Dentro l’oscurità è la nuova opera letteraria di Loredana Berardi, scrittrice, che esordisce ufficialmente nel 2002 con il romanzo Un angelo accanto, segue La Tempesta dell’anima, presentato nel 2015 al Salone Internazionale del Libro di Torino. Molti suoi racconti, inoltre, sono apparsi in diverse antologie.
Il nuovo libro, edito da Albatros, rappresenta uno spaccato di vita intimo e profondo, talvolta faticoso e pieno di dolore. Una ricerca interiore piena di cicatrici mai del tutto rimarginate e che fanno ancora male. Le ferite che l’autrice si porta dentro, in questo nuovo libro, bruciano ancora, proprio come il cotone imbevuto di disinfettante che accarezza le ferite sulla pelle. Per lei non è stato semplice riportare a galla quei momenti e talvolta, durante la lettura del libro, si percepisce la tensione emotiva di un momento instabile e l’emozione si taglia con un coltello. Il dolore descritto dall’autrice ha contorni prettamente autobiografici, e scivola lento lungo le pagine proprio come le lacrime sul volto di chi vorrebbe contrastare un dolore mai cancellato. Il suo è un percorso storico definito, pieno di ricordi, che inizia esattamente negli anni 70, quando era molto piccola e l’Italia di quegli anni si muoveva in modo vertiginoso. Tanti gli eventi importanti che lei ricorda con sommo dispiacere e dolore, come il rapimento di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse che minacciavano la democrazia e i protagonisti di questa storia. Si, perché questa è una storia che racconta proprio quel periodo storico. Una gioia immensa che può nascondersi in un dolore immenso e viceversa. Una vita che porta oggi i segni indelebili di un massacro interiore che lentamente ha portato alla rinsavita, alla sutura delle ferite e alla soluzione di continuità. Un libro pieno di sorprese, colpi di scena e sterzate importanti per l’autrice.
Abbiamo intervistato Loredana Berardi, l’autrice del libro.

Dentro l’oscurità è un libro autobiografico. Un racconto intimo, intenso, che alterna uno spaccato d’Italia anni 70 con la sua vita. Come nasce questo libro?
“La mia opera nasce dalla voglia di raccontare che oltre l’oscurità ci può essere la luce. Un forte “inno” alla vita, a quella voglia di rivalsa. Ho voluto, per la prima volta, mettermi a nudo, svuotando tutta la mia anima in 290 pagine. Le paure, l’angoscia di sopravvivere ad una vita che non avevo certo scelto, che amaramente ho dovuto accettare ed ingoiare. Anni d’inferno puro da brivido con un anti rivieni di emozioni contrastanti fra loro. Un urlo a quella libertà sempre negata, un grido alla vita”.
Lei in questo libro racconta il dolore. Si racconta in modo lento, ponderato, riuscendo a catturare il lettore e facendolo immergere in certi meccanismi personali. Talvolta riuscendo a catturare le sue ansie. Cosa ha rappresentato per lei il dolore e perché ha voluto raccontarlo?
“Il dolore è stato lento e devastante giorno dopo giorno, anno dopo anno. Parlava in silenzio, in quel silenzio che circondava tutta la mia esistenza. Ero quella bambina rinchiusa dentro quel super carcere di massima sicurezza che non parlava più, piangeva solamente, soffocando le sue paure, temeva di sopravvivere perché non sarebbe stata capace di tener fronte ad una vita così pesante per lei che era così piccola…
Ho raccontato per dare forza e speranza anche a tutte quelle persone che soffrono che non riescono a trovare la luce in fondo al tunnel che preferiscono morire piuttosto che affrontare i propri demoni interiori”.
Perché ha deciso di mettersi a nudo con il lettore?
“Avevo tantissima voglia di urlare finalmente la mia libertà, ma avevo voglia di riprendermi quello che la vita “ingiustamente” mi aveva negato. Avevo diritto ad una rivincita, me la meritavo, e questo libro è stato un vero successo perché ha toccato le corde dell’anima dei miei lettori arrivando alla seconda ristampa”.
Com’è nata l’esigenza di riportare tutto in un libro?
“Avevo già pubblicato due opere e questa è stata sicuramente la più importante per me. Ho raccolto tutte le miei emozioni nel bene e nel male in tantissime pagine senza tralasciare nemmeno un sospiro, una lacrima, un sorriso. Mancava proprio questo libro per completare tutto il mio percorso di scrittrice”.
Tornando agli anni 70. Ci parli un po’ del peso che hanno avuto per lei…
“A casa mia si respirava l’aria di paura soprattutto quando vi fu il sequestro di Aldo Moro. Pur essendo molto piccola assorbivo come una spugna quella tensione che si nascondeva dietro al sorriso di mia madre o gli occhi di mio padre. Ogni minaccia che arrivava era un colpo al cuore. Il timore di essere sparati, seguiti, ci faceva sentire come dei morti che camminavano, ma andavamo avanti… era quella la nostra vita, stavamo giocando una partita e non potevamo certo ritirarci, sarebbe stato arrendersi e mio padre non l’avrebbe mai fatto”.
Qual è il messaggio che vuole lanciare al lettore?
“Voglio dare prima di tutto un messaggio di grande positività, di speranza perché la vita è sempre meravigliosa sia quando ti regala le gioie ma soprattutto quando ti dona il dolore, da lì si deve andare avanti e lottare. Quando la vita ti prende a schiaffi tu prendila a pugni…”