Tuttora scarsamente conosciuto all’estero ma sempre canonico nella formazione degli studenti italiani fin dagli anni della scuola, Leopardi è, come e più di ogni altro classico, un autore che “si è sempre già letto”: su di lui pesano pregiudizi che sono spesso l’esito di interpretazioni accettate senza essere ridiscusse, e che talvolta scoraggiano la lettura diretta delle opere più che favorirla. Ancora oggi, per esempio, è raro che si senta parlare o che si legga di Leopardi senza arrivare presto o tardi all’idea di pessimismo, per quanto il termine fosse pressoché sconosciuto all’autore. In Ridere del mondo. La lezione di Leopardi (Il Mulino 2017), Emilio Russo riesamina le Operette morali, un testo cardine dell’interpretazione ‘pessimista’ di Leopardi, e ne offre un’interpretazione fortemente innovativa. Ricostruendo su basi filologiche gli anni della composizione del libro e la progressiva maturazione del suo disegno interno, Russo getta luce nuova sul progetto delle Operette morali e scopre in alcuni passaggi del testo la possibilità di una lettura più articolata, che non esclude pause dalla negatività e che anzi lascia intravedere un atteggiamento di disponibilità verso il mondo.
Professore di letteratura italiana alla Sapienza Università di Roma, Emilio Russo presenta qui il suo libro in un’intervista condotta da Corrado Confalonieri, dottorando in Italian Studies a Harvard.