Oggi è un giorno forse leggendario,
infatti è la festa della Donna,
riguarda un collettivo immaginario
che va dalla nipote alla sua nonna.
Non a caso è un fiore di mimosa
il simbolo “allegro ma con stile”
che rappresenta sì le quote rosa
un mondo grande, tutto al femminile
Riflettendo un po’ sulle battaglie
sacrosante ma non sempre compatte:
sui problemi “lavoro-madre-moglie”
io vi domando”Siete soddisfatte?”
Ci chiediamo insomma se la lotta
(la più triste è stata in Parlamento)
non sia ìmpari, al di fuori della botta
che lì ha ferito uguaglianza e sentimento
Non son mai stata per l’accanimento
“uomo contro donna” in assoluto
e non si può dimenticare il complemento
che la coppia nei secoli ha tessuto.
La strada della donna è quel sentiero
che non deve portare al compromesso.
Libera scelta, libero pensiero:
e questo vale anche per il sesso.
Parlare di amore e di piaceri,
ma non con la lente del represso;
e anche se era meglio ieri
l’ emozione la firma ancora il sesso.
Per tenere alta la bandiera
Il cuore dev’esser disponibile
verso il compagno, e l’anima leggera
nel viaggio delizioso del possibile.
Detto questo si sa che ogni traguardo
raggiunto dopo molte discussioni
non fece mai volgere lo sguardo
al merito di nobili intenzioni.
Quel merito che ogni donna ha pur creato
testa-amore-forza creativa
valori- non valori sul mercato:
saremo mai una locomotiva?
Perché un treno ha bisogno della corsa,
di una spinta che sia più collettiva;
sarebbe un po’ come quotarci in borsa,
tirare su la testa dalla stiva.
Oggi le donne vogliono sapere
perché è più duro conciliare i ruoli,
vogliono sogni certi, non chimere
senza lasciare gli uomini da soli.
Oggi le donne sono brave e fiere,
imprenditrici, medici, ingegneri:
salgono scale in tutte le carriere,
ma quando “si decide”tu non c’eri.
Perché la donna è sempre “l’indifesa”,
finché è un uomo che firma le sue leggi:
c’è il dibattito poi fra Stato e Chiesa
e le pecore si sono fatte greggi.
Con il rispetto per la religione 3)
e per la sua parola sacrosanta,
non so, ad esempio, se è giusta la ragione
che ci ha portato alla legge Quaranta.
Troppe donne però sono passive,
non combattono neanche per se stesse
non fan sentire voci collettive,
o forse si sentono perplesse.
E questa conseguenza è disarmante,
perché la donna è ancora molto incerta:
famiglia o professione:è lacerante,
una questione che rimane aperta.
Pensando a quanti giovani perduti,
perché cresciuti in mezzo ad una strada,
se non c’è una madre che li aiuti,
un ragazzo dove vuoi che vada!
La solitudine oggi è la matrigna
ma la sua causa é la necessità
di portare a casa uno stipendio
perché non basta quello di papà.
Mi fan ridere”gli aiuti alla famiglia”
quando una donna deve lavorare:
c’è l’asilo o la nonna che si piglia
la responsabilità e…poi via andare.
Ma quando un bambino ha l’influenza,
e la nonna (se c’è), ha mal di schiena,
ecco finita la grande indipendenza:
questo è ancora il problema che ci frena.
Forse é mancata, eh sì, l’idea grande, 4)
che ci mettesse un po’ tutte d’accordo,
come andare dagli Appennini alle Ande;
ma perché mai fu Eva a dir”Io mordo”?
Le suffragette nel Trenta in Inghilterra,
scrissero che la donna,con ragione,
non può far davvero una carriera
perché “non ha la moglie.Che lezione!
Forse nessuna ha capito ancora bene,
la forza delle donne tutte insieme,
sarebbe come il sangue nelle vene,
le molte foglie dell’albero da un seme.
O sarebbe un po’ come il cemento,
neanche una suffragetta già nel Trenta,
avrebbe immaginato un Parlamento,
che diventasse un giorno… Parlamenta!