“Ancora una volta ho capito che le donne davano una risposta di vita, che non volevano soccombere e non avevano smesso di sperare”. Inizia con queste parole l’intervista de La Voce di New York alla giornalista e scrittrice Renata Ortolani, che ci parla del suo nuovo libro, appena uscito intitolato Sex & the Sixties (Di Leandro & Partners, 2024).
“Durante il lockdown ascoltavo con attenzione quello che le mie amiche mi raccontavano nelle lunghe telefonate serali – si confessa Ortolani. – Nonostante tanta tristezza e morte attorno, queste donne non più giovanissime avevano invece una gran voglia di vivere e di farlo con leggerezza”.

Mentre Ortolani ripercorre la genesi del libro, come non pensare alle iconiche parole di Carrie Bradshaw. Nella puntata pilota della serie tv Sex and the City, la protagonista definiva le amiche “una inesauribile fonte di ispirazione e allo stesso tempo la certezza del suo buono pasto”.
Il testo, che sconfina in maniera divertente e talvolta provocatoria nel mondo delle babyboomer e nei loro spaccati di vita reale, si avvale volutamente anche di un linguaggio irriverente. Nelle storie riportate, tutte verificate dall’autrice con minuzia e rigore, si ha la possibilità di gettare uno sguardo autentico sulle consuetudini delle donne nate intorno agli anni ’50, ma anche sulla loro sessualità per lungo tempo considerata un tabù.
“Ho rispolverato la tradizione orale, quella che non troppi anni fa veniva utilizzata soprattutto fra consanguinee, per trasmettere segreti di famiglia, circostanze e talvolta ricette. Le signore un po’ stagionate ora mirano all’immortalità, ma ovviamente vogliono arrivarci divertendosi. Cercano di andare oltre quelli che erano gli stereotipi imposti dai genitori e dal contesto culturale, pretendono di vivere a modo loro”.
Attraverso le loro testimonianze dirette, perché come sottolinea Ortolani ”niente è più fantasioso e variegato della realtà”, la scrittrice affronta anche temi impegnativi, come la paura di invecchiare e quella della morte.
“Grazie alla scrittura di questo libro, ho capito che, durante l’epidemia da Covid-19, si era sviluppata una sorta di realtà parallela. Acquisti on line moltiplicati, visite dai chirurgi estetici raddoppiate, social impazziti. Queste donne per esorcizzare le lore paure compivano tutta una serie di riti sorprendenti e liberatori”.
Le protagoniste di queste storie fanno parte della media e alta borghesia, hanno vissuto e amato intensamente. Sono donne che hanno dimostrato di rinascere, nonostante le difficoltà della vita, e insegnano che la passione e la voglia di vivere non finiscono con la giovinezza. “Il testo è adatto a tutti parla di amore ma anche di solitudine, che alla fine quando viene ben arredata può essere una stupenda abitazione”.
”Le babyboomer hanno riscoperto lo sport – spazia Ortolani -, ma hanno anche una maggiore consapevolezza del corpo e della loro salute. Affrontano la menopausa semplicemente come un momento di passaggio. Insomma più che parlare di terza età, dovremmo parlare di terzo tempo”.
Sex & the Sixties vuole essere quindi un omaggio a quelle donne che hanno avuto il coraggio di vivere pienamente ogni momento della loro esistenza e che sono riuscite a trasformare la loro maturità in libertà.