Oggi si commemora la giornata internazionale dell’istruzione, un soggetto molto importante per le Nazioni Unite negli ultimi anni. Ultimamente, la qualità e gli standard dell’istruzione sono precipitati tremendamente, aggiungendo ulteriore divario tra gli studenti in zone avanzate del mondo e tra gli altri studenti in paesi in via di sviluppo. Tra le continue zone di conflitto, il bullismo scolastico che continua a crescere, e le stime decrescenti sulla scelta della professione di insegnante, hanno causato una caduta alle percentuali di iscrizioni scolastiche.
Tijjani Muhammad-Bande, presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, spiega che l’istruzione deve “colmare il divario ormai enorme” tra le esigenze occupazionali moderne di competenze specializzate e le opportunità reali di apprendimento. Per di più, continua Bande, sottolinea “il significato dei deficit nel risultato dell’istruzione diventato evidente se considerato a fianco della spirale crescente della popolazione”.
I bambini intrappolati in zone di conflitto meritano molta più attenzione dal resto dei paesi nel mondo.
Secondo i dati dell’UNICEF, nel 2017, sono accaduti 500 attacchi nelle scuole di 20 paesi diversi. In 15 di questi 20, le truppe e le forze ribelli hanno trasformato le classi in postazioni militari. Migliaia di bambini sono continuamente reclutati a combattere, a volte servono come bombe suicida, o ancora peggio, forzati a subire attacchi diretti.

“L’ambiente di apprendimento può anche essere reso insicuro da armi e machete, bande e giovani indisciplinati e da predatori sessuali nei locali scolastici” ha sottolineato Muhammad-Bande.
Sfortunatamente, le guerre e guerriglie non sono gli unici motivi per cui l’istruzione è in uno stato allarmante. Con la presenza del riscaldamento globale e i vari problemi climatici, i disastri naturali sono un ulteriore motivo per cui migliaia di bambini nel mondo non hanno accesso all’istruzione scolastica.
Cicloni, uragani, tempeste sono solo alcuni degli eventi che fermano e rendono difficile l’avanzamento dell’istruzione in varie parti del mondo, provocando periodicamente il caos a strutture e edifici scolastici.
Durante il press briefing del 24 gennaio 2020 al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, Yasmine Sherif, la direttrice del fondo globale per l’istruzione “Education Cannot Wait”, informa che ci sono 75 milioni di bambini sfollati a causa di conflitti o disastri naturali che non hanno accesso a scuole, hanno interruzioni continue, o non riescono ad imparare nulla. Ad esempio, in Yemen, 2 milioni di bambini non vanno a scuola; dallo stesso dato, il 36% di bambine non sono iscritte a scuola rispetto al 24% di bambini, dimostrando che è molto più difficile ricevere l’istruzione per le bambine. Nei paesi africani di Burkina Faso, Mali e Niger, le scuole e gli insegnanti sono obiettivi delle truppe e forze armate, terrificando i bambini ed uccidendo i professori. La situazione è solamente peggiorata negli ultimi anni, rendendo ancora più seria la situazione per questi giovani studenti promettenti che hanno bisogno di aiuto ed assistenza.
“Le scelte che fanno le parti interessate all’educazione hanno un impatto diretto su vari gruppi sociali, in particolare gruppi svantaggiati come le comunità rurali, i poveri delle città, le persone con disabilita e le donne”, conferma il presidente dell’assemblea generale, facendo notare che quasi i due terzi degli adulti analfabeti nel mondo sono donne, generalmente nei paesi sottosviluppati. Queste scelte sono critiche per quanto riguarda alzare lo status della professione da insegnante, reclutare insegnanti competenti ed esporli a metodi moderni d’insegnamento.
Ci sono vari motivi per cui l’istruzione è alquanto importante, soprattutto per le società attorno al mondo. Il Presidente della Assemblea Generale dell’ONU Muhammad-Bande spiega: “quando una società rimane perpetuamente sottosviluppata, deve tra l’altro rivalutare il sistema scolastico. Se il sistema è disfunzionale o non facilita l’acquisizione di conoscenze e competenze pertinenti, l’economia sarà, al meglio, stagnante, ed al peggio, collasserà”.
Si può notare come l’educazione non solo incide sui cittadini, ma anche sul governo ed economia del paese completo. Non è per niente che l’istruzione è il quarto obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
L’istruzione è un potere. Il Sotto Segretario Generale Amina Mohammed spiega che “l’educazione protegge uomini e donne dallo sfruttamento nel mercato del lavoro, da potere alle donne, e da l’opportunità di fare scelte”. Certamente, l’istruzione fa si che si trovino risoluzioni per il riscaldamento globale, e porterebbe consapevolezza a tutti quanti dei rischi di questo fenomeno. In più, l’istruzione aiuta a promuovere rispetto e comprensione mentre sradica l’odio, la violenza ed il pregiudizio. Vari problemi esistenti nel mondo oggi potrebbero essere risolti con l’aumento dell’istruzione, e la differenza si potrebbe notare in poco tempo.
“Abbiamo il potere di modellare l’istruzione, ma solo se lavoriamo assieme e portiamo i partnerships necessari per fornire un’istruzione di qualità. Abbiamo il dovere di intensificare i nostri sforzi affinché un’educazione di qualità non sia più un obiettivo per domani, ma una realtà” ha concluso Amina Mohammed.
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