Questa rubrica si chiama Libera perché il direttore mi disse che sarei stata libera di scrivere quello che avessi voluto. In Italia non è così automatico poter scrivere quello che si vuole e si pensa. Non è permesso per motivi politici o commerciali sottaciuti e spesso non conviene alla carriera giornalistica. Tuttavia pubblicare su un giornale nazionale e diventare giornalista è molto più facile che pubblicare il proprio libro con un editore di qualche rinomanza e diventare scrittore. Certo le segreterie delle case editrici sono inondate di testi ed è dispendioso farli valutare tutti. Ciò non toglie che venga pubblicata a pagamento molta spazzatura, tipo la storia della vita di qualche attricetta da rotocalco, conosciuta solo da chi frequenta un salone di parrucchiere e ammazza l’attesa leggendo gossip per stordirsi la mente prima di farsi manipolare la testa…
Ogni tanto qualche editore lancia, attraverso un’operazione di marketing, un improbabile scrittore che fino al giorno prima ha munto le mucche in montagna e non sa dove stia di casa il complemento oggetto. Il montanaro si convince di essere la reincarnazione di Proust e il popolo bue, che non ha mai visto una mucca né prati né boschi né laghi, si beve una sfilza di luoghi comuni finendo per scoprire di avere un’anima ecologica. Così si distrugge la cultura di una civiltà e si gettano nella pattumiera, senza leggerli, manoscritti preziosi di aspiranti scrittori che non sono un “personaggio”.

Da 7 mesi è on line: www.kepown.com, piattaforma social che ho creato con un team di soci e collaboratori meravigliosi per offrire A TUTTI la possibilità di pubblicare le proprie opere dell’ingegno. Considero la libertà il bene più grande, senza il quale un essere umano non ha dignità di uomo. Nella home page di Kepown c’è scritto: “Qui ci sono scrittrici e scrittori liberi! La tua storia è unica: scrivi, pubblica e condividi il tuo kebook con la tua community. Dai forma ai tuoi pensieri, crea e conserva il tuo racconto, il tuo diario, il tuo romanzo, la storia della tua famiglia. Tutto quello che sei, sei stato o vorresti essere”.
Abbiamo indetto il concorso letterario “Io pubblico”: ognuno era libero di pubblicare con un semplice click la propria opera e ci sono pervenuti 187 kebook. Siamo rimasti favorevolmente stupiti per la professionalità degli scrittori: testi corretti, ben strutturati con gran capacità descrittiva. E’ stata nominata una giuria qualificata: Cristina Benussi, professore di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Trieste; Valeria Braghieri, vicecaporedattore de Il Giornale; Marco Bruna, giornalista delle pagine culturali de Il Corriere della Sera; Lucia Esposito, responsabile redazione Cultura e Spettacoli di Libero; Stefania Farinella, avvocato a Palermo e blogger culturale; Paola Predolin, ricercatrice, storica e traduttrice. I giurati, senza nemmeno conoscersi, hanno votato i 3 vincitori quasi all’unanimità: “Il pianoforte” di Sirquant, “Visioni private” di Sabrian Folcia, “L’odore del sole” di Alice Gaio.

Alice ha solo 25 anni, ha studiato regia e sceneggiatura all’Accademia 09 di Milano e svolge servizio civile. Ha partecipato a diversi concorsi di sceneggiatura, ma questo è il primo letterario. “Ho voluto partire da un mondo distopico dove l’amore fosse vietato. Un’idea folle di un mondo spaventoso nel quale però due persone lottano contro il divieto…”.
Sabrina di anni ne ha 48, è psicologa e lavora da oltre 20 in un centro antiviolenza seguendo donne in situazioni di vulnerabilità, maltrattate, sfruttate sessualmente. “Mi affascinano le nuove tecnologie e il lato oscuro delle persone. Ho creato dei personaggi che non sono un modello di comportamento, che sembrano dissoluti o quantomeno superficiali, ma che attraverso un percorso possono rivelare un lato di umanità. Mi piace andare sempre oltre le apparenze per cercare di scoprire i lati migliori delle persone”.

Sirquant in un’altra vita era un cavaliere medievale o almeno così lui si è sognato una volta. Ma in questa si chiama Antonio Blunda, ha 49 anni, fa l’avvocato a Palermo e da sempre il poeta. Ha partecipato a centinaia di concorsi di poesia vincendo parecchi premi, tra cui il Premio Arenella nel 2012. “Amo la musica classica e, ascoltando il Notturno opera 27 n.2 di Chopin, la sua vita mi si è dipanata davanti come un film. L’ho poi romanzata nella storia del vecchio antiquario che lascia il suo pianoforte al giovane amico pianista. E’ un po’ anche la mia storia: ho avuto un bravo maestro avvocato a cui mi sono legato dopo la morte di mio padre. Nella nostra vita è importante non esserci per se stessi, ma per qualcuno: fare un passaggio di consegne rende significativa la propria esistenza”.