Chi sono i congiunti, che, come Conte ha indicato, potremo frequentare dal 4 maggio in poi?
La faccenda è di lana caprina. E poiché non vogliamo tosare le capre né fare il pelo e contropelo a Conte, il quale poveretto, ha già troppe gatte da pelare, abbiamo pensato di prenderlo alla lettera, dopo opportuna consultazione del vocabolario della lingua italiana “Lo Zingarelli”. Sottolineando però che i significati di una parola sono molteplici e a scuola i prof ci hanno insegnato a sceglierne il più consono.
Sarò un po’ pedante, ma ci chiariremo davvero le idee e le chiariremo anche a Conte.
Facciamo il punto della congiuntura, che nella circostanza che stiamo attraversando, possiamo tradurre in: periodo critico.
Congiuntura deriva da congiungere, dal latino “cum iungere”, mettere insieme, unire. Congiungersi significa: legarsi in amicizia, in matrimonio e – udite udite – unirsi sessualmente. Stessa accezione ha congiungimento, mentre è raro che significhi unione matrimoniale. Idem congiunzione.
L’avreste mai detto? No, infatti tutti noi siamo insorti contro il povero Conte avendo capito che potevamo frequentare solo il legittimo consorte o il fidanzato ufficiale, quello dell’anello. Invece il vocabolario ci dice che possiamo frequentare coloro con cui siamo uniti sessualmente. E quindi se un rappresentante delle forze dell’ordine ci fermerà, basterà dirgli: “Caio è un mio congiunto”, “Tizia è una mia congiunta”. Non dovremo mostrare alcun documento, ma – ovviamente – non potremo dichiarare il falso. Il diritto infatti parla di congiunzione carnale. Quindi i rapporti sessuali sono il salvacondotto o, quantomeno, dei forti legami d’amicizia. Ergo, è consigliato sbaciucchiarsi davanti al poliziotto per non dar adito a dubbi.
Il vocabolario ci dice che congiunto è il participio passato di congiungere che significa unito, legato da parentela, amicizia e simili; parente. Ma questo è solo l’ultimo significato di un rapporto che deve avere valore di “affetto stabile”. Insomma Conte voleva dire che congiunti sono tutti coloro con cui solitamente ci congiungiamo, purché ci sia del sentimento e non un mero rapporto di scambio economico; diciamo così. Vista poi la situazione nazionale di regresso economico, meglio non spendere per far l’amore. Una persona che ti vuole bene non pretenderà di essere portata al ristorante, in vacanza o di ricevere un costoso regalo, considerato pure che locali e negozi sono chiusi. L’amore deve essere gratuito. Altrimenti si profila lo spettro del verbo congiuntivo che introduce il dubbio: “Non so se lei sia disponibile…”
Poscia, altro consiglio: non fatevi sorprendere con una partner che potrebbe essere vostra nipote, perché comunque non passerebbe come congiunta, oppure con un accompagnatore che non può essere vostro figlio perché non vi assomiglia come una goccia d’acqua.
Inde, ultimo consiglio: per evitare la multa, fotocopiatevi la pagina del vocabolario e potatela sempre con voi, quando siete in compagnia del vostro amato bene.
“E’ l’occasione per cambiare nel nostro Paese tutte quelle cose che non vanno da tempo” ha dichiarato il presidente del governo. E appunto l’amore, come agito negli ultimi tempi, è una di queste. Perciò bisognerà reintrodurre l’uso del congiuntivo per valutare l’amore vero. E di contro potremo dire: “Stai alla larga, parente!”, se un parente ci starà sulle scatole e non vorremo frequentazioni amorose con lui. Si potrà pure uscire da soli, quando del parente in casa ne avremo abbastanza. Una boccata d’aria è vitale per sopravvivere in questo stato di convivenza forzata.
Denique, il suggerimento del premier: “Se ami l’Italia, tieni le distanze!” significa: l’Italia sono anche tutti quelli che vuoi accuratamente evitare e oggi la legge te lo permette!
Post scriptum: ho appena finito di leggere un classico piuttosto ostico: “Andrea e i ricongiunti” di Hugo von Hofmannsthald (Gli Adelphi) e non posso mancare di informarvi che i ricongiunti, qualora vi imbatteste in loro, sono il mistero della vita di ogni individuo, che può essere afferrato solo congiungendone le due parti. Perché, secondo l’autore, ogni persona per esistere ha bisogno del suo opposto, latente in essa. Ognuno scorge nell’altro solo quello che è conforme a sé, ma quello che l’attira è proprio l’elemento allomatico, quell’altro da sé. Del resto, quando non s’incontrano limiti e difficoltà, niente esiste veramente.
Meglio affidarsi all’oroscopo: buone congiunzioni astrali!