icona di fine anni Sessanta vicina a Warhol e a Dylan, morta per overdose di barbiturici nel 1971, a soli 28 anni.

 

Coney Island Baby (1975) / Public School 192, Brooklyn

In uno dei brani più intimi e rievocativi della carriera, il ricordo del passato nella scuola pubblica 192 di Brooklyn (tra Flatbush e Borough Bark) che il piccolo Lewis Allan frequentava prima di trasferirsi a Long Island, il sogno allegorico di entrare nella squadra di football dell'istituto e la dedica alla misteriosa Rachel di Coney Island.

 

Street Hassle (1978) / Downtown Manhattan

La sinfonia senza tempo delle strade decadenti di Downtown è divisa in tre atti: nella prima una donna del Lower East Side alle prese con un gigolò, nella seconda uno spacciatore racconta la morte di una sua cliente, nella terza compare la voce parlata di Bruce Springsteen a introdurre una nenia sulla vita e la morte di Lou Reed.

 

Dirty Blvd (1989) / Lincoln Tunnel, 39th St. e Lincoln Center

Lou Reed attualizza le contraddizioni della Grande Mela del boom degli anni Ottanta, nel suo quindicesimo LP intitolato proprio New York. In questo brano la storia di un immigrato, Pedro, e del contrasto tra la Manhattan patinata delle limousine e delle star della tv con le situazioni di persistente degrado delle “mean street” lontane dai riflettori del mondo.

 

Romeo Had Juliet (1989) / Harlem e Hudson River

Sempre da New York, per alcuni l'ultimo capolavoro di Lou Reed, è solo apparentemente una storia d'amore tra due amanti dal nome celebre. In realtà, una storia con riferimenti tutt'altro che velate al fiume Hudson sporco e inquinato, alla diffusione del crack e all'ondata di violenze e crimini che dal Bronx a Brooklyn passando per Harlem non danno tregua alla Grande Mela negli anni a cavallo tra Ottanta e Novanta.​

 

Egg Cream (1996) / Canal Street e Coney Island

In uno degli ultimi LP, in un testo rassicurante da guida turistica nostalgica, Lou Reed ripesca memorie culinarie di un passato edulcorato fatto di gelaterie su Canal Street, agli egg cream di Al & Shirley's di Brooklyn e alla storica pizza napoletana di Coney Island, da Totonno's.

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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