Un saggio scritto a settantacinque anni dall’affermazione dell’autonomia siciliana: Orgoglio Siciliano, Luci e ombre dell’Autonomia e dell’Anima siciliana (Bonfirraro Editore) è il nuovo libro di Nuccio Carrara, già deputato e sottosegretario alle Riforme Istituzionali, attualmente collaboratore dell’Accademia Nazionale della Politica, con l’Università delle Tre Età (Untre), ed editorialista per il quotidiano online IlSud24.it.

Il libro è un progetto che nasce e prende forma nel 2020, durante la pandemia di Covid-19, in previsione dell’annuale ricorrenza della nascita dello Statuto della Regione Siciliana. Il libro, ultimato nove mesi dopo essere stato messo in cantiere, è suddiviso in tra macro aree. La prima, di importanza storica, in cui l’autore ripercorre le tappe che hanno portato alla formulazione dello statuto, corredata da foto. La seconda è d’opinione, con contributi economici, ed è stata affidata ad esperti di diritto, magistrati. La terza ed ultima parte raccoglie testimoniante di intellettuali e giornalisti. “Ci sono gli aspetti di luci e di ombre di tutta la nostra storia che certamente è legata allo strumento autonomista. Con tante opportunità e tantissime occasioni sciupate nel corso dei decenni perché, di fatto, molte cose non sono state poi attuate dal punto di vista pratico” –ha commentato Fabrizio Fonte, giornalista, saggista e contributore del libro che ha aggiunto- “Nuccio fa un’analisi del perché tutto questo è avvenuto. Sono presenti delle chiavi di lettura che riguardano scelte politiche, spesso nazionali, che hanno vincolato la possibilità di sviluppo concreto della nostra isola. Il mio contributo è legato all’aspetto dei beni culturali che potrebbe essere, insieme a tanti altri, una delle potenzialità inespresse che potrebbero dare slancio e rilancio alla nostra isola”.

L’autore ha voluto raccontare l’anima della Sicilia e dei limiti strutturali di uno statuto che ha compiuto 75 anni e che nasce dalle profonde lacerazioni intellettuali e politiche del dopoguerra. Un statuto che contiene i germi della costituzione italiana. Lo statuto siciliano definisce possibilità, limiti e utopie di quest’isola, la più grande, fra le cinque regioni a statuto speciale. Un vero e proprio viaggio attraverso vicende storiche e umane, legate all’autonomia siciliana. Un tentativo di esplorare l’anima siciliana attraverso i padri dell’autonomia, la nascita dello Statuto, tappa per tappa. Documenti e immagini inedite che l’autore ha voluto inserire per ritrovare il senso d’appartenenza, le radici e far comprendere ai lettori la direzione verso cui siamo orientati.
Un libro rivolto ai siciliani di tutto il mondo ma soprattutto ai giovani siciliani e agli studenti desiderosi di conoscere la storia dell’isola.
Qui di seguito l’intervista con l’autore del libro Nuccio Carrrara.
Questo libro parte dal periodo storico che ha visto la nascita dello Statuto Siciliano. Lei lo ha scritto in pochi mesi. Perché ha deciso di scrivere questo libro?
“L’idea di scrivere un libro per i siciliani è stata dell’editore Bonfirraro. Una lunga amicizia mi lega a Salvo Bonfirraro che mi ha voluto coinvolgere in una avventura editoriale in un momento particolare segnato dal confinamento sociale causato dalla pandemia da Covid 19. Inizialmente ho opposto qualche resistenza, ben sapendo quanto sia difficile parlare di questioni siciliane, soprattutto quando si mischiano con lo Statuto e con la politica. Il rischio di scadere nella retorica “patriottica” o in polemiche sterili era in agguato, soprattutto se ci si fosse fermati al titolo “Orgoglio Siciliano”. Per prevenire questi inconvenienti si è pensato di strutturare il libro a più voci e di dare loro piena libertà di espressione, per descrivere Luci e ombre dello Statuto e dell’Anima siciliana, così come recita il sottotitolo Personalmente mi sono dedicato all’intera prima parte del libro raccontando la nascita delle formazioni indipendentiste ed autonomiste dopo l’occupazione dell’isola da parte delle truppe anglo-americane. Inoltre ho dedicato particolare attenzione alla nascita dello Statuto ricostruendo, “minuto per minuto”, i lavori della Consulta, quell’organismo assembleare che ha svolto le funzioni di vera Assemblea costituente. Così ho creato la cornice storico-politica posta a base dei successivi contributi di 26 personalità della cultura, dell’arte, del mondo ecclesiastico, del diritto ecc. Alla fine è venuto fuori un lavoro articolato, e spero gradevole, che potrebbe servire alle nuove generazioni per accostarsi alla propria storia, ma potrebbe tornare utile anche ai rappresentanti delle istituzioni che spesso sono distratti e mostrano di non conoscere in profondità il nostro Statuto. Va pure detto che anche i non siciliani potrebbero trarne qualche utilità accostandosi ad una Sicilia che va oltre i luoghi comuni della vulgata corrent”e.
Lo statuto siciliano nel 2022 ha compiuto 76 anni. Quali sono gli aspetti che molti ancora non sanno di questo importante testo? Cosa deve cogliere e soprattutto comprendere fino in fondo il lettore? Che cos’è l’identità siciliana e quanto è importante rivendicarla in modo positivo e non in modo campanilistico?

“Lo Statuto della Regione Siciliana è nato ufficialmente con la promulgazione del Regio Decreto n.455 a firma di Umberto II Re d’Italia. Da lì a poco, il successivo 2 giugno, ci sarebbe stato il referendum che avrebbe dato vita alla Repubblica Italiana. Sono già passati 76 anni e i Siciliani possono certamente andare orgogliosi di essere stati i primi in Italia a potere godere di un’ampia autonomia politica ed amministrativa. Tuttavia lo Statuto è stato via via svuotato di poteri attraverso alcuni interventi della Corte Costituzionale e di alcune modifiche alla Costituzione nazionale, in particolare quella del 2001, che ha subordinato le nostre leggi a quelle dell’Unione Europea. All’identità siciliana è dedicato il contributo del compianto Franz Riccobono, lo studioso messinese venuto a mancare pochi mesi dopo la pubblicazione del libro. Naturalmente tanti altri contributi offrono spunti di riflessione sugli aspetti statutari e sull’”Anima Siciliana”. In questa sede non è certamente possibile soffermarsi su ogni contributo, ma dalla lettura del libro viene fuori una Sicilia che presenta tali e tante sfaccettature da farla apparire in tutta la sua complessità e non priva di aspetti problematici. L’uso campanilistico dello Statuto è tipico di certa classe politica che, a fini elettoralistici, vorrebbe attribuirgli aspetti miracolistici che purtroppo non ci sono. Ci sono tuttavia aspetti tuttora non valorizzati a pieno, come quelli che potrebbero dare alla Sicilia un’ampia autonomia economica fino a spingersi verso la creazione di una moneta collaterale, tutta siciliana e affrancata dall’usura bancaria che è madre di ogni forma di indebitamento sia pubblico che privato”.

Perché la Sicilia continua a vivere in una situazione di degrado economico e culturale?
“Bella domanda… Probabilmente perché l’ormai cronico stato di bisogno rende fragili le popolazioni ed esposte alle sirene del clientelismo. Da qui nasce una classe politica ed amministrativa parassitaria e poco sensibile allo sviluppo economico e culturale dei singoli e della collettività. Il benessere economico è il presupposto necessario per scelte politiche sane e disinteressate e la stessa cultura richiede un ambiente affrancato dal bisogno. Naturalmente non mancano le eccezioni, che hanno dato lustro alla Sicilia e si spera che col tempo il loro esempio possa diventare contagioso”.
Secondo lei la Sicilia riconosce la propria autonomia fino in fondo? Cosa non sta funzionando invece in senso contrario e perché?
“Come già si è detto, la Sicilia è imbrigliata in una serie di norme nazionali e sovranazionali che pongono seri limiti alla sua autonomia, basti pensare che ogni volta che lo Stato vuole rendere obbligatoria una norma passando sopra l’autonomia regionale, la classifica come “riforma economica e sociale”, e il gioco è fatto. Questo può avvenire grazie alla competenza esclusiva dello Stato in materia dopo la riforma costituzionale del 2001 che abbiamo già citato.Tuttavia, una classe politica preparata e accorta potrebbe utilizzare al meglio lo Statuto siciliano in attesa di tempi migliori per noi siciliani e per il resto d’Italia”.

L’editore Salvo Bonfirraro, ha spiegato così come nasce il libro: “L’idea di mettere a fuoco l’identità siciliana, rileggendo e ripercorrendo vizi e virtù dell’Autonomia siciliana nasce durante il confinamento per la pandemia e in previsione del 75° anniversario. Alberto, mio figlio, durante una riunione programmatica in casa editrice, visto che durante la pandemia non si poteva fare altro che prepararci al dopo, ha lanciato l’idea di fare una pubblicazione sullo Statuto della Regione Siciliana, in occasione del 75° che si sarebbe celebrato nel maggio del 2021. Anche perché pubblicazioni del genere per un pubblico più vasto nel panorama editoriale c’era ben poco. Ma soprattutto, facendo una prima indagine, abbiamo avuto la conferma che non solo mancava una pubblicazione del genere, ma molti giovani, anche laureati, conoscevano poco della propria identità” – continua Bonfirraro “Non è stato facile mettere a fuoco il progetto, ma fin da subito la cosa ben chiara è stata quella di dedicare il libro ai giovani siciliani che amano la propria terra. Strada facendo, però, si è preferito, insieme a Nuccio Carrara che abbiamo voluto si occupasse della pubblicazione per le sue competenze e per la sua vicinanza al mondo dei giovani, dare all’opera un carattere divulgativo che andasse oltre la ricorrenza per offrire uno strumento di conoscenza soprattutto alle nuove generazioni di siciliani. Non a caso questo titolo così forte e significativo” –ha concluso l’editore- “un viaggio attraverso le vicende storiche e umane dell’Autonomia e un’indagine dell’Anima siciliana in alcuni suoi aspetti peculiari, talvolta poco noti. Per questo ringrazio tutti i contributori, personalità di spicco del mondo della cultura, dell’arte, dell’economia e della giustizia che hanno contributo alla riuscita di questa preziosa pubblicazione”.
Alberto Bonfirraro, figlio di Salvo e anch’egli editore, ha commentato: “Con quest’opera abbiamo voluto dare voce a personaggi di spicco della cultura siciliana, della politica, della giustizia e non solo. La speranza, attraverso questo libro, è quella di risvegliare e riacquisire il senso di appartenenza alla propria terra e quell’orgoglio che molti giovani, e non solo, hanno perso in questo ultimo mezzo secolo. Grazie ai nostri contributori abbiamo voluto dare un segnale forte parlando delle ombre, visibili, che gravitano intorno alla autonomia e alle nostre istituzioni, e nello stesso tempo mettere in risalto quelle luci, molte volte invisibili, che riescono a far sognare e a fare sperare che qualcosa di buono ancora in questa dannata terra si possa realizzare” –ha aggiunto Alberto Bonfirrato – “l’esempio più emblematico, non a caso, è il contributo di Lorenzo Reina e il suo teatro Andromeda, che hanno ispirato l’anima del nostro progetto. Uno degli obiettivi che porteremo a compimento nel 2023 e negli anni a venire, in maniera completamente autonoma, è il progetto scolastico nato e legato al libro per i giovani degli Istituti scolastici della Sicilia” –ha concluso- “In definiva, come amiamo dire con mio padre, visto il grande successo che ha avuto il libro, è un’opera che appartiene a ogni siciliano, ovunque nel mondo, perché tutti ne siamo protagonisti e autori nello stesso tempo”.