I lettori italiani hanno a disposizione nelle edicole, ogni domenica a partire dal 13 novembre 2011, un supplemento culturale decisamente più snello e allo stesso tempo completo ed esauriente: la Lettura, il settimanale che il Corriere della Sera dedica all’approfondimento culturale e il cui ultimo numero, il 352, è in edicola da domenica 26 agosto. Via Solferino punta molto sul suo supplemento, come dimostra il restyling per il «nuovo inizio» de la Lettura, domenica 22 luglio. Tra le novità offerte ai lettori, l’aumento della foliazione a 64 pagine ha consentito di aggiungere nuovi spazi di discussione e nuove rubriche mantenendo lo stesso prezzo di 1 euro. Come invece già deciso nel 2015, l’inserto rimane disponibile per l’acquisto durante tutta la settimana. Con l’aumento delle pagine ha trovato maggiore spazio la narrativa, soprattutto con il Romanzo italiano: seguendo la tradizione ottocentesca del feuilleton o romanzo a puntate, che ci ha regalato tra gli altri il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, otto tra i migliori scrittori italiani contemporanei si danno il cambio per scrivere un romanzo a staffetta. La prima puntata, firmata da Sandro Veronesi, è stata pubblicata proprio il 22 luglio; a essa sono seguite quelle di Silvia Avallone, Marco Missiroli, Fabio Genovesi, Emanuele Trevi e Teresa Ciabatti. A queste sei puntate, che ci hanno introdotto nei torbidi misteri dietro alla facciata rispettabile delle due famiglie protagoniste – i Chemeri e i Dell’Abate – faranno seguito nelle prossime settimane Mauro Covacich e infine Maurizio de Giovanni. Inoltre, la rivista ospita nuove rubriche, come Universi (dedicata alle scienze come astronomia, fisica e matematica) e Accademie, con focus sulle università. La parte finale è infine riservata a racconti inediti di scrittori di tutto il mondo, mentre ogni copertina è un’opera d’arte – grafica, fotografica o pittorica – affidata ad artisti internazionali: le prime cento sono infatti state esposte alla mostra “la Lettura 2011-2013. Cento copertine d’autore” alla Triennale di Milano.
Forse pochi lettori sanno però che il settimanale che ogni domenica sfogliano riprende una identica iniziativa, sempre del Corriere della Sera. La Lettura originaria venne pubblicata dal 1901 al 1946, non settimanale bensì mensile, e fu un’idea di Luigi Albertini, brillante direttore del Corriere della Sera dal 1900 al 1921. Se, pochi anni prima, la Domenica del Corriere aveva fatto breccia nei cuori dei più piccoli con i fumetti e i disegni e in quello delle famiglie, ora il direttore puntava invece a un pubblico più alto, sia socialmente che anagraficamente. Per questo il primo direttore fu Giuseppe Giacosa, intellettuale e scrittore influente, che divise la rivista in due parti: una con contenuti creati appositamente dalle migliori firme dell’epoca e una basata sullo spoglio di altre pubblicazioni. Da questa originaria Lettura quella attuale ha mutuato la scelta di fare di ogni copertina un’opera d’arte, affidandosi ad artisti di fama internazionale: le rare e preziose copie ancora in circolazione sono materiale da collezionisti, gestito da aziende specializzate come la milanese iCharta.
Per esempio, nel periodo in cui l’Europa precipita in guerra ma l’Italia rimane neutrale, Achille Beltrame – già illustratore della Domenica del Corriere – raffigura in copertina sul numero di novembre 1914 la desolante situazione di due soldati degli eserciti combattenti, attanagliati dalla morsa del freddo. Negli anni ‘20, invece, dalla matita di Umberto Brunelleschi nascono disegni dai tratti orientaleggianti, come nel numero di aprile del 1922, o raffiguranti un sensuale e geometrico Arlecchino. O, sempre nello stesso anno, Enrico Sacchetti fissa l’eleganza austera di una giovane donna in pochi tratti di pennello. Negli anni ‘30, invece, Bruno Munari interroga il lettore sul rapporto tra realtà e finzione proponendo, nel numero di ottobre 1938, un quadro identico allo sfondo che raffigura.
Tra le firme, nel numero del novembre 1914 menzionato, l’illustre economista nonché futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi scrive della situazione demografica ed economica degli Stati in guerra, mentre Piero Calamandrei dedica nel numero di novembre 1919 un articolo alla vita a Trento a un anno dalla vittoria italiana nella Prima Guerra mondiale. Venti anni dopo e con tono totalmente diverso, invece, Aldo Valori racconta nel numero di settembre 1939 le prime settimane di quella che sarebbe diventata la tragedia della Seconda Guerra Mondiale in un articolo ricco di fotografie: queste ultime furono una particolarità del mensile, che se ne servì ampiamente fin dal 1905 per completare e arricchire la narrazione, e solitamente venivano pescate dall’archivio del giornale. Da un punto di vista letterario, invece, la rivista ospita quelli che saranno due futuri Premi Nobel: Grazia Deledda, prima di diventare nel 1926 la prima donna italiana insignita del prestigioso riconoscimento, regala ai lettori la novella La croce d’oro nel numero del gennaio 1913. Luigi Pirandello, che lo vincerà nel 1934, pubblica sul numero di ottobre 1913 Cecè, il suo primo lavoro teatrale, un atto unico che verrà rappresentato per la prima volta nel 1915.
Insomma, a cento anni di distanza, possiamo affermare che l’operazione culturale si ripete con identico successo e che, ogni domenica, i lettori italiani hanno a disposizione – a prezzo decisamente modico – un giornale bello da vedere e da sfogliare. Un giornale che avvicina alla lettura e si occupa di libri, con recensioni e classifiche, e anche di ambiti culturali meno scontati, come le recensioni ai libri di poesia e il fumetto. Un giornale che stimola il dibattito sui temi di attualità più scottanti come, per citare solo gli ultimi due numeri, il surriscaldamento del pianeta e la tenuta politica dell’Unione Europea. Un giornale che non spaventa i lettori e può essere facilmente letto anche in spiaggia o sulla metropolitana.