Negli Stati Uniti la lingua italiana si studia non solo nei licei e nelle università, ma anche alle medie e alle elementari. Dal 2012 le domande per imparare la nostra lingua sono in aumento sia nelle grandi comunità di origine italiana sia nel resto della nazione.
Quindi l’italiano occupa una posizione pregevole nelle scuole americane specie nello stato di New York dove, secondo i dati del Consolato Italiano, gli studenti iscritti alle classi di italiano sono aumentati dal 2012 al 2016 da 18.000 a circa 35,000.
Un progresso possibile grazie alla collaborazione dello IACE con il Consolato Italiano e le associazioni italo-americane. Altri dati della Modern Language Association dimostrano che il numero degli studenti di italiano nelle università americane è cresciuto nel corso dell’ultimo decennio di quasi il 60% passando da 49.000 ad oltre 80.000
Anche l’American Council on the Teaching of Foreign Languages (ACTFL) ha segnalato, nell’ultimo studio disponibile, che il numero di studenti che studiano l’italiano nei licei è aumentato in modo consistente nell’ultimo quinquennio passando da 65.000 a 78.000 unità.
Eppure ci sono troppe scuole negli USA, e parecchie nel sistema scolastico del New York City, che non hanno ancora un programma d’italiano o un corso di AP Italian Language and Culture. Il numero degli studenti nelle classi di italiano nello Stato di New York potrebbe essere il doppio o il triplo di quello presente nei dati del Consolato Italiano per il semplice motivo che lo studio della lingua straniera a New York non è solo un requisito per diplomarsi dal liceo ma è anche importante per essere accettati nelle università americane .
Gli studenti americani devono aver completato tre crediti in lingua straniera, cioè il diploma liceale di livello avanzato, e le università private ne richiedono quattro, equivalenti a quattro anni di studio di una lingua straniera.
Generalmente si inizia a studiare la lingua straniera a partire dalla seconda media, poiché le scuole che offrono l’italiano alle elementari sono poche. Bensì sotto richiesta dei genitori italiani con bambini piccoli, il Ministero dell’Istruzione pubblica americana, sede di NY (NYCDOE) affiancato dal Consolato Italiano di New York offre il primo programma bilingue inglese-italiano (DLP) per bambini del Pre-K con partenza a settembre 2018, tenuto in una scuola pubblica di Manhattan.
Questo dimostra che la richiesta per imparare la lingua italiana incomincia anche all’asilo. Purtroppo la richiesta spesso non è soddisfatta a causa dei requisiti, dei fondi e della mancanza di docenti qualificati e abilitati all’insegnamento e al livello.
Paragonato alle altre lingue, l’italiano non ha una lunga tradizione nelle scuole americane. In passato la lingua italiana non si studiava nelle scuole americane, è stata introdotta negli Stati Uniti con le ondate migratorie, in particolare quelle del primo novecento.
Si parlava italiano nelle comunità italiane ed era diverso a seconda delle regioni da cui provenivano i migranti. Negli anni settanta vi fu un’altra ondata di emigrazione dal sud dell’Italia a New York; italiani incoraggiati ad immigrare da parenti americani e dalla mancanza opportunità di lavoro per i giovani e per il diffondersi della Mafia.
Per questi immigrati italiani non era una priorità imparare l’italiano perché la maggior parte di loro parlava solo il dialetto e voleva imparare l’inglese per integrarsi in fretta, trovare un buon lavoro, e comprare una casa. E anche se oggi in Italia sono pochi a parlare il dialetto, sessanta anni fa invece erano pochi a parlare la lingua italiana, solo quelli colti che avevano potuto studiarla. Infatti, a quell’epoca nella penisola l’italiano lo parlava solo il 18 % della popolazione, il resto parlava il dialetto del proprio paese.
Per questo motivo gli italiani arrivati da bambini negli USA con i loro genitori impararono l’inglese a scuola, ascoltando la TV o dai parenti americani. Fino al 1980 pochissime scuole pubbliche offrivano l’italiano, quindi, gli italo-americani non potevano imparare la lingua italiana a scuola. Furono gli stessi italo-americani, che non impararono l’italiano dai genitori, ad affrontare la sfida di inserire lo studio della lingua e cultura italiana nelle scuole americane, lottando per il loro obbiettivo per decenni.
Gli italo-americani crearono associazioni come l’Associazione degli Insegnanti di Italiano, l’AATI(American Association of Teachers of Italian) fondata nel 1924 per promuovere lo studio della lingua italiana, la letteratura, e la cultura nelle scuole e nelle università nel Nord America.
L’AIAE (Association of Italian American Educators) invece è un’associazione per tutti i docenti o professionisti che si dedicano sia all’insegnamento che alla cultura italiana e collabora con l’AATI. Fondata nel 1997, è un’organizzazione senza scopo di lucro, sovvenzionata da donazioni ed è gestita da volontari.
L’organizzazione è stata fondata per migliorare l’immagine degli italo-americani nel mondo accademico. L’AIAE promuove discussione su questioni scolastiche che coinvolgono gli italo-americani, da supporto all’istruzione, e favorisce lo sviluppo professionale per i docenti e i professionisti che promuovono la cultura italiana. Altre associazioni che promuovono la cultura italiana sono la NIAF, l’OSIA, e lo IACE. Anche queste associazioni promuovono programmi ed eventi di cultura italiani e premiano gli studenti che si impegnano negli studi dell’italiano con borse di studio.
Non si sceglie di studiare l’italiano solo per sentirsi connesso alle proprie radici, ma anche perché attraverso l’italiano si può conoscere il grande patrimonio culturale dell’Italia. La lingua italiana rappresenta l’identità degli italo-americani ed è il veicolo che esporta le nostre risorse culturali negli USA.
Il nostro idioma è uno strumento di enorme potenzialità finché ci saranno persone appassionate che dedicano il loro tempo a diffondere il lato positivo dell’italianità. E il consumo dei prodotti Italiani e il Made in Italy negli States crescerà a pari passo con l’aumento dello studio dell’italiano in tutte le scuole americane.