Cristiana Pedersoli è la figlia di Carlo Pedersoli, conosciuto da tutti come Bud Spencer. Cristiana ha preso il sacro fuoco dell’arte non solo dal papà, amatissimo in tutto il mondo, ma anche da suo nonno: quel Peppino Amato che ha prodotto film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema italiano. Uno su tutti, “La Dolce Vita” di Federico Fellini.

Apprezzata e rinomata pittrice e scultrice, dedita a cause solidali, Cristiana vive a Roma, e il suo libro uscito qualche mese fa, Bud. Un gigante per papà (Giunti) ha già venduto migliaia di copie: un autentico successo!
Cri Cri, come la chiamava suo padre Bud, è mamma di Sofia e Nicolò, ma continua a lavorare e coltivare l’Arte, la creatività ed i viaggi per conoscere le culture altre del mondo.
Bud Spencer era tuo padre. Per tutti, un attore indimenticabile, un protagonista dei nostri tempi. Per te, soprattutto “Papà Carlo”. Quando hai deciso, e perché, di scrivere un libro su di lui?
“Ho cominciato a scrivere un diario di ricordi, dopo qualche mese che papà non c’era più. Ho sentito il bisogno di mettere per iscritto ricordi e momenti felici passati insieme, forse anche per far conoscere ai miei figli alcuni aspetti della vita del nonno che non conoscevano, e che valeva la pena approfondire. Poi, inaspettatamente, i miei appunti sono piaciuti all’editore tedesco dei libri di papà, che ha deciso di pubblicarlo perchè l’interesse su Bud Spencer era ancora molto forte da parte dei lettori”.

Quali sono i ricordi professionali più importanti che ti hanno legata a papà?
“Papà era un uomo curioso e dalle grandi passioni; un uomo entusiasta della vita. Avevamo una grande sintonia e ci capivamo subito; non ho mai discusso con lui; non ci piaceva litigare. Mi diceva sempre che io e lui eravamo uguali, con lo stesso carattere, e questo mi inorgogliva. I ricordi professionali più belli sono quelli legati al cinema, ad esempio quelli legati alla serie dei Piedone. Molti sono gli aneddoti divertenti vissuti in quei set. Piedone è un personaggio che lo rappresenta totalmente con tutta la sua napoletaneità: un portatore sano di valori positivi e di generosità. Da buon napoletano, papà si immergeva nella sua Napoli e si ricaricava”.

Nel libro Bud. Un gigante per papà (Giunti) che hai scritto qualche mese fa, quali episodi privati di tuo padre non erano mai stati raccontati al pubblico?
“Sicuramente il suo pubblico non conosceva tutte le vicissitudini vissute nell’infanzia e nell’adolescenza a Napoli, con il bombardamento della fabbrica di famiglia, la forza di rinascere nel dopoguerra ed i viaggi insieme alla famiglia verso il Sud America come migranti, alla ricerca di una nuova vita. Era una novità anche l’esperienza da lui vissuta con gli Indios in Amazzonia, che hanno sicuramente influenzato poi il suo percorso interiore, rendendolo in tarda età un uomo molto spirituale”.
Tuo padre e Napoli: un rapporto intenso. La filosofia di vita di papà quanto rispecchiava la sua napoletaneità?
“Moltissimo. Napoli era un punto fermo della sua vita, l’ha sempre portata con sé, nel cuore, in tutto il mondo. Diceva spesso che se non fosse nato a Napoli, non avrebbe potuto fare tutto quello che ha fatto. Il napoletano ha un modo di vedere il mondo unico: gioioso e malinconico allo stesso tempo, con una grande energia e accettazione del reale, e papà la incarnava perfettamente. La sua filosofia di vita era il Futtetenne”.

Cristiana, tu sei una pittrice e scultrice; in passato, hai coinvolto tuo padre in operazioni artistiche con te? Quando?
“Sì. La mia occupazione principale è dipingere e fare sculture in pietra e ferro. L’esperienza più bella vissuta insieme a lui in ambito artistico è stata quella della realizzazione di un’ asta di salvadanai organizzata insieme anche ad altri artisti, il cui ricavato è stato devoluto poi ad una associazione che si occupava di minori in grave disagio. Dopo pochi giorni, papà ci avrebbe lasciato, ma il suo entusiasmo in questa esperienza è stato grande fino all’ultimo”.
Il rapporto di tuo padre con mamma Maria; il loro, è stato un matrimonio lungo e felice. Quali sono stati, visti da te, i loro segreti di coppia?
“Il legame tra mia madre e mio padre è stato molto importante, costruito con sacrificio, rispetto e un grande amore. Anche nello scegliere la compagna della sua vita, papà non ha sbagliato, perchè mia madre è stato il pilastro della famiglia. Erano completamente diversi: lui la cicala e lei la formica; i classici opposti che si attraggono. I loro battibecchi erano divertenti ed ironici, e anche noi figli ci divertivamo ad ascoltarli. Papà era un uomo buono e divertente, quindi alla fine lei gli perdonava tutto”.

Parliamo adesso del rapporto di tuo padre con Giuseppe e Diamante, i tuoi fratelli. Ed anche del tuo personale rapporto con loro.
“Il rapporto che papà aveva con noi tre figli era sicuramente differente ; con Giuseppe aveva un legame anche lavorativo e quindi con maggiori discussioni legate alle problematiche del set,; caratterialmente erano diversi, perché Giuseppe è molto più simile a nostra madre, meno artista e più con i piedi per terra. Diamante ha vissuto molti anni negli Stati Uniti, quindi il loro rapporto è stato un pò ad intermittenza, ma in ogni caso era la più piccola della famiglia e tra loro c’era tanta tenerezza. Per quanto riguarda me, abitando nello stesso palazzo dei miei, avevo una frequentazione giornaliera con lui, e c’era uno scambio e un confronto continuo. Tra noi tre fratelli, infine, c’è sempre stato un legame forte ed importante, trasmesso sicuramente anche dai nostri genitori”.
Questo tuo libro su papà è stato un grande successo: circa 18.000 copie vendute. È stato tradotto anche in tedesco, vero?
“Sì, il libro è stato tradotto in tedesco e anche in ungherese. Ho ricevuto ultimamente una proposta dalla Spagna, quindi mi auguro che a breve sia pubblicato anche lì. Promuoverlo è stata una bella esperienza; girando per le varie presentazioni, non mi aspettavo tutto questo amore ancora così vivo da parte dei fans e anche tanta curiosità nel conoscere gli aspetti più intimi della vita di papà”.
Il successo di tuo padre ha forse molto più eco all’estero che in Italia, anche se pure in patria, come abbiamo evidenziato, tutti lo ricordano e continuano ad amarlo. Ci parli di questo amore internazionale per la sua figura di attore e di uomo?
“È vero, all’estero, specie in Germania ed in Ungheria, Bud Spencer è diventato un vero e proprio personaggio di culto. A Giugno prossimo, covid permettendo, dovremmo inaugurare una mostra su di lui a Berlino. Anche in Italia, comunque, la schiera dei suoi fans è infinita. Lo hanno amato per la sua generosità d’animo, la sua umiltà anche nel successo. Inoltre, papà aveva un istinto empatico, riuniva le famiglie con i suoi sorrisi e ha sempre rappresentato la difesa dei più deboli. Era un uomo autentico, sul set come nella vita privata”.
Siamo verso la fine di questa chiacchierata: inevitabile chiederti anche del rapporto di papà con Terence Hill. Ed il rapporto che avete voi figli ancora oggi con Terence.
“Papà e Terence hanno avuto una carriera straordinaria, che li ha portati in giro per il mondo a vivere esperienze uniche e irripetibili, e questo li ha legati molto. Erano molto diversi, ma li univa una grande fede e un grande rispetto reciproco; insieme si divertivano anche sul set e quando giravano delle scene insieme, si creava tra loro sempre una magia, ed ognuno dava il meglio di sè. Siamo molto affezionati noi figli a Terence e alla sua famiglia, anche se purtroppo ultimamente non ci è possibile vederli; ci sentiamo telefonicamente per ogni ricorrenza”.

Se avessi la possibilità di dire qualcosa oggi a tuo padre, a distanza di quasi 5 anni dalla sua morte, che cosa gli diresti? Cosa è accaduto nella tua vita che ti piacerebbe tanto lui sapesse? E… C’è qualcosa che rimpiangi di non aver fatto in tempo a dirgli prima che se ne andasse ?
“Fortunatamente, nell’ultimo periodo, io e lui abbiamo parlato molto, e papà mi ha espresso spesso il suo amore e la sua stima, quindi non ho rimpianti. Mi dispiace soltanto che non abbia partecipato a molti miei successi artistici, e non abbia visto gli sviluppi lavorativi e di vita dei miei figli: ne sarebbe stato molto orgoglioso. Vorrei dirgli che mi manca fisicamente, ma che lo sento vicino a me spessissimo, e questo mi dà molta forza. Sicuramente, vorrei dirgli anche che il mondo è molto più brutto da quando lui non è più qui”.