Il suo nome francese dal gusto retrò vuol dire “non penso a nessun altro”, ma dietro a Autre Ne Veut si nasconde un compositore e produttore americano che per un paio d'anni ha preferito mantenere la sua identità segreta. Si tratta di Arthur Ashin, trentunenne di Brooklyn che etichetta il suo genere come failure pop, il pop del fallimento, dell'insuccesso. Eppure, con il secondo album Anxiety, altra espressione scomoda, Ashin è finito meritatamente sotto i riflettori.
Non una persona facile fin da giovane: figlio di ex-patrioti residenti in Kenya, appena trasferitosi a New York, ha sconfitto periodi di depressione da adolescente attraverso lunghe sedute di psicanalisi.
I suoi esordi molto r'n'b sono una risposta bianca e algida al maestro del genere D'Angelo. Poi è arrivata la collaborazione con gli Hooray For Earth, gruppo sperimentale newyorchese, da resident dj al Piano's, club frequentatissimo dalla fauna eterogenea di Ludlow Street, Lower East Side. E ancora i palchi dei club più underground di Manhattan al fianco delle Zambri, sorelle terribili del pop psichedelico di Brookyln, e dei Mirror Mirror, eccentrica band originaria dello stato di Washington. E soprattutto la collaborazione con Joel Ford e Daniel Lopatin, compagno di college e influente produttore d'avanguardia ambient della Grande Mela, ai più noto come Oneohtrix Point Never. Dopo il cammeo nell'accattivante album elettronico di Ford & Lopatin, Channel Pressure, il passo è stato breve per finire tra le grazie dei due.
Anxiety esce alla fine dell'inverno 2013 per la loro etichetta, la Software, ed è subito osannato dalla critica di tutto il mondo. Il titolo è molto radicale, ma tutto sommato niente di così imprevedibile per un laureato in psicologia con certi trascorsi problematici. Ha presentato l'album con queste parole: “Depressione e ansia sono considerate cicliche dagli studiosi più importanti, so riconoscere le differenze tra i due stati emotivi e credo di aver avuto di recente disordini psicologici legati all'ansia (sociale, famigliare, interazionale), piuttosto che alla depressione cronica”.
La copertina pensata per l'LP era molto radicale, con una foto de L'urlo di Munch tratta dall'asta della Sotheby's dell'aprile 2012. Poi rimossa con una giustificazione laconica: “Il dipinto è stato rubato quindi abbiamo sostituito l'immagine con uno sfondo completamente nero”.
Le sonorità però sono tutt'altro che radicali e, pur sofferte, suonano a tratti liberatorie e rassicuranti come dei classici black. Il gusto patinato e soul di Autre Ne Veut lascia subito il segno. E il suo mondo cupo e depresso appare quasi una maschera, ad ascoltare brani accattivanti come Promises o Play By Play, lanciata da un'impagabile video a metà strada tra Lynch, karaoke e ripresa di un casting. I testi sono frutto di un flusso di coscienza in cui la sofferenza esplode senza giri di parole. Counting in cui ospita il rapper queer Mikky Blanco ha una forte carica sensuale, eppure è sulla nonna e sul timore di sentirla per l'ultima volta dopo ogni telefonata. E il video che la accompagna non sprizza certamente allegria, con Ashin vestito da medico al capezzale di un'anziana signora sul letto di morte. Le angosce esistenziali di Autre Ne Veut si spengono quando le sue sinuose gemme pop accarezzano il mood adulto di un David Byrne o di un Marvin Gaye e a tratti ricorda le ballad di Prince. Trame elettroniche spigolose, cori a loro modo caldi e avvolgenti, non manca l'omaggio velato a Whitney Houston in un titolo I Wanna Dance With Somebody. Ma non si tratta di una cover dell'artista scomparsa ormai più di un anno fa, piuttosto come sonorità il brano pare strizzare l'occhio ai momenti funky di Michael Jackson o a Rihanna.
Tra melodie r'n'b dall'altissimo potenziale commerciale alle trovate d'autore da night club per intellettualoidi del Village, l'ansia di Autre Ne Veut sembra davvero accontentare tutti.
L'ansia prima o poi svanirà.
Per ascoltare la musica di Autre Ne Veut potete visitare la sua pagina Facebook, il profilo Twitter o lo spazio su Soundcloud.