
Difficilmente leggo i libri appena escono. Compro moltissimi libri, averli alle pareti mi danno molto più conforto di un quadro, fosse anche la Gioconda, mi fanno sentire davvero a casa, tanto che non potrei abbandonarla, perché significherebbe separarsi dai libri. La vacanza più bella è stare a casa a leggere, perché la fantasia porta oltre i confini della propria vita: incontri la coscienza, il divino e l’amore, che forse sono la medesima cosa e solo te stessa.
Ma a quale libro dare la precedenza? A quello che in quel momento potrebbe darmi delle risposte. Tuttavia bisogna scegliere e spesso capita che io lasci da parte un piccolo capolavoro. E così è avvenuto anche ultimamente con un libretto di 120 pagine, letto un anno dopo la sua uscita: Giacomo Casanova. Manuale per non finire tra le braccia di uno come me, di Paolo Gambi, edito da Giubilei Regnani. Ma in questo caso me ne rammarico due volte: la prima perché avevo promesso la recensione e si sa che i libri, per essere venduti, devono riceverla prima possibile. Soprattutto però mi straccerei le vesti perché ho perso un anno di riscossa femminile: è questo quello che il libro insegna. Insegna a vedersi in un’altra luce, a capirsi e a considerare gli uomini infinitamente inferiori perché privi di emozione, passione e fuoco del sentimento. Parola di Giacomo Casanova. Il quale insegna alla donna come rivalutarsi perché “per secoli l’uomo ha fatto di tutto per convincerla di essere ciò che egli voleva. E ce l’ha fatta”.
Il libertino, in questo testo finora sconosciuto, confida alle donne i segreti maschili. Del tipo: un uomo non può aver stima di una donna che gli dice: “Senza te non posso stare!”. Non è un salvagente né una stampella. Una donna poi che gli chiede: “Sei felice anche senza di me?” dimostra assenza di amor proprio perché si sente importante solo se riesce a rendere felice un uomo. I consigli di Casanova all’amica a cui scrive sono: “Dedicatevi a letture impegnate. Non limitatevi ad essere ciò che vogliono di voi. State sola con la vostra mente. Siete l’unica persona che può realmente capire voi stessa”. Perché la donna è maestra del dare, ma a tutti tranne che a se stessa. Ha bisogno di colmare un vuoto d’amore. Ma “una persona senza amore amerà sempre per aver ricambiato l’amore”. Sante parole. Innanzitutto una donna deve chiedersi che uomo cerca e con quali qualità. Meglio si faccia un elenco scritto. “Nella mia vita – scrive Casanova – ho trovato moltissime donne che mi desideravano perché sono una canaglia. E non mi volevano per una notte soltanto, ma per tutta la vita! Ora come può una donna per bene desiderare una canaglia?” Lo stesso ragionamento vale se una donna vuole un uomo solo per la sua bellezza o ricchezza o capacità di sottomissione.
Il problema della donna è che per lei l’uomo amato è quello sognato. La donna ama l’idea che si è fatta di lui, invece deve stare con i piedi per terra, farsi un attento esame, e poi pure chiedersi come lui vede lei. Deve imparare ad ascoltare quello che l’uomo dice, non ascoltare quello che non dice e parlare nel modo più chiaro possibile, essendo conscia che un uomo non legge tra le righe, non comprende il non detto. Se la donna rimane un mistero, è meglio che non lo sia troppo altrimenti l’uomo la rifugge per paura. A ben considerare, è sempre la donna che sceglie, perché è lei che apre le porte, quindi inutile che si lamenti di aver scelto l’uomo sbagliato. Ricordando tuttavia che “non condividerete mai con un uomo gli stessi significati della carne: per voi sarà spirito e sentimento, per lui sarà carne e piacere. Ma non per questo, fidatevi, saranno per voi meno gradevoli”. Alla fine la prefazione del curatore Paolo Cambi lascia di stucco e conferma i miei sospetti che ‘forse’ il raffinato autore non sia Casanova ma proprio il giovane Gambi. Mi sono fatta una bella risata: tutto mi sarei aspettata ma non di ricevere lezioni di vita al femminile da un uomo che per giunta potrebbe essere mio figlio. Un libro prezioso che tutte le donne dovrebbero leggere, studiare. E pure gli uomini.
Ultima nota: l’editore Francesco Giubilei ha 25 anni, lavora da 10, e non è un figlio di papà. Per i titoli pubblicati dalla sua casa editrice, oltre che per la sua età, è considerato un editore italiano illuminato.