Il 27 ottobre del 2019, Lina Wertmüller ha ricevuto il premio Oscar alla Carriera ad Hollywood. Nel suo discorso di ringraziamento, tradotto da Isabella Rossellini, la regista ha chiesto all’ Accademia del cinema americano, tra il serio e il faceto, di istituire un premio ‘Oscarina’ per le registe e di dare alla statuetta un nome femminile, ‘Anna’. Alla sua battuta burlesca e provocatoria, il pubblico di donne presenti alla cerimonia l’ha applaudita con simpatia e rispetto. Lina Wertmüller fu la prima donna a ricevere una nomination come Migliore Regista nel 1977 per il film Pasqualino settebellezze. Dopo di lei in Italia solo Cristina Comencini ha ricevuto una nomination per Migliore Film Straniero con il film La bestia nel cuore del 2005.

Il conferimento dell’Oscar alla Carriera segna il riconoscimento del percorso artistico della Wertmüller, una regista di fama internazionale impegnata in un cinema di cambiamento del costume, del gusto e della cultura nazionale, attribuendole un titolo straordinario per il suo grande contributo alla storia del cinema mondiale.
Il mondo accademico ha sempre seguito con notevole interesse le trasformazioni del cinema italiano nel contesto nazionale e internazionale, riflettendo sulla sua influenza, autorevolezza e prestigio. Nasce quindi dall’impulso a ripercorrere la forza ispiratrice del cinema italiano nel mondo la fondazione nel 2012 della rivista Journal of Italian Cinema & Media Studies (JICMS) la prima rivista quadrimestrale in lingua inglese che si apre ad un dibattito teorico, metodologico e critico sulla produzione, distribuzione e ricezione dei film e media italiani. JICMS si inserisce nel mondo editoriale accademico internazionale come piattaforma per un dialogo tra studiosi, registi e professionisti del cinema e dei media, e naturalmente, anche dal pubblico. Pubblicata dalla casa editrice britannica Intellect e co-sponsorizzata da Wellesley College, oltre ad articoli accademici, la rivista pubblica interviste ad artisti, traduzioni di documenti storici, recensioni di libri e film, annunci e relazioni su convegni, festival o altri eventi legati al cinema e ai media italiani, così come biografie di autori emergenti ed indipendenti.
Il successo editoriale ed accademico della rivista ha sollecitato il suo Direttore, Flavia Laviosa, a fondare e curare una nuova collana di libri in lingua inglese, Trajectories of Italian Cinema and Media. Nella nostra conversazione con la Professoressa Flavia Laviosa approfondiamo l’influenza del cinema italiano a livello globale e le chiediamo quale ruolo ha svolto JICMS nel rinnovamento degli studi accademici sul cinema italiano.

Professoressa, ci può dire qual è stata l’influenza del cinema italiano a livello internazionale?
“Il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) è stato fondato nel 1935 a Roma ed è una delle più antiche Scuole di cinema del mondo, seconda solo alle Scuole sovietiche di Mosca e Leningrado, sorte nel 1919. Grazie al CSC, nel corso dei suoi 85 anni di attività didattica (1935-2020), in Italia si sono formati i maggiori artisti cinematografici italiani e stranieri. Il Centro ha sempre rivolto una grande attenzione agli studenti internazionali e per molte nazioni questa partecipazione è stata particolarmente significativa perché ha contribuito allo sviluppo di cinematografie innovative e sperimentali, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, quando il Centro era una delle poche Scuole di cinema esistenti al mondo. La formazione artistica in Italia e il riconoscimento del cinema italiano all’estero hanno favorito la diffusione di un tipo di cinema a cui molti registi stranieri si sono ispirati.
Il cinema italiano, pertanto, seguito ed amato, studiato ed emulato, premiato e divulgato, ha sempre avuto una forte influenza sul cinema di artisti di tutto il mondo.
Con l’intento di ripercorrere la storia del cinema italiano, gli studiosi si propongono di seguire le tracce della sua polisemia internazionale e del suo policentrismo culturale, di definire la portata delle ispirazioni che suscita e di esaminare le innovazioni artistiche di altri cinema che siano il risultato della loro osmosi con la tradizione cinematografica italiana. Il cinema italiano si è sempre orientato in diverse direzioni costantemente intersecandosi con altri cinema, in particolare con l’Europa, l’America del Nord, l’America Latina, l’Asia, il Nord-Africa, e il Medio Oriente.”
Che cosa l’ha spinta a fondare la rivista accademica the Journal of Italian Cinema & Media Studies (JICMS)?
“Beh, Lei, Professoressa Bullaro, è stata testimone dell’esordio della rivista e, nel suo ruolo fondamentale di Direttore Associato, ne ha tracciato gli obiettivi. Ancora oggi Lei continua a dare un notevole contributo a JICMS nella selezione delle proposte di articoli e nella realizzazione di importanti cambiamenti per la rivista, quindi Lei é già al corrente del nostro progetto. Oggi la rivista si avvale della collaborazione di uno comitato scientifico che comprende studiosi internazionali nelle aree di cinema, media e nuovi media dall’Argentina, Australia, Canada, Irlanda, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti, che mi assistono nella formulazione delle direttive della rivista, nella stesura dei regolamenti editoriali e nella selezione degli articoli migliori.”

In che cosa si distingue JICMS rispetto ad altre reviste accademiche sul cinema?
“JICMS si distingue dalle altre riviste per due ragioni principali. Prima di tutto sollecita ed accoglie i contributi di autori di diverse discipline che si occupano di cinema italiano e che apportano prospettive teoriche e approcci metodologici complementari ai canoni degli studi umanistici. Inoltre, tratto assolutamente distintivo di JICMS è la componente media. L’attuale e variegata proliferazione e la rapida trasformazione dei media, dalla televisione, alle installazioni video, alla digitalizzazione dei film, alla telefonia mobile, ai social media e ai testi web hanno indotto gli studiosi a riesaminare molti presupposti teorici. JICMS intende aprire ampi orizzonti per una riflessione sui nuovi media.”
In che modo JICMS contribuisce al dibattito globale sul cinema, identità nazionale e post-nazionalismo?
“JICMS si inserisce nel dibattito di un cinema post-nazionale proponendo l’Italia come luogo geo-culturale unificante. La rivista si impegna quindi ad elaborare una definizione multiforme e sfaccettata del cinema italiano, trascendendo i confini di mare e di terra e prendendo le distanze da esperienze cinematografiche esclusivamente autoreferenziali e autocelebrative. Pertanto, JICMS si apre al dialogo con i registi italofoni e si impegna in una seria critica accademica sul cinema della diaspora. Inoltre, la rivista sollecita anche riflessioni sull’influenza del cinema italiano in contesti globali. A tale scopo, diversi numeri sono stati dedicati all’intersezione tra il cinema italiano e quello europeo, asiatico (Cina, Giappone, India) e nordamericano (Canada e Stati Uniti).”
La rivista pubblica anche numeri speciali. In che modo viene presa la decisione di realizzare questi numeri tematici?
“Infatti, la rivista ha dedicato un numero doppio ai 60 anni della RAI (1954-2014) nel 2015 con una raccolta di saggi scritti da studiosi internazionali esperti di televisione italiana.
Un numero speciale è stato realizzato nel 2016 in collaborazione con l’Accademia del Cinema Premi David di Donatello per il sessantesimo anniversario del David di Donatello (1956-2016).
In occasione della celebrazione del sessantesimo anniversario del David di Donatello presso il Quirinale, JICMS ha ricevuto uno speciale riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.

Due nuovi numeri speciali sono in corso di produzione per celebrare il centenario della nascita (1920-2020) di Federico Fellini e Tonino Guerra.
Quindi la rivista, con queste scelte tematiche, intende celebrare momenti storici importanti del cinema italiano ed i suoi grandi maestri. L’obiettivo di queste decisioni editoriali è quello di affiancare l’industria del cinema e di unirsi al coro degli artisti con articoli che riflettono sulla storia e la rivisitano criticamente con uno sguardo retrospettivo. Se l’industria produce l’arte del cinema, l’accademia rappresenta la cultura e il pensiero del cinema. JICMS è presente e partecipe in questo dialogo tra ingegno creativo e riflessione critica.
Una delle missioni della rivista è quella di ripercorrere le tracce del cinema italiano nei cinema di altri paesi attraverso la storia e nel presente. Pertanto, è in corso una ricerca sugli allievi stranieri che dal 1935 al 2020 hanno studiato presso il Centro Sperimantale di Roma (CSC), ed è in programma un numero speciale che metterà in risalto il dialogo tra il cinema italiano e quello latino americano, dal titolo Passeurs. La cultura italiana fuori d’Italia ricezione e immaginario, con data di pubblicazione il 2021.

Con la collaborazione di Catherine Portolano e Milly Buonanno abbiamo anche organizzato due convegni internazionali: Innovations and Tensions in Italian Cinema and Media nel 2017 e Global Intersections and Artistic Interconnections: Italian Cinema and Media Across Times and Spaces nel 2019, entrambi presso The American University of Rome, ai quali hanno partecipato studiosi da tutto il mondo, e come ospiti i registi Liliana Cavani, Emanuela Piovano e Gianfranco Angelucci.”
Dopo il grande successo della rivista, Lei ha fondato la collana Trajectories. Ce ne vuole parlare?
“La rivista JICMS ha avuto successo accademico ed editoriale dal momento in cui è sorta nel 2012. Il volume di articoli proposti e poi rigorosamente selezionati è sempre stato notevole al punto da non poterli pubblicare tutti, nonostante il loro valore e rilevanza critica. Questo mi ha spinta a fondare nel 2019 la collana Trajectories of Italian Cinema and Media, pubblicata da Intellect, che accoglie proposte di monografie e volumi collettanei.
La collana, parallelamente alla rivista, intende legarsi a diverse comunità accademiche, costruire nuove strutture concettuali e promuovere un corpus di conoscenze che sia rappresentativo e mirato su scala globale. Con l’obiettivo di sperimentare nuove direzioni critiche e storiche, Trajectories è dedicata a trovare le prove della polisemia internazionale e del policentrismo del cinema italiano, a definire l’entità delle ispirazioni che suscita, a esaminare, per quanto riguarda i cinema di altri paesi, le innovazioni artistiche risultanti dai loro rapporti di osmosi con la tradizione cinematografica italiana, e, da ultimo, favorire analisi comparative di temi e generi tra il cinema italiano e quelli del resto del mondo.
Trajectories mira inoltre ad esaminare nuovi percorsi per interpretare l’intersezionalità artistica e la transmedialità nelle produzioni globali, oltre a formare nuovi modelli per gli studi su cinema e media.
Infine Trajectories punta ad analizzare in modo sistematico il cinema e i media nelle loro forme ancora sconosciute, per (ri)scoprire le loro tracce, influenze ed espressioni in altri paesi, in modo da scrivere la Nuova Storia del cinema e dei media italiani.”
Che cosa è stato già pubblicato per la collana Trajectories e che cosa sarà pubblicato in futuro?
“La collana ha appena pubblicato il suo primo volume, Fellini’s Films and Commercials: From Postwar to Postmodern di Frank Burke, e pubblicherà a gennaio del 2021 il volume collettaneo Paolo Sorrentino’s Transnational Cinema and Television: An Eclectic Harmony curato da Annachiara Mariani. Inoltre, sono al momento in produzione due monografie sulla RAI dagli anni ‘50 ad oggi che saranno pubblicate nel 2022.”
In che modo il suo impegno negli studi sul cinema si riflette nel suo insegnamento a Wellesley College?
“Sono una docente di cinema nel Department of Italian Studies e nel Cinema and Media Studies Program ed insegno corsi sulle registe italiane ed europee. Riflettere sul cinema con firma autoriale femminile ha lo scopo di dare risalto al contributo di grandi registe e di tracciare un filo conduttore attraverso lo spazio e il tempo, definire le loro scelte tematiche e stilistiche, valorizzare il loro contributo artistico come impegno sociale e attivismo civile.
Nel corso Italian Women Directors: The Female Authorial Voice in Italian Cinema, esaminiamo i film delle maggiori registe attraverso diverse generazioni: Liliana Cavani e Lina Wertmüller negli anni ‘70, le sorelle Cristina e Francesca Comencini, Francesca Archibugi ed Emanuela Piovano negli anni ’90 e 2000, Laura Bispuri e Alice Rohrwacher negli anni 2010.”

Quali sfide deve affrontare il direttore di una rivista?
“È un grande onore quello di dirigere una rivista internazionale, prima di tutto con il sostegno di una casa editrice molto seria come Intellect, poi con la collaborazione dei colleghi del comitato scientifico con i quali condividere proposte e iniziative, con l’input degli assistenti volontari, e con il vigore intellettuale di autori impegnati in ricerche innovative che arricchiscono il patrimonio degli studi sul cinema e i media italiani.
Come direttore, la sfida, emozionante e stimolante, consiste nel dare alla rivista un’anima intrepida e un carattere pionieristico per guidarla nella scoperta di ambiti inesplorati.”
Quali sono gli obiettivi del cinema italiano per il futuro?
“Trovare l’equilibrio tra storia e innovazione, tradizione e progresso, talento artistico e nuove tecnologie. Impegnarsi nell’esplorazione di nuove frontiere stilistiche, sperimentare diversi linguaggi espressivi, e aprirsi ad un dialogo transnazionale ed uno scambio internazionale per evitare di cadere nel provincialismo e cedere all’autoreferenzialità. Questi sono gli obiettivi del cinema italiano proiettato verso il futuro.”