Alzi la mano chi ha mai regalato a un maschietto un libro sulle principesse. Se qualcuno lo ha fatto è pregato/a di chiamarmi perché voglio fargli/le un’intervista. Deve essere sicuramente una persona interessante e mi piacerebbe andare più a fondo sulle ragioni che lo/a hanno spinta/o a fare una scelta così controcorrente. Non c’è come entrare in una libreria -sezione ragazzi -per toccare con mano quanto ci sia ancora molto da fare per abbattere stereotipi e modelli culturali che non favoriscono la parità ma indirizzano verso una divisione di gusti e percorsi tra maschi e femmine sin da piccoli.
“Mi fa vedere qualcosa per una bambina di 3 anni?” ho chiesto ad una commessa che mi ha portato dritta sparata ad un banco con una predominanza di note rosa, stracolmo di libri sulle principesse.
“Non voglio principesse perché i principi che arrivano e ti salvano non esistono”-ho detto-preferirei qualcosa di più reale, magari scientifico, tipo il corpo umano, lo spazio, le stelle”.
– “Ma come vuole già dirle ancora piccola che la vita è dura?” mi ha risposto lei.
-“No, ma è meglio crescere senza perdere tempo in sciocchezze e inseguire altri tipi di sogni e passioni più reali, non crede?”
La signora mi ha guardata tra lo stupito e il pensieroso e poi con un nuovo e diverso impegno mi ha portata in un altro angolo della libreria ed ha incominciato a sfogliare con me libri bellissimi con pop up di astronavi che uscivano da pagine coloratissime dove non c’era neanche un po’ di rosa; pianeti di grandezze differenti da scoprire, stelle luminose dai nomi strani da conoscere; la Terra da esplorare da lontano; le tute da astronauta con i caschi da ritagliare e gli stickers da incollare. Ho pensato che fosse perfetto per Beatrice che è una bambina sempre allegra e piena di curiosità. Perché perdere tempo con le principesse quando c’è un mondo da conoscere e da proteggere? Quante probabilità ci sono di sposare un principe, ammesso che se ne vedano in giro?
Ho preso altri 4 libri simili sullo spazio per gli altri nipoti, tutti maschi tra i 3 e i 6 anni. Quando apriranno i regali di Natale mandati dalla zia, non ci saranno differenze tra maschi e femmine.
È proprio dall’infanzia, ci dicono gli esperti, che si formano i primi stereotipi di genere con le bambine che si convincono di essere più portate per alcuni studi e certe attività e i maschi costretti ad essere per forza sul fronte opposto quando magari vorrebbero giocare con una bambola. Sono i nostri piccoli gesti quotidiani, che guideranno le loro scelte future. Stiamo attenti a non commettere errori, sicuramente in buona fede, anche acquistando un semplice regalo di Natale. Se vogliamo avere un paese migliore ci servono donne indipendenti, istruite, soddisfatte del loro lavoro e non vittime di femminicidi compiuti da compagni incapaci di accettare che amare non significa possedere un’altra persona ma rispettarla. Si diventa donne sicure del proprio valore se si è state bambine sicure. Regaliamo libri che aiutino a crescere fuori dagli stereotipi.
Ai bambini piace sfogliare i libri e lo si vede chiaramente in quelle librerie dove è consentito loro di toccare e giocare con i volumi. Bisogna stare attenti a che cosa si mette nelle loro mani, come lo si propone e come lo si espone. In Italia si legge poco e i librai sono degli eroi, soprattutto quelli indipendenti che faticano a sopravvivere con la concorrenza spietata dei social che sottraggono tempo alla lettura. Sono veri samurai di carta che si inventano di tutto per attirare le persone nei loro negozi. I bambini ci entrano volentieri se i genitori li abituano al piacere del libro anche in tenera età. Cari librai avete anche un altro compito oltre agli altri gravosi che già sopportate: contiamo su di voi anche nella difficile sfida della parità. Mescolate i libri, eliminate le sezioni rosa, uscite dagli schemi, stupite le nonne che chiedono un libro per la nipotina …qualcosa succederà di buono, ne sono certa.