Settimana all’insegna di premiati e finalisti nel mondo della moda. Lo stilista Thom Browne – attuale presidente del Council of Fashion Designers of America (CFDA) – è stato insignito del Parsons Benefit Award dalla New School, insieme alla modella e advocate Bethan Hardison e Libby Wadle, CEO di J Crew Group. L’italiano Niccolò Pasqualetti è finalista del LVMH Prize 2024, prestigioso riconoscimento del gruppo francese. Il Texas Science & Natural History Museum mette in mostra le paillette che proteggono l’ambiente, mentre New Balance lancia la 1906L, una scarpa metà sneaker e quasi mocassino, già molto chiacchierata. Queste, e altre ancora, le notizie di moda scelte da noi.
Big Apple. The New School, una delle università private di New York City, si prepara ad onorare tre figure importanti del settore della moda, durante l’annuale Parsons Benefit, il gala di raccolta fondi per borse di studio destinate agli studenti della facoltà di arte e fashion design.
Lo stilista originario della Pennsylvania Thom Browne, la consulente di moda Bethann Hardison e l’amministratrice delegata del J. Crew Group Libby Wadle, saranno premiati per l’ eccellenza nel proprio lavoro e per il talento. L’evento avrà luogo il 21 maggio, al Cipriani Wall Street.

Browne non è solo il fondatore e direttore creativo della sua azienda eponima, creata nel 2003. Da gennaio scorso, ha assunto il ruolo di presidente del Council of Fashion Designers of America (CFDA), la camera della moda degli Stati Uniti.
Nei suoi ottantuno anni di vita, Bethann Hardison ha lavorato nel settore coprendo diversi ruoli: come modella (protagonista della campagna del brand Gap, solo l’hanno scorso), ha avviato un’agenzia di mannequin, e, oltre ad essere una sostenitrice della diversità, con il programma ‘The Designer Hub’ appoggia i creativi emergenti di colore.
Laureata al Boston College, Libby Wadle dall’autunno del 2020 guida la holding newyorchese J. Crew Group, supervisionando i suoi comparti: J.Crew, J.Crew Factory e Madewell. Con 25 anni di esperienza nel settore della vendita al dettaglio, fa anche parte del suo consiglio di amministrazione.
Paillette belle e buone. Al Texas Science & Natural History Museum ad Austin, l’ultima mostra, visitabile via web, parla di sostenibilità. “Particles of Color: Where Science Meets Fashion” è una exhibition innovativa che esplora le paillettes sostenibili di nuova concezione, attraverso l’uso di materiali compostabili, a base vegetale e biodegradabili, per abbigliamento, scarpe, borse, e gioielli.
Cinque anni fa, i docenti, gli studenti e i ricercatori della Divisione del Tessile e dell’Abbigliamento dell’Università del Texas hanno unito il loro know-how – dal fashion design alla ricerca tecnologica dei materiali – per mettere a punto le nuove paillette. Micro strass realizzati con materiali sostenibili, utilizzabili per una vasta gamma di applicazioni.

Più di 50 gli oggetti da visionare, realizzati con un materiale compostabile chiamato acido polilattico, mischiato con coloranti naturali e non tossici per poter creare vestiti, accessori e arte. L’acido in questione proviene dalla trasformazione di rifiuti agricoli – con spezie, avanzi di cibo e alghe – ed è rivoluzionario perché non si dissolve in acqua. Una dimostrazione tangibile che la moda sa essere amica dell’ambiente.
Nostrano. Anche un italiano tra gli otto finalisti dell’LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) Prize 2024. Tra i possibili vincitori del premio francese, infatti, si fa strada Niccolò Pasqualetti, designer classe ’94, già semifinalista della scorsa edizione del prestigioso award.
Con data della finale da definire, quest’anno, undicesimo del concorso, i premi in palio sono tre: oltre al consueto ‘LVMH Prize for Young Fashion Designers’ (medaglia per giovani stilisti del valore di 400mila euro) e al Premio Karl Lagerfeld, vinto lo scorso anno da Luca Magliano, si è aggiunto il Premio Savoir-Faire, riconoscimento che valuta la tecnica, l’innovazione e la sostenibilità di un brand in erba. Gli ultimi due valgono 200mila euro.
Pasqualetti si è formato presso l’Università Iuav di Venezia, quindi ha fatto sosta in Belgio, prima di approdare nell’ufficio stile del marchio newyorchese The Row. Il creativo ha, poi, intrapreso un master in disegno dell’abbigliamento donna alla Central Saint Martins di Londra, e un periodo di lavoro come designer da Loewe. Nel 2021, nello stesso anno in cui ha lanciato il suo marchio eponimo, ha ricevuto il ‘Premio Franca Sozzani Who is On Next?’. Oggi l’italiano vive a Parigi.
Ibrido. L’ultima pensata di New Balance è il modello 1906L, una scarpa che è una via di mezzo tra una sneaker e un loafer. Senza lacci né occhielli. Insomma, la tipica silhouette della ginnica, che può essere grossa e voluminosa, è stata limata fino a sembrare un mocassino.
Charlotte Lee, la designer dietro al progetto, ha affermato che la 1906L fa riferimento alle linee e alle caratteristiche che appartengono prettamente alle sneaker – la tecnologia da corsa, ad esempio- miste ad una necessità generata dal periodo della pandemia: l’ossessione per il comfort.
Il semi-mocassino, ma anche simil scarpa ginnica, ha fatto il debutto sulla passerella della settimana della moda di Parigi, in collaborazione con Junya Watanabe, per la sfilata Man Fall/Winter 2024. Intanto, attenderemo fino ad agosto per l’uscita ufficiale.
Hermès va al college. La maison francese apre una location a Princeton, nel New Jersey. È il primo marchio di lusso a mettere piede nei pressi di un campus della Ivy League (le otto prestigiose università private degli Stati Uniti).
Situata a Palmer Square, quartiere nel centro della città universitaria, la boutique ha un design che trae ispirazione dalla cultura accademica e dall’estetica del luogo: dal verde all’arancio, con i tappeti a strisce ad emulare pile di libri, e le pareti in legno, con riferimento alle biblioteche. Anche lo spazio ridotto si adatta all’ambiente in cui risiede. Per fare un confronto: il negozio Hermès di Princeton è di circa 350 metri quadri, mentre quello di Madison Avenue rasenta i duemila.
Il presidente di Hermès USA, Diane Mahady, attribuisce la strategia al cambiamento di tendenza negli acquisti avvenuto durante il Covid: le persone hanno smesso di andare in ufficio e molte si sono trasferite in periferia, e lì hanno iniziato a fare acquisti. Così, Hermes a Princeton è il lusso a portata di mano degli impiegati delle aziende biotecnologiche e farmaceutiche presenti in zona, dei banchieri, e degli studenti internazionali che frequentano l’università.
Pionieristico. Un esperimento social di Louis Vuitton in Cina si è trasformato in un’impresa dai grandi effetti. Un livestream sulla piattaforma Xiaohongshu ha mostrato gli ultimi articoli della collezione pre-autunno 2024 del brand francese. Pezzi presentati giorni prima sulle passerelle di Shanghai.
Lo spettacolo pre-Fall 2024, la prima collezione della serie Voyager Show di Nicolas Ghesquière, ha attirato più di 470.000 visitatori, stabilendo un record per un live streaming sulla piattaforma di social commerce. L’evento, primo del genere, in tutto il mondo invece, ha raccolto più di 145 milioni di visualizzazioni.
Dopo le catwalk, solitamente, solo poche centinaia di clienti “fidati” hanno la possibilità di visualizzare la collezione. Questo, ormai, prima che Louis scegliesse di andare live in Cina.