Il ricevimento iniziava alle diciassette e quindici.
Loro arrivarono con appena sette minuti di ritardo. C’erano già parecchie persone.
I professori erano stati divisi a seconda delle sezioni di insegnamento e in ogni aula c’erano tre professori.
Loro scrissero il proprio cognome nel foglio del turno e si misero in coda come tutti gli altri.
Alcuni erano venuti con i propri figli.
Loro erano soli. I volti sereni.
Lui con le mani nelle tasche dei pantaloni.
Lei con una borsetta sotto braccio, si teneva le mani quasi non sapesse dove metterle.
Quando arrivò il loro turno entrarono nell’aula dove c’erano i professori di matematica, di inglese e di geografia.
Si avviarono verso il professore di inglese. Salutarono e dissero:
– Siamo i genitori di Dario.
– Dario… Dario chi?
– Dario Pedone.
– Mi dispiace signora, ma Pedone non è un mio alunno. In che classe va?
– In quarta.
– Forse è in un’altra sezione. Nella mia quarta non c’è nessun Pedone.
– No, no. Sono sicura. È vero caro?
– Sì, sì. Sono certo anch’io. È in quarta, sezione B.
Il professore guardò l’elenco dei nomi nel proprio registro. Lo conosceva a memoria. Volle accontentarlo e col dito seguì tutta la lista. Pedone non c’era.
– Forse è in un’altra sezione. – Ripeté con tono gentile.
– Senta professore, siamo certi che nostro figlio frequenta questa scuola da quattro anni, è sempre stato in questa sezione. Forse lei è nuovo.
– Ma io veramente insegno qui da dieci anni e vi assicuro che Pedone non è mio alunno.
I genitori si zittirono. Si guardarono in giro con lo sguardo vuoto. Uscirono in silenzio e a testa bassa.
Avevano sempre desiderato un bambino, per lui avrebbero desiderato proprio quella scuola, proprio quella sezione.
Che tristezza aver avuto un figlio solo nei sogni!
Chissà se anche quest’anno Dario sarebbe stato promosso!