“Quando moriremo nessuno ci chiederà se siamo stati credenti, ma credibili”. Il giudice che diventerà Santo, ha pronunciato questa frase significativa che è impressa nei nostri cuori. Nei giorni scorsi in molte parti d’Italia e nella terra dove è nato e dove è stato ucciso sono stati commemorati i 30 anni dalla morte del magistrato Rosario Livatino. Ricordato spesso da allora come “il giudice ragazzino”: aveva 37 anni quando venne trafitto di colpi mentre andava al tribunale di Agrigento con l’automobile personale e senza scorta.

Rosario Livatino lavorò come magistrato nel periodo detto della “mattanza mafiosa” siciliana: il suo omicidio venne commesso dalla Stidda, un’organizzazione criminale mafiosa che si era formata nella Sicilia meridionale negli anni 80, in contrapposizione a Cosa Nostra, con il fine di ribellarsi al grande potere di quest’ultima. La contrapposizione tra le due associazioni criminali si è sempre manifestata con episodi violenti, faide e guerra armata. Il lavoro di Livatino fu attento e scrupoloso, come testimonia il giudizio che su di lui diede l’allora procuratore generale di Agrigento Pietro Giammanco: “Si distingue per intelligente, oculata, intensa e proficua attività, per versatilità d’ingegno, ottima cultura e retto senso giuridico. Nelle istruttorie affidategli dimostra capacità, zelo e correttezza. Rappresenta degnamente l’ufficio nelle udienze penali dando prova di possedere talento e acume”.
Proprio per far conoscere la personalità di Livatino è uscito un volume, molto agile e ben curato, dedicato al magistrato canicattinese, firmato dalla giornalista agrigentina Marilisa Della Monica e illustrato da Francesca Carabelli.

Un libro per insegnare ai più piccoli, con un linguaggio semplice e diretto, la cultura della legalità attraverso la figura del giudice Rosario Livatino, “martire della giustizia e indirettamente della fede”.
Il libro, attraverso testi e fumetti, vuole stimolare i bambini dai 5 agli 8 anni a scoprire e mettere a frutto i semi luminosi custoditi nella vita di quest’uomo per il quale è in corso il processo di beatificazione.

I testi sono stati curati dalla giornalista agrigentina Marilisa Della Monica, coordinatrice di redazione del settimanale diocesano L’Amico del Popolo di Agrigento e collaboratrice del quotidiano Avvenire.
“Ho accolto con gioia e impegno la sfida lanciatami dall’editore Di Girolamo – ha detto Marilisa Della Monica -. Credo che raccontando ai bambini la vita del giudice Livatino, quella meno conosciuta, l’infanzia, il periodo della scuola e l’adolescenza, sia possibile farlo intendere come un esempio più facile da seguire. Rosario Livatino era ed è stato un ragazzo come tutti gli altri, con gli amori giovanili, le paure, le insicurezze, i sogni e le passioni che tutti noi abbiamo provato nella nostra vita. Il suo essere speciale è racchiuso nel suo essere stato un uomo come tanti, ma con la capacità di mettere in pratica, nell’esercizio del suo lavoro, nelle relazioni del vivere quotidiano, il Vangelo. Rosario Livatino è stato testimone credibile del suo essere credente semplicemente con la coerenza in quello che credeva. Mi piacerebbe – conclude Della Monica – che i bambini, dopo avere letto questo libro, riuscissero a comprendere come la via per la santità, alla quale siamo tutti chiamati, è semplice da seguire e l’esempio di Rosario Livatino può essere la giusta guida per tentare di raggiungerla. Fare in modo che tutto ciò venisse spiegato con un linguaggio semplice e facilmente comprensibile ad un pubblico di lettori in erba è stata un’impresa davvero ardua. Speriamo di esserci riusciti».
Un progetto importante, che condivido e apprezzo, perché come sosteneva il sociologo Zigmunt Bauman: “Nella società liquida in cui viviamo non basta l’educazione, l’istruzione una volta per tutte, come accadeva un tempo. Occorre una formazione ed un’educazione continue, perché la sola istruzione del tempo della scuola non è sufficiente”.
Nella società contemporanea vi è un eccesso di informazioni, rispetto alle società passate. “Viviamo in una società della fretta, dell’adesso”, ha sempre rilevato Bauman sicuramente uno dei più grandi pensatori dei nostri tempi.
Ma è necessario porre dei limiti e far crescere l’attenzione su quegli eventi che hanno segnato la storia della Sicilia e dell’Italia intera.

Non potrò mai dimenticare l’intervista fatta al giudice Antonino Caponnetto. Mi piacevano tantissimo i messaggi che era capace di lanciare ai giovani: “Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli”.
Più volte ho ricordato, anche durante interventi in convegni o conferenze, sia in Sicilia che in altre parti d’Italia, che ho avuto il privilegio di intervistare il giudice Paolo Borsellino per un quotidiano regionale agli inizi degli anni ‘90. Dalla Procura di Marsala stava per tornare a Palermo. Quel tono pacato con cui riusciva a pronunciare piccole e grandi verità. E’ un episodio che mi ha segnato perché ci è capitato tante volte di avere paura ma è difficile immaginare che un uomo come Paolo Borsellino, nonostante la paura continuasse la sua battaglia contro il male.

Tutte personalità che hanno rappresentato la giustizia e la fedeltà allo Stato. Uomini, come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Rosario Livatino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Mario Francese, ma potrei citarne tante altre vittime della mafia, che non hanno mai fatto un passo indietro, nonostante le minacce e le ritorsioni, con l’intento di far emergere ogni verità scomoda.

Bisogna educare le nuove generazioni alla legalità e al rispetto della legge, per armonizzare e divulgare gli eventi che hanno tracciato nuovo percorso, segnato dal sangue di uomini onesti e di stragi feroci, per raggiungere nuovi obiettivi civili e sociali. E un libro che racconta questi servitori dello Stato ai bambini rimane un progetto educativo molto forte e significativo. Complimenti quindi a Marilisa Della Monica e Francesca Carabelli. La prima con le parole e la seconda con le illustrazioni hanno reso un grande servizio alla crescita dei più piccoli e donato un contributo di verità a chi sta crescendo.