È un'atmosfera surreale quella del Midsummer Night Swing che ogni sera al Damrosh Park di Lincoln Center, proietta tantissimi newyorchesi in dimensioni di altri tempi. Ieri sera è toccato ai mitici anni '50.
Sul palco a dirigere le danze c’erano Ray Gelato & The Giants: the Godfather of swing – il padrino dello swing riconosciuto a livello mondiale per il suo repertorio di musica tipicamente italiana, nonostante le sue origini britanniche.
Ray ama l’Italia, lo confessa in ogni intervista, la considera la sua seconda patria e nelle sue performance lo spirito italiano emerge in maniera inconfutabile. L’utimo lavoro discografico dal titolo Wonderful è proprio un omaggio all’Italia: 16 canzoni di famossimi autori italiani quali Paolo Conte, Renato Carosone, il mitico Fred Buscaglione sono state rielaborate dalla band in chiave unicamente swing.
La mise di Ray è quella classica: vestito color melanzana, bretelle vistose a reggere dei pantaloni stretti a sigaretta sopra a delle scarpe di vernice lucida. La voce è inconfondibile come il suo stesso portamento tipico degli swing singers anni 50. Da Malafemmina a Via con me, per giungere a Volare, fino a Tu vo fa l'americano: il ritmo è travolgente seppur moderato da quella classe tipica delle performance con un certo carattere jazz. La band è il cuore pulsante della festa, una macchina di suoni che produce energia, tutto live nessun artificio elettronico. I virtuosismi dei fiati che a turno interpretano dei "solo" sono delle perle di tecnica in esibizioni che ricordano tanto le registrazioni che si ascoltavano un tempo sui dischi in vinile: manca giusto quel fruscio che anticipava la musica!!!
In pista tantissimi ballerini scatenati: molti gli italiani che cantano a squarciagola. È un’immagine molto divertente!
La pista da ballo è la ricostruzione di una antica fiera dall'architettura tipicamente anni 50, contornata da luci a palla cangianti e con un palco a stretta portata di pubblico.
Al calare del sole la magia si accende e tutto si trasforma in una balera sotto il cielo di New York, incorniciato dai vicini grattacieli. Sul parquet coppie di ogni età e di ogni estrazione dondolano sorridenti a tempo di swing. Gli uomini invitano le donne con garbo, che attendono ai lati della pista alcune sorseggiando una tipica limonata! Vestitini a pois sventolano in volteggi a volte eccessivi. Ma niente paura, sotto le gonne discreti pantaloncini in tinta coprono certe nudità: particolari démodé a cui, forse, non siamo più abituati.
Alle 9.55 la Band chiude le danze. Cosi vuole la regola! La pista si svuota anche se la voglia di ballare è ancora tanta.
Ma a tutto c’è rimedio. La silent dance può essere una scappatoia a cui bisogna assolutamente prendere parte almeno una volta!
Vengono consegnate dall’organizzazione delle cuffie che trasmettono la musica, ed ognuno balla. Tolti gli auricolari però, intorno c’è solo silenzio, o forse qualche rumore ambientale, ma si possono gustare le mosse acrobatiche dei ballerini e magari indovinare di che canzone si tratta. Lo trovo geniale, e poi visto dall’esterno è esilarante! Let’s do it!