Martedì sera alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU è stato presentato Fascist Voices. An Intimate History of Mussolini’s Italy, ultimo libro di Christopher Duggan, docente di Storia Italiana Moderna alla University of Reading. L’autore, in conversazione con David Forgacs, docente della NYU, e Molly Tambor, docente della Long Island University, ha illustrato il suo libro, che si può definire controverso per il punto di vista che offre su una figura così universalmente condannata dalla storia.
Oggi, infatti, Benito Mussolini è ricordato come un odiato dittatore, che insieme a Hitler e Stalin ha condotto l’Europa nella più oscura era di repressione totalitaria della storia moderna. Ma cosa pensavano di lui gli italiani durante il suo regime? Quello che Duggan cerca di fare nel suo libro è proprio rispondere nel modo più veritiero possibile a questa domanda. “Sono voluto entrare dentro la mente degli italiani di quell’epoca, per presentare l’opinione sincera delle persone che hanno vissuto gli anni del fascismo, ricostruendo come vivevano e cosa pensavano di Mussolini e del suo regime” ha detto Duggan, che spiega come per raggiungere il suo scopo sia andato ad attingere a migliaia di lettere inviate a Mussolini e a diari privati di cittadini italiani: alcune fonti sono firmate da personaggi famosi, come il diario del filosofo Benedetto Croce e quello del ministro fascista Giuseppe Bottai, ma la maggior parte delle voci viene da fonti inedite e spesso anonime.
A quanto pare negli anni trenta Mussolini riceveva migliaia di lettere al giorno dagli italiani: uomini e donne di ogni classe sociale gli scrivevano parole di ammirazione, ringraziamento e incoraggiamento. Attraverso queste voci, Duggan cerca di esplorare la cultura del duce, compresa la dimensione quasi divina che si attribuiva alla figura di Mussolini e il carattere estremamente intimo della sua relazione con milioni di italiani, che trascendeva il genere, la classe e l’origine.

Molly Tambor, Christopher Duggan e David Forgacs durante la presentazione alla Casa Italiana NYU
Duggan sostiene che gran parte del fascino del regime fascista consisteva proprio nel forte carisma della figura di Mussolini e nella sua capacità di parlare al popolo, appropriandosi del linguaggio, dei valori e dell’iconografia del cattolicesimo romano, con il pieno sostegno della Chiesa. C’era così tanta povertà e crisi dopo la prima guerra mondiale, che Mussolini, con il suo carisma e una strategia di comunicazione che presentava unicamente le opere grandiose, oscurando il resto, offriva agli italiani un’identità nazionale di cui andare orgogliosi, restituendo virtù a un popolo che ne era stato privato. Secondo Duggan proprio questa devozione, enfatizzata da una fede cieca, dove l’emozione prevaleva sulla ragione, è quello che ha reso l’Italia di Mussolini così potente e insidiosa allo stesso tempo.
“Fascist Voices offre un’interessante ricostruzione dell’opinione pubblica di un periodo in cui questa non esisteva” ha detto il direttore della Casa Italiana, Stefano Albertini che ha descritto come l’opera sia stata realizzata attraverso la riscoperta di molte opinioni private. E anche se ascoltare certe frasi di devozione al Duce oggi può irritare molti, non si può negare che il libro offre una prospettiva unica del periodo, rivelando la straordinaria miscela di illusioni, speranze e paure che hanno portato gran parte degli italiani a sostenere il regime fascista per così tanto tempo.