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June 25, 2013
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La fuga contro tutti di Angel Haze

Piero MerolabyPiero Merola
In foto, la cantante Angel Haze

In foto, la cantante Angel Haze

Time: 3 mins read

Raykeea Angel Wilson non ha avuto esattamente un'infanzia invidiabile. Origini africane e cherookee, nasce nel 1991 a Detroit, dove è cresciuta in una famiglia di militari ed in una comunità della Greater Apostolic Faith, chiesa pentecostale che persegue rigidi dettami metodisti. «Vivevamo tutti nella stessa comunità, ci era vietato rivolgere la parola ad estranei così com'era vietato indossare dei gioielli, vestire in un certo modo, avere appuntamenti con dei ragazzi e mangiare determinati alimenti». E cosa peggiore, sottolinea Angel rievocando il suo incubo, «non si poteva ascoltare musica». Così, da adolescente, sfoga la sua rabbia in versi e piccole produzioni in rima, arriva a scrivere una lettera in cui ammette di pensare al suicidio. Ma nel 2006, finalmente la clausura volge al termine, quando la madre, in seguito ad alcune violenze ad opera di alcuni membri della comunità, sceglie di fuggire con la figlia a Flatbush, Brooklyn. Non mancano le iniziali difficoltà d'ambientamento, dovute al distacco forzato e prolungato dalla realtà dei suoi coetanei. Angel menziona spesso, come evento chiave della rivalsa, l'episodio del milkshake. Ignorando il titolo del celebre hit di Kelis, diventa oggetto delle derisioni delle sue compagne di scuola. Da quel giorno va oltre i suoi idoli Eminem e Kanye West, diventa una vorace ascoltatrice di hip hop classico e contemporaneo e si sceglie uno pseudomino tutt'altro che casto: al suo nome di battesimo, affianca il cognome della pornostar californiana Jenna Haze.

La fase di studio e di formazione musicale non dura troppo. La giovane rapper inizia a pubblicare online le sue registrazioni ed entra subito nelle grazie della Universal – Republic Records, l'erede della storica etichetta soul-motown poi acquisita dalla major californiana. Nel suo primo mixtape è una rivisitazione di Cleaning Out My Closet a renderla famosa nel web. Angel ne riscrive il testo, incentrandolo sulla spietata narrazione di uno stupro subito all'età di 10 anni. Il mixtape che la rende popolare esce invece nell'estate del 2012, si intitola Reservation e contiene quattordici tracce avvelenate. Il suo rap segue ritmi accelerati e vertiginosi, le immagini delle narrazioni sono vivide e dalle tinte forti, i contenuti sempre espliciti. «Sto correndo attraverso la giungla, come uno schiavo nero attraverso i tunnel della metropolitana» canta in New York che diventa la sua prima hit, con tanto di crudo videoclip in bianconero in cui mette scena le sue turbe e quelle della Grande Mela al di là del ponte di Brooklyn . Poi ancora Werkin' Girls accompagnata da un altro video inquietante ambientato in una sordida fabbrica abbandonata. La rivendicazione dell'emancipazione femminile e la ribellione contro i contenuti sessisti e maschilisti, assai diffusi nella scena rap americana sono temi ricorrenti in tutti i testi di Angel. Ad Ottobre arriva il suo esordio su EP, New York, che contiene altre quattro tracce sempre segnate dalla stessa grinta. Accomunata a Nicki Minaj e ad Azaelia Banks, coetanea di Harlem stella emergente della black music americana, cerca subito di affrancarsi dall'etichetta di nuova Azaelia in pieno stile hip hop. Come spesso succede tra mostri sacri e meno sacri del genere, gli artisti ricorrono al dissing per ironizzare con modi dissacranti e sarcastici su colleghi non particolarmente apprezzati. Angel Haze non teme nessuno, nemmeno la popolarità della Banks, e grazie al dissing, le attenzioni degli ascoltatori indie aumentano, mese dopo mese. Così c'è chi inizia ad assimilarla a M.I.A. , icona londinese di origine tamil resa celebre da Paper Planes inno della colonna sonora del pluripremiato The Millionaire e onnipresente in tutti i dj-set alternativi del mondo. Angel Haze non ha ancora scritto un classico per le masse come M.I.A. , è figlia della medesima rabbia accumulata in anni di frustrazioni e vessazioni. Sempre a ottobre è stata ospitata come guest star nel festival segreto di Pitchfork, in occasione della CMJ Music Marathon di New York. Qualche mese dopo l'annuncio più atteso: entro l'estate dovrebbe arrivare l'esordio in LP, Dirty Gold anticipato dal singolo No Bueno.

Nel video finalmente prova a prendersi un po' meno sul serio. Diretto da Frank Barin ha per protagonisti dei personaggi bizzarri che la imitano in tutte le sue gestualità e in quell'abbigliamento da ragazza terribile newyorkese. Nel frattempo, però, la sua fuga contro tutti non si è fermata. Da Greenpoint, Brooklyn dove ha registrato l'album, la ventiduenne è andata a vivere prima nel Lower East Side e poi in Virginia, a Springfield. «Brooklyn è diventata troppo hipster per i miei gusti», si è giustificata, nonostante buona parte del suo successo sia stato innescata proprio da quella tipologia di pubblico.

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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