Quale modo migliore del silenzio per ricordare i tragici eventi che l’11 settembre di 12 anni fa travolsero la città di New York, e con lei l’America e il mondo intero. Soprattutto se il silenzio è un silenzio simbolico, creato da suoni, gesti e figure che hanno un significato rituale. É così che il Buglisi Dance Theatre domani, nella Josie Robertson Plaza, al Lincoln Center, celebrerà questa triste ricorrenza.
Mercoledì 11 settembre, dalle 8.15 alle 8.46 (l’orario dell’impatto del primo aereo), per il terzo anno consecutivo torna The Table of Silence Project 9/11, uno spettacolo di bellezza e raccoglimento con cui iniziare quello che per New York è ancora un giorno di dolore.
La performance fu ideata nel 2011, in occasione del decennale dell’attacco alle torri. Il consolato Italiano ha poi deciso di patrocinare l’evento, inserendo lo spettacolo all’interno del calendario di eventi per il 2013,Anno della Cultura Italiana negli USA.
“Ognuno di noi ricorda che cosa stava facendo alle 8.46 del’11 settembre 2001 – ha detto il console generale, Natalia Quintavalle – Ed essere lì, alla stessa ora, con tutti quei ballerini in un silenzio enfatizzato da una musica evocativa è un’esperienza che l’anno scorso, quando ho assistito per la prima volta a questa performance, mi ha colpita profondamente e che porterò con me per lungo tempo. Sono sicura che lo spettacolo avrà lo stesso impatto sul pubblico di quest’anno, tra cui ci sarà il ministro italiano dell’integrazione, Cécile Kyenge che ha supportato l’iniziativa”.

Un momento della performance
La performance rappresenta un banchetto simbolico che unisce intorno a un tavolo l’intera umanità. I 158 ballerini che prendono parte allo spettacolo si muovono creando tre cerchi concentrici intorno alla fontana che domina la piazza di fronte al Lincoln Center, fino a che, alle 8.46 in punto, si uniscono al pubblico in un gesto rituale, alzando le braccia al cielo, in un minuto di silenzio. L’evento è il risultato di una collaborazione artistica tra Italia e America che vede coinvolte, tra gli altri, la coreografa e direttrice artistica Jacqulyn Buglisi e la pittrice Rossella Vasta. Quest’ultima, che ha disegnato i piatti che i ballerini, nella loro danza rituale, offrono al cielo, ha spiegato: “In Italiano con la parola ospite definiamo sia chi ospita che chi è ospitato e questo senso di reciprocità e di scambio per me in questa performance è molto importante. È come se stessimo accogliendo l’altro, come se facessimo spazio per l’altro attraverso il silenzio e attraverso il bianco degli abiti e dei piatti, un colore neutro in cui nessuno spettro predomina”.

La coreografa e direttrice artistica, Jacqulyn Buglisi
Il tutto è accompagnato da una musica minimale e ripetitiva che aiuta gli spettatori ad addentrarsi nel silenzio e nel profondo della loro anima. “È come un battito, il battito delle nostre anime. Un battito che ci ricorda che esiste un tratto comune a tutta l’umanità, indipendentemente dalla cultura, la razza o la religione – ha detto Jacqulyn Buglisi – Ci sono talmente tanti conflitti in questo momento storico che non possiamo dire abbastanza quanto forte sia il nostro desiderio di pace”. The table of Silence è una performance che porta insieme ballerini ddi diverse provenienze e di ogni età: la più giovane è un’adolescente che aveva due anni il giorno in cui il padre perse la vita nell’attacco alle torri gemelle. Per lei, come per gli altri ballerini, per il pubblico e per i passanti che affollano Midtown nell’ora di punta del mattino, è ancora importante ricordare quel dolore e allo stesso tempo cercare diffondere la pace e curare le ferite con la bellezza e il silenzio.