È la volta di Enrico Rava sul palcoscenico del Birdland. Il trombettista di origine triestina con alle spalle 50 anni di carriera nel jazz che hanno fatto di lui il jazzista italiano più noto all’estero, ha riempito la sala sabato sera e domenica farà il bis.
La formazione dell’Enrico Rava Quintet Tribe, con Rava alla tromba, Gianluca Petrella al trombone, Giovanni Guidi al piano, Gabriele Evangelista al basso e Fabrizio Sferra alla batteria, è virtuosa, divertente, travolgente. Il quintetto comprende varie generazioni di artisti, ognuno con una sua forte personalità che trova la possibilità di esprimersi durante un concerto mai ripetitivo e sempre sorprendente.
“Sto suonando con questa formazione da circa quattro anni e mi trovo molto bene – racconta il trombettista a La Voce di New York a fine concerto – I musicisti che chiamo a suonare con me sono quelli che condividono il mio modo di vedere la musica e che allo stesso tempo sono creativi e innovativi. Ed è difficile che trovi miei coetanei che abbiano la mia stessa visione. Magari ci sono due o tre nomi, ma in genere mi trovo meglio con formazioni di musicisti giovani che capita siano quelli che suonano la musica che a me piace e diverte suonare”.
Tra i più giovani componenti del quintetto c’è Giovanni Guidi, pianista di Foligno che ha appena pubblicato un disco in distribuzione anche negli USA, dal titolo City of Broken Dreams.
“In Italia ormai abbiamo dei musicisti jazz bravissimi, soprattutto in Sicilia e soprattutto nella generazione dei trentenni e quarantenni – riprende Enrico Rava – Certo, l’America resta l’America per il jazz. Da direttore del festival di Bergamo chiamo sempre parecchi americani a suonare, però in Europa l‘Italia è diventato il paese di punta del jazz. Mentre in passato per un jazzista essere italiano era un handicap, oggi i nostri musicisti hanno una tale reputazione all’estero che basta dire di essere italiani per essere invitati a suonare in giro per l’Europa. Il nome italiano è un richiamo. Poi personalmente devo dire che quando suono con gli italiani mi diverto di più. Gli americani sono bravissimi, suonano magnificamente ma a volte mi manca quel feeling che sento con gli italiani”.
Dopo Paolo Fresu e Stefano Bollani, la musica di Rava conclude la settimana del Birdland dedicata al jazz italiano e organizzata dall’Umbria Jazz.
“Anche quest’anno questa settimana di jazz italiano è stata un successo – ci dice Enzo Capua che rappresenta l’Umbria Jazz negli USA – da circa dieci anni, con continuità l’Umbria Jazz offre a New York questi appuntamenti. E l’Italia è praticamente l’unico paese a portare regolarmente i suoi jazzisti negli USA. Di artisti di altri paesi europei da queste parti se ne vedono pochi. Con questa presenza massiccia i jazzisti italiani non soltanto hanno imposto la qualità ma hanno reso noto un jazz che merita di essere esportato. E così abbiamo ridimensionato l’egocentrismo americano che, per carità, è in buona parte giustificato, ma oggi non ha più motivo di esistere”.
Enrico Rava suonerà ancora stasera alle 9.00 e alle 11.00. Poi l’appuntamento sarà il 6 luglio a Perugia dove Rava si esibirà all”Umbria Jazz con Paolo Fresu e con la leggenda del jazz, Sonny Rollins.